Due anni fa oltre 7.700 simpatizzanti del Partito democratico andarono a votare alle primarie per scegliere il segretario provinciale fra i tre candidati di allora. Nel voto popolare il nome preferito fu quello di Elisa Filippi, ma il consenso non fu sufficiente per consentirle di conquistare la maggioranza dell'assemblea. Gli altri due si misero d'accordo e segretaria divenne Giulia Robol, una segreteria durata solo un anno, a causa della rottura di quell'accordo.
L. Patruno, "L'Adige", 26 maggio 2016
Domenica prossima, 29 maggio, a sfidarsi saranno solo due candidati: Elisabetta Bozzarelli e Italo Gilmozzi e questa volta è certo che ci sarà un vincitore, meno certo è quanti di quei 7.700 elettori avranno ancora voglia di andare ad esprimere la loro preferenza per il segretario.
Italo Gilmozzi è piuttosto disincantato e non si fa grandi illusioni anche se non fa previsioni: «Sento in giro che non c'è grande entusiasmo e posso capirlo. Chi ha votato alle primarie per il segretario, prima Pacher, poi Nicoletti e infine ha preferito Filippi, anche se poi segretaria è stata eletta Robol, ha visto che dopo poco tempo la situazione è diventata ingestibile e al loro posto è subentrato un traghettatore. Non viene molta voglia di andare alle primaria - riconosce Gilmozzi - anche se questa volta siamo solo due candidati e l'obiettivo di entrambi è di cominciare subito dopo a lavorare senza polemiche, che abbiamo cercato di lasciarci alle spalle».
La consigliera provinciale, Donata Borgonovo Re , tra i sostenitori di Gilmozzi, candidata in assemblea, concorda sul fatto che quando tante volte «la preferenza espressa alle primarie o nel voto vero e proprio viene ignorato dal Pd, passa la voglia di partecipare».
«C'è un po' di nausea - sostiene Borgonovo Re - rispetto alla conflittualità che ha portato il Pd a queste nuove primarie per la segreteria, che come vediamo tutti non sono riuscite a scaldare i cuori. Noi rappresentanti istituzionali che sosteniamo Gilmozzi ci siamo voluti candidare proprio per assumerci la responsabilità rispetto alle difficoltà del partito e alle incomprensioni passate e dare così una mano». Elisa Filippi , candidata alla segreteria due anni fa, e ora in lista con Gilmozzi, dice: «Il popolo delle primarie vive questi momenti come giustamente importanti. È vero che c'è un clima di minor tensione, ma si sente il peso della scommessa che è quella di ricostruire un Pd forte, ripartendo dall'unità dopo anni di divisioni e che ha spinto molti rappresentanti provinciali a mettersi in gioco per dare una scossa al partito».
Elisabetta Bozzarelli si augura che ancora una volta le primarie riescano a coinvolgere il popolo del Pd: «Noi lavoriamo fino in fondo, anche domenica, per cercare di coinvolgere il maggior numero di persone perché siamo consapevoli dell'importanza di dimostrare la capacità del partito di raccogliere chi crede nella nostra politica. Per questo cerchiamo di raggiungere più persone, allargare l'interesse, per il Pd prima ancora che per una candidatura, come ho fatto anche con gli incontri che ho organizzato al di là dei confronti di partito tra i due candidati che coinvolgono più gli iscritti o comunque chi è già coinvolto e in genere sa già chi votare».
«Devo dire però - punzecchia Bozzarelli - che in questa campagna elettorale è stato difficile per me stimolare un dibattito e un confronto. Ho provato, esprimendomi chiaramente su alcuni temi, come sulla mia idea di partito o sul futuro dell'A22, ma le mie prese di posizione non hanno trovato una risposta dall'altra parte. Sono state lasciate cadere». Anche Vera Rossi , candidata nel collegio Valsugana-Val di Cembra con Bozzarelli, dice: «Il dibattito pubblico non è decollato, Gilmozzi ha disertato l'incontro a Cembra. Abbiamo faticato a farlo crescere, ma spero per il Pd di aver aiutato a smuovere la partecipazione. Vedremo». Tommaso Iori , capolista nel collegio di Trento per la lista collegata a Bozzarelli, è fiducioso: «Le primarie ci hanno riservato spesso delle sorprese inaspettate sulla partecipazione.
È vero che la campagna elettorale non si è scaldata moltissimo, però io spero che si possa replicare la partecipazione del 2014. Il popolo del Pd cede poco alla disillusione, alla fine cerca di tirare fuori la passione politica. E questo è anche quello che abbiamo cercato di fare con la candidatura di Elisabetta Bozzarelli. Il fatto stesso che ci sia questa candidatura - sottolinea Iori - permette un dibattito che non sia a senso unico. Noi abbiamo puntato molto sui social network, con 5 video della candidata, che riassumono cinque messaggi chiave della mozione e abbiamo avuto importanti riscontri (25 mila visualizzazioni, Ndr.)».