Che si tratti di celebrare il matrimonio fra un uomo ed una donna o di registrare l'unione civile fra persone dello stesso sesso, per i sindaci del Trentino non c'è alcuna differenza: lo si fa e basta, perché la legge dello stato va rispettata al di là delle personali convinzioni.M. Viganò, "L'Adige", 12 maggio 2016
Cade anche l'appello alla «obiezione di coscienza» mosso da alcune forze politiche dopo la dichiarazione del candidato sindaco di Roma Alfio Marchini che - ha detto - in caso di elezione non celebrerà unioni gay. «Ho espresso la mia perplessità sulla stepchild adoption ma non avrò alcuna difficoltà a registrare le unioni civili - spiega il sindaco di Trento Alessandro Andreatta - anzi, sono sempre stato d'accordo sui diritti riconosciuti alle coppie dello stesso sesso, a cominciare dall'assistenza per malattia. Come sindaco farò la mia parte. I primi cittadini sono tenuti a rispettare la legge. Dal momento che c'è la possibilità che l'unione venga registrata davanti ad un ufficiale di stato civile che può essere anche il vicesindaco o un assessore, c'è qualcuno che ha già dato volentieri la propria disponibilità». Di un'eventuale obiezione di coscienza in tema di unioni civili, il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer non ne vuol sentir parlare. «Il mio lavoro lo farò lo stesso», spiega. Della stessa opinione il primo cittadino di Arco, Alessandro Betta . «L'obiezione di coscienza si fa non sulle unioni civili, ma su temi seri come l'aborto e l'eutanasia - evidenzia - L'obiezione in questo caso non sta in piedi, è esagerata, è come uccidere una mosca con un bazooka. Non si fa sull'unione di due persone che magari è una vita che stanno insieme e che cercano di avere dei diritti, come seguire il compagno in ospedale. Chi sono io per dire sì o no? Una volta che lo stato ha deciso, io mi adeguo. Il governo ha deciso e quando la legge sarà attiva la si applica. Parlare di obiezione è strumentale, per cercare consenso o bacino di voti su tematiche che non competono ad un sindaco». Il primo cittadino ha compiti ben precisi, come spiega il sindaco di Tione Mattia Gottardi , di professione avvocato. «Il messaggio di Marchini è politico ed è stato detto in campagna elettorale - precisa - Come sindaco io mi comporterò secondo legge: come persona privata posso condividere o meno una norma, ma se sono pubblico ufficiale di stato civile sono tenuto a rispettarla. Che sia un'unione civile fra persone di sesso diverso o dello stesso sesso non ha rilevanza». A Tione il sindaco Gottardi non si tirerà indietro, dunque, dal registrare le prime unioni civili? «Ci sarò, perché no? Non deve essere una legge ad entrare nella camera da letto delle persone - evidenzia - Trovavo assurdo che dei pubblici ufficiali, vedi l'ex sindaco di Roma Marino, celebrassero le unioni civili quando la legge non esisteva e trovo altrettanto assurdo che un ufficiale dello stato civile si rifiuti di fare il suo lavoro ora».Le unioni civili per le coppie dello stesso sesso sono un istituto giuridico nuovo: saranno dunque necessarie indicazioni per gli ufficiali dell'anagrafe riguardo alla parte burocratica (iscrizioni e le annotazioni, ad esempio) e per la «macchina organizzativa» del Comune in merito al rito, al luogo (se nella stessa sala riservata ai matrimoni) e all'obbligatorietà o meno della fascia tricolore per il sindaco. «Non farò distinzioni - assicura il primo cittadino di Riva del Garda, Adalberto Mosaner - Le stesse sale le utilizzo anche per rilasciare le cittadinanze a persone straniere: ricevo i cittadini nel mio ufficio o nella sala della giunta, che è la più rappresentativa, indossando la fascia tricolore. Qualcuno vorrebbe registrare le unioni civili nel sottoscala? Io no. I sindaci sono ufficiali di stato civile con funzioni delegate dallo stato. Mettiamola così: a qualcuno potrebbe piacere di più a qualcuno potrebbe piacere di meno, però bisogna esercitare la propria funzione. Se mi chiederanno di registrare le unioni civili, o lo farò personalmente oppure ci sono una serie di assessori delegati o altre persone, come avviene per i matrimoni».
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Partito Democratico del Trentino