E’ Italo Gilmozzi, con il 61 per cento delle preferenze, il nuovo segretario del Pd. Il risultato è arrivato ieri sera al termine di una (fiacca) giornata elettorale. Tutto come da copione se non fosse per quel 38 per cento che consente alla giovane sfidante, Elisabetta Bozzarelli, 30 anni, di commentare sorridente un “grandissimo risultato”.
A. Selva, "Trentino", 30 maggio 2016
Ecco il verdetto consegnato alle urne da 4.493 trentini che ieri si sono recati negli oltre cinquanta seggi allestiti dal Pd: «Un buon risultato» dice Gilmozzi riferendosi all’affluenza. I catastrofisti che nei giorni scorsi avevano temuto numeri inferiori (c’era chi segretamente prevedeva 3 mila votanti) tirano un sospiro di sollievo, ma fa impressione pensare che nel 2009 (quando in corsa c’erano Pinter, Veronesi, Tonini e Nicoletti) nelle urne del Pd furono depositate oltre 20 mila schede. E nel 2014 (sfida tra Vanni Scalfi, Giulia Robol e Elisa Filippi) i votanti furono 7.733.
Erano passate da poco le 21 e 30 quando l’assessore Gilmozzi è stato accolto da un applauso nella sede del Pd: «Sono contento di questo risultato che soddisfa tutti, sia la Bozzarelli che il Pd. Un risultato 60 e 40 è un enorme passo in avanti rispetto al 30-30-30 che abbiamo avuto l’altra volta. Ricordiamoci che l’Ale Pacher aveva preso il 70 per cento ai suoi tempi, ecco perché considero buono il mio 61 per cento. Anche se non mi sarei stupito di nulla. Temevo Rovereto (dove abbiamo vinto), temevo Trento (per il voto di opinione) e poi sapevo che questa presenza dei big in lista era faticosa da capire, anche se rifarei questo percorso. I giovani che mi hanno sostenuto a Trento sono andati molto bene, ma questa non è certo una sorpresa». Gilmozzi ora si prenderà qualche giorno di riposo e poi avanti sul doppio binario di assessore comunale e segretario del principale partito trentino. E se qualcuno chiederà le dimissioni? «Le chiederanno, ma non le avranno» ha tagliato corto Gilmozz, che in comune a Trento non ha comunque un incarico a tempo pieno.
Lei, Elisabetta Bozzarelli, 30 anni, direttrice di Acav, sorride (se possibile) più di Gilmozzi quando arriva nella sede del Pd: «Abbiamo lavorato a testa bassa e abbiamo raggiunto un grandissimo risultato. Un segno di fiducia che ci hanno voluto dare i trentini con l’obiettivo di cambiare il Pd». Da dove si parte? «Dal nostro obiettivo che è quello di aprire le porte del partito». E’ andata bene in Vallagarina (dove è contato il sostegno di Manica). Basta una superficiale analisi del voto per comprendere che a Trento (dove c’erano due liste per Gilmozzi) la lista dei giovani vale più della metà dei cosiddetti “big”, cioè Olivi, Borgonovo Re, Andrea Robol e Sara Ferrari: 268 voti la lista giovane, 500 voti la lista dei “pezzi forti” del Pd, campioni di preferenze alle elezioni provinciali. C’è da riflettere all’interno del partito. Sui 16 mila elettori persi dal 2009 Gilmozzi è netto: «Sono i delusi di questo Pd». Ma uno come Andrea Rudari (presente in sede assieme a Sara Ferrari, Mattia Civico, Lucia Maestri ed Elisa Filippi) fa notare che in questi sette anni è cambiato il mondo. Ed è cambiato anche il sistema di voto, visto che gli elettori ieri non hanno potuto esprimere le preferenze poiché le liste erano bloccate: un fattore che non aveva trovato tutti d’accordo all’interno del partito e che certamente ha penalizzato l’affluenza. Nel corso della nottata sono proseguiti i conteggi per l’attribuzione dei seggi alle varie liste che determinerà la composizione dell’assemblea. Ne daremo notizia domani. Rispetto a due anni fa il Pd ha un segretario. E non è poco.
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Italo Gilmozzi si era presentato come il candidato dell'unità, l'uomo che doveva ricompattare il Partito democratico del Trentino, e che intorno al suo nome era riuscito - in effetti - a fare convergere buona parte della classe dirigente e delle correnti del Pd.
Ieri la maggioranza del popolo delle primarie ha sì premiato questo suo sforzo, scegliendolo come nuovo segretario, ma quasi il 40% di chi si è recato ai seggi ha preferito dare fiducia alla sfidante, la giovane coordinatrice cittadina del partito, Elisabetta Bozzarelli , che si è portata via una bella fetta del consenso della base Pd e anche un bel po' di seggi nella nuova assemblea provinciale del partito (circa 25 contro 39).
Dei 4.493 votanti, un numero da tutti considerato ben superiore alle aspettative, benché in calo rispetto ai 7.733 votanti delle primarie di due anni fa, sono stati in 2.739 , pari al 61,3% , a scegliere Gilmozzi, mentre Bozzarelli ha ricevuto circa mille voti in meno 1.726 pari al 38,7% .
Gilmozzi ieri sera è arrivato alla sede del Pd quando ormai i dati erano definitivi, poco dopo le 21.30, appena prima di Bozzarelli, con la quale si sono scambiati gli immancabili baci che hanno caratterizzato questa cordiale campagna elettorale, si è detto soddisfatto: «Se Elisabetta avesse preso sotto il 30 sarebbe stata per me una grande vittoria. Fra il 30 e il 40 penso che possiamo essere contenti tutti e due. Ho preso più del 60%, sarà più facile guidare il partito rispetto a chi aveva preso il 30 - 30 - 30 due anni fa. Pacher aveva preso il 70% ai suoi tempi, per cui il 61% va bene. Io temevo Rovereto per la forza dei sostenitori di Elisabetta e Trento per il voto di opinione. Sapevo che la presenza dei big da molti era stata letta male come la nomenclatura che scende in campo, anche se lo rifarei».
«Sono contento - aggiunge Gilmozzi - che sia andata bene la lista dei giovani. Ho sempre detto che avrebbero eletto tre-quattro della loro lista». E il capolista Kristofor Ceko era raggiante: «Abbiamo lavorato tanto, senza grande pubblicità e il risultato è arrivato». Nel collegio di Trento la lista dei giovani che sosteneva Gilmozzi ha preso 268 voti contro i 500 della lista infarcita di big.
«Penso che è la prima volta che abbiamo un partito con una maggioranza- sottolinea il neosegretario rivolgendosi alle varie correnti del partito - la gente ci ha dato fiducia votando la nostra prova di concordia. Non possiamo deluderla».
E intanto Gilmozzi esclude fin d'ora le sue dimissioni da assessore comunale: «Sono assessore part time e di sicuro io non mi dimetto perché non c'è incompatibilità tra i due ruoli». Nella sede del Pd a festeggiare Gilmozzi si sono visti Lucia Maestri, Sara Ferrari, Mattia Civico, Elisa Filippi, il segretario uscente Sergio Barbacovi, e molti altri. Non c'erano però il vicepresidente Alessandro Olivi, Luca Zeni, né i parlamentari Giorgio Tonini e Michele Nicoletti. E, forse per il carattere del neosegretario, non si può dire che si respirasse grande entusiasmo per la vittoria, salvo per la raggiante Elisa Filippi, felice per il successo di Gilmozzi nel collegio della Vallagarina ma in particolare a Rovereto (238 voti contro 191), dove Bozzarelli contava supporter di peso.
E ieri sera molti di questi roveretani e vallagarini si sono affacciati alla sede del partito per complimentarsi per il risultato di Elisabetta Bozzarelli. Si sono visti Roberto Pinter, Andrea Miorandi, Alessio Manica, che era capolista nel collegio. Bozzarelli è andata molto bene poi a Lavis, dove c'era con lei il vicesindaco Luca Paolazzi, ad Aldeno con Paolo Bisesti, e in val di Cembra, dove la lista era trainata da Vera Rossi.
Non c'è stata storia invece nel collegio delle Giudicarie, dove ancora una volta l'ex deputato Luigi Olivieri, oggi nel Cda di A22, ha dimostrato quanto conta in Rendena e in tutta la valle. Gilmozzi ha ottenuto 466 voti (di cui 329 solo a Pinzolo paese di Olivieri) e Bozzarelli 58 voti.
Anche nell'Alto Garda e Ledro ha vinto Gilmozzi andando bene in particolare a Riva del Garda, dove era sceso in campo in prima persona il sindaco Adalberto Mosaner, e ad Arco. A Ledro invece ha stravinto Bozzarelli.
Sommersa di baci più del nuovo segretario, per questo straordinario 38% raggiunto, Bozzarelli esclude che sia nata con il voto di ieri una nuova corrente, ma conferma che farà sentire il peso di questo largo consenso ottenuto: «Sono molto contenta. E ora andremo avanti come abbiamo detto di voler fare. Noi vogliamo sfondare le porte di questo partito e riconnetterci al Trentino. Ci metteremo subito al lavoro. È un risultato collettivo che dà soddisfazione. Prendiamoci il futuro perché il domani è nostro. Auguro buon lavoro a Italo. Noi faremo una minoranza costruttiva. Non è nata una nuova corrente, io sono contraria a queste cose, ma è nato il Pd del domani».
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Dei 64 nuovi membri dell'assemblea provinciale saranno 38 quelli eletti nelle liste di Gilmozzi e 25 quelli che invece stavano con Bozzarelli con un seggio ancora incerto.
I dati sono provvisori ma gli eletti, i primi di liste bloccate dove non erano previste preferenze, dovrebbero essere i seguenti. Con ITALO GILMOZZI nel collegio di Trento : Alessandro Olivi, Donata Borgonovo Re, Andrea Robol, sara Ferrari, Mattia Civico, Lucia Maestri, Andrea La Malfa (lista big), Kristofor Ceko, Silvia Franceschini, Luca Filosi, Elena Mendini (lista giovani). Nel collegio di Rovereto : Elisa Filippi, Fabrizio Gerola, Elisabetta Comper, Giuliano Muzio, Fedele Ferrari, Stefano Barozzi. Nel collegio dell' Alto Garda : Adalberto Mosaner, Sonia Tambuurini, Dennis Gavatta, Francesca Lenzi. Nel collegio delle Giudicarie : Giulia Pouli, Luigi Olivieri, Anna Pironi, Giancarlo Gallerani, Francesca Rodigari e (incerto) Pietro Amorth. Nel collegio delle Valli del Noce : Clelia Sandri, Sergio Barbacovi, Cristina Casagrande, Ennio Pangrazzi, Cecilia Meggio e Luciano Bresadola. Nel collegio di Pergine : Giacomo Pasquazzo, Marina Taffara, Luca Zeni, Laura Fraizincher, Giacobbe Zortea, Anna Facchini e (in forse) Davide Tabarelli).
Tra i sostenitori di ELISABETTA BOZZARELLI eletti nel collegio di Trento : Tommaso Iori, Cristina Frassoni, Paolo Bisesti, Chiara Serbini, Alessandro Giovannini, Filomena Chilà, Melchiore Redolfi. Nel collegio di Rovereto : Alessio Manica, Arianna Miorandi, Nicola Simoncelli, Patrizia Caproni, Dante Dossi, Rachele Lorandi. Nel collegio dell' Alto Garda : Silvia Betta e Alessandro Fedricotti. Nel collegio delle Valli del Noce : Luca Paolazzi, Carmen Noldin, Rudi Chistè. Nel collegio di Pergine : Elisabetta Wolf, Egon Angeli, Vera Rossi, Franco Giacobbe, Anita Briani e (in forse) Sergio Frassinelli.
Pochi ma fiduciosi. Ai seggi per un Pd che pensi ai cittadini, G. Fin, "L'Adige", 30 maggio 2016 Il brutto tempo, le liste bloccate, una campagna elettorale sotto tono, e uno scollamento con la politica che si è fatto sentire pesantemente. Tutti fattori che assieme hanno contribuito ad abbassare la partecipazione dei cittadini alle primarie del Partito Democratico, che si sono svolte ieri.
I seggi sono stati aperti alle otto in punto ma che la giornata non fosse proprio delle migliori, dal punto di vista della cosiddetta «partecipazione democratica», lo si è visto già verso mezzogiorno quando i componenti dei seggi hanno iniziato a sbuffate e a discutere sul perché i numeri fossero così bassi.
Evidentemente la sola parola «primarie» non basta più per incentivare le persone a partecipare alla vita politica e l'effetto novità che si poteva osservare qualche anno fa, è ormai scomparso difronte al mal di pancia che i più hanno nei confronti dei partiti. Quest'ultimo aspetto lo si capisce dalle parole di diversi elettori che ieri si sono comunque recati ai seggi. «Per il Partito democratico - ha affermato Nicola Vigorito - serve che ci sia finalmente unità e che siano eliminate le tante beghe inutili. Questo partito riuscirà a ripartire solamente quando, stabilite le regole, tutti le rispetteranno».
Per diversi elettori negli ultimi anni il Partito democratico del Trentino ha perso contatto con il territorio e questo «è stato causato dalla maggiore attenzione data alle beghe interne, o quelle con gli altri partiti, che ai bisogni dei cittadini».
Fatto sta che ieri a votare oltre ad essere in pochi, ad andarci sono state persone per la maggior parte di età avanzata. La presenza sia di una candidata giovane che di liste promosse da giovani non sembrano aver incentivato la partecipazione delle giovani generazioni.
«L'auspicio - ha spiegato ieri Roberta Zalla , dopo il voto - è che si arrivi finalmente ad avere un Pd con un programma di governo provinciale espressione di unità».
Attorno alle 13.30 a votare nel seggio della circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara è stata la candidata Elisabetta Bozzarelli . «E' arrivata con la sua bimba - hanno spiegato alcuni componenti del seggio - e tenendola in braccio ha fatto mettere la croce sul foglio a lei. Purtroppo, però, non ha fatto alcuna offerta, nemmeno un euro». Un'ora dopo circa, ad arrivare allo stesso seggio è stato invece il candidato Italo Gilmozzi assieme al proprio cane. «Il Partito democratico - ha affermato ieri Maria Rosa Zampiero , prima di recarsi a votare - deve riscoprire i principi da cui è nato, il rispetto per i cittadini, soprattutto alla parte più debole della nostra società, e un'attenzione all'ambiente».
I pochi giovani che si sono recati alle urne lo hanno fatto sottolineando la distanza che esiste con la politica. «Io sono venuta a votare - ci ha spiegato Aurora Bonaffini - solo perché conosco delle persone che si sono candidate e so come lavorano. Oggi il mondo della politica è confuso e quindi meglio guardare non ai partiti ma alle reali capacità delle persone».
A giudicare la politica «una cosa complicata» è stata invece Chiara Sicheri di 16 anni che ieri pomeriggio, assieme alla propria famiglia, si è recata al seggio. «Non saprei - ci ha spiegato - cosa chiedere ad un partito come il Pd, forse che rimetta a posto la situazione e che soprattutto si impegni per i giovani. E' la prima volta che voto, per me la politica è troppo complicata e forse se ci fosse qualcuno che si impegnasse a semplificarla i giovani si avvicinerebbero».