#PRIMARIE29maggio - Gilmozzi e Bozzarelli, una svolta al Pd

Su una cosa sono d'accordo Elisabetta Bozzarelli e Italo Gilmozzi, i due candidati alla segreteria del Pd del Trentino, le primarie di domenica dovranno segnare una ripartenza per un Partito democratico il cui motore «sembra essersi ingolfato» - come sostiene la coordinatrice del Pd di Trento - e che secondo l'assessore comunale ha bisogno di «una svolta convincente e duratura» dopo «anni di conflitti interni, spesso riconducibili a fattori personali più che politici».
L. Patruno, "L'Adige", 27 maggio 2016

 

Dopodomani gli iscritti e i simpatizzanti del Pd saranno chiamati a scegliere il nuovo segretario del partito trentino, tra Gilmozzi e Bozzarelli, ma i due candidati si sono distinti in questa campagna elettorale più che sui contenuti delle rispettive proposte - per molti versi simili - per l'origine delle due candidature e le polarizzazioni interne che intorno ai due nomi si sono venute a creare.


Un Pd degno di fiducia.
La candidatura di Italo Gilmozzi è nata da un tentativo di ricomposizione di varie componenti, rappresentata dai numerosi dirigenti che lo sostengono ( vedi pezzo a fianco ), perché, come scrive nella sua mozione: «Non possiamo permetterci di sprecare un congresso del Pd del Trentino trasformandolo in una resa dei conti interna senza vinti né vincitori, ma con un unico sconfitto: il progetto politico del Pd del Trentino che tante speranze e tante attese ha suscitato tra i cittadini.


Un Pd che recuperi entusiasmo.
La candidatura di Elisabetta Bozzarelli è nata invece da un altro percorso, su iniziativa di alcuni amministratori locali e rappresentanti dei circoli, per recuperare «il vento dell'entusiasmo», scrive Bozzarelli nella sua mozione, che aveva spinto la nascita del Partito democratico. «Quel vento, da diverso tempo, non sembra soffiare con la stessa forza. L'entusiasmo è venuto meno». Bozzarelli lamenta il venir meno del ruolo dei circoli e la difficoltà del Pd ad essere incisivo nell'azione del governo provinciale nonostante il consenso elettorale ricevuto. E soprattutto il Pd è sempre più assente sul territorio, nelle valli.


Parte attiva nel progetto di riforme del Pd nazionale.
Gilmozzi indica come primo impegno quello di: «Sentirsi parte attiva nel progetto del Pd che è in corso per il cambiamento dell'Italia e dell'Europa, attraverso un ambizioso programma di coraggiose riforme istituzionali, sociali ed economiche. E per questo, promette Gilmozzi: «Il Pd del Trentino non dovrà limitarsi ad un'adesione e a un'indicazione di voto per il sì al referendum costituzionale, ma metterà in moto tutte le sue energie e risorse per dare voce e forza alle nostre ragioni, alle ragioni del riformismo».


Non un franchising del Pd nazionale.
Elisabetta Bozzarelli ha scelto lo slogan di un Pd trentino che non è un «franchising» di quello nazionale per sottolineare l'«autonomia rispetto alla dimensione nazionale del partito», questo vuol dire «autonomia organizzativa e regole democratiche che ne facciano un vero collettivo politico e non un semplice amplificatore della leadership nazionale». Nel contempo però Bozzarelli nella sua mozione conferma di riconoscersi in un Pd trentino «parte integrante nel processo nazionale e compartecipe della stagione riformista che l'Italia attendeva da anni inaugurata con il governo Renzi e che va sostenuta a cominciare dalla riforma costituzionale».


Guida della coalizione.
Sia Bozzarelli che Gilmozzi pensano a un Pd che possa guidare la coalizione. Gilmozzi punta a un Pd «a vocazione popolare e maggioritaria» che «deve assumersi la responsabilità di un più forte e autorevole protagonismo». Bozzarelli di un Pd con la «capacità di costruire e guidare una coalizione che permetta di unire tutte le forze popolari e riformatrici del Trentino».