Il testo votato è lo stesso del Senato ed è frutto di importanti mediazioni ed equilibri tra istanze e sensibilità diverse. In particolare la legge introduce due importanti istituti: uno per le coppie dello stesso sesso che prevede una serie di diritti e doveri rilevanti e significativi, tra cui la reversibilità della pensione; uno per le coppie di fatto di sesso diverso che prevede la convivenza ed obblighi reciproci.
Michele Nicoletti, 13 maggio 2016
E' confermata l'impostazione di non disciplinare l'istituto delle adozioni e la cosiddetta stepchild adoption alle quali sarà dedicato un progetto di legge specifico ("resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti").
Tra i punti più importanti vi sono quindi: la costituzione dell'unione civile di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni e la conseguente possibilità di assumere un cognome comune, l'istituzione di obblighi reciproci, tra cui l'assistenza morale e materiale, la coabitazione e il contributo ai bisogni comuni, nonché il riconoscimento della pensione di reversibilità e del TFR maturato al partner dell'unione.
E' disciplinata infine l'istituzione di convivenze di fatto tra due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile. Alle convivenze seguono diritti e doveri su casa, regime patrimoniale ecc., più limitati rispetto alle unioni civili, ma comunque importanti.
L'approvazione di questo ddl è indubbiamente uno dei passaggi più significativi di questa legislatura in tema di riconoscimento e tutela dei diritti delle persone.
La lotta per il riconoscimento dei diritti – dei diritti propri e dei diritti degli altri – è lotta contro ogni concezione e ogni pratica volta a degradare, discriminare, escludere alcuni esseri umani dalla considerazione e dal consorzio sociale. Negare un’uguale dignità, negare il dovere di un uguale rispetto significa negare una comune umanità. Significa porre qualcuno in una condizione di inferiorità e quindi di minori possibilità di esprimere liberamente la propria personalità. Significa esporlo al giudizio negativo della società e dunque metterlo in condizione di insicurezza e di paura. Paura che la propria vita venga considerata di minor valore di quella degli altri, paura che la propria esistenza possa venire percepita come un fastidio o un pericolo per gli altri.
L’impegno per la tutela dei diritti di ognuno è un impegno per costruire una società in cui la vita di ciascuno non debba essere dominata dalla paura. La paura avvilisce l’esistenza, la blocca, la rattrappisce. Le impedisce di svilupparsi e di dare a se stessa e agli altri tutto ciò che potrebbe. Per questo far vivere esseri umani nella paura non è solo un’intollerabile offesa nei loro confronti, ma anche un insensato impoverimento della vita di tutti.
Oggi come ieri sono all’opera concezioni della vita e pratiche sociali che alimentano la paura, coltivano l’esclusione, degradano l’altro. Ponendo dei seri ostacoli alla libertà e all’uguaglianza delle persone, rendono difficile la costruzione di una società più libera e democratica.
Per questo l’impegno per la diffusione di una nuova cultura politica dei diritti e di più efficaci misure legislative a tutela di ogni essere umano, deve accompagnarsi all’impegno per combattere la paura e il suo uso strumentale. Per coltivare, assieme, una politica dell’umanità di ciascuno, fatta di riconoscimento dell’uguale dignità, fatta di uguale rispetto, fatta di interesse e cura per la vita dell’altro. Perché nessun essere umano abbia da vivere nel timore di essere ciò che è, ma possa godere del riconoscimento dell’altro e contribuire, in condizioni di libertà e di parità, alla vita di tutti.
Qui trovate il testo del ddl approvato.
Qui trovate approfondimenti sull'iter di approvazione.
Qui trovate un interessante dossier che ne delinea i principali contenuti.