#PRIMARIE29maggio - Il Trentino ha bisogno di idee, usciamo dalla torre d’avorio

La politica, oggi, è assediata dal presente. Sembra aver superato le forme e i valori che l’hanno caratterizzata nel secolo scorso, ma nello stesso tempo non ha gli strumenti per costruire il futuro. Nello spaesamento del tempo che viviamo, naviga a vista e non sa disegnare una rotta. Forse perché «il futuro non è più quello di una volta» e quindi, non capendolo, rinuncia a prendervi parte.
Elisabetta Bozzarelli, "Corriere del Trentino", 27 maggio 2016

Ma il tempo in cui si declina la responsabilità della politica non può che essere il futuro. Perché è domani, non oggi, che si misurano i suoi interventi: non in base alla loro immediata spendibilità in termini di consenso, ma proporzionalmente alla loro capacità di incidere positivamente sul benessere dei cittadini, sullo sviluppo del sistema economico, sulla tutela e valorizzazione del territorio. Domani è il giorno in cui la politica capisce se ha agito con responsabilità e coscienza, con concreta lungimiranza.«Domani», quindi, è il nome che abbiamo dato all’incontro organizzato sabato scorso negli spazi di Impact Hub. Domani, perché la politica che guarda solo al presente non ha futuro. E la politica che guarda solo al presente è quella degli investimenti sbagliati, tarati su bisogni contingenti e non strategici; è quella dell’incasso immediato, che vede nella conquista di una poltrona un successo straordinario; è quella che parla alla comunità rincorrendo le opinioni e rinunciando a orientarle; è quella che evita le scelte, se non pagano subito. Di questa politica, obiettivamente, il Trentino non sa che farsene.

Viviamo in una terra che, nei decenni, ha provato a dire di sé in modo sempre originale. Contrattando con coraggio e creatività un sistema istituzionale senza pari in Italia e, per molti versi, modello in Europa e nel mondo. Ma non dimenticando mai che le norme andavano a sancire un’originalità che era viva nelle comunità, sul territorio, nelle istituzioni, fatta di senso di appartenenza e al contempo di apertura al mondo, di orgoglio della propria storia e di responsabilità nei confronti delle generazioni future, di rispetto per il valore del singolo nel contesto di una comunità coesa e solidale. Se oggi la mia generazione vive nel Trentino del benessere, dove le disuguaglianze sono meno drammatiche che in un altrove non molto lontano, dove la mobilità sociale non è solo una chimera, è grazie a una storia nella quale la buona amministrazione si è intrecciata alla visione politica, e entrambe si sono rette su un capitale sociale fatto di spirito cooperativo, senso di fiducia, coesione, responsabilità individuale e collettiva.

Oggi tale spinta propulsiva sembra essersi persa: schiacciati tra una passiva adesione agli schemi della politica nazionale e un angusto localismo, non riusciamo più a esprimere quella complessità di cui il Trentino, terra di frontiera, si è sempre fatto carico. Ma sono enormi e urgentissime le sfide che il Trentino ha di fronte. Vi sono molti modi per affrontarle: l’unico che sicuramente non porterà ad alcun risultato, è quello che vede la politica rinchiudersi in una presuntuosa torre d’avorio. Noi siamo certi che questa sia un’illusione che non possiamo più permetterci, e che invece è arrivato il momento di aprire un confronto sul domani di questo nostro Trentino.

Lo chiede la parte viva della società civile organizzata, che ancora innerva le nostre comunità; lo chiedono i molti amministratori locali, sempre più condizionati dalla dittatura dell’efficientismo, del rigore, della razionalizzazione come criterio unico di valutazione dell’azione amministrativa; lo chiedono gli attori più attenti del mondo imprenditoriale e sindacale; lo chiede il sistema cooperativo, che rischia di vivere in solitudine una fase cruciale della propria storia.


Non ci poniamo l’obiettivo presuntuoso di dare tutte le risposte, esaustive e definitive, ma di sperimentare un modello nuovo che si ponga l’obiettivo della mobilitazione ampia di tutte le risorse cognitive e culturali, di tutte le competenze, di tutte le esperienze e le buone pratiche che ancora fanno del Trentino una terra dove vale la pena lavorare, fare impresa, studiare, formare una famiglia, vivere.