Alessio Manica è il capogruppo del Pd in consiglio provinciale e guida la lista di Rovereto-Vallagarina collegata alla candidata Elisabetta Bozzarelli. Manica è stato tra i pochi esponenti di prima linea del Pd trentino a non condividere il tentativo unitario lanciato da Olivi e che poi si è concretizzato intorno a Italo Gilmozzi.
L. Patruno, "L'Adige", 12 maggio 2016
Consigliere Manica, lei è l'unico big nelle liste a sostegno di Bozzarelli. Come mai?
Io fin dall'inizio ho seguito e incoraggiato il percorso dal basso promosso dal gruppo di giovani amministratori e rappresentanti dei circoli che poi hanno deciso di presentare e sostenere la candidatura di Elisabetta Bozzarelli. Riguardo alla mia presenza come capolista in Vallagarina devo dire che non era prevista, ma poi dal territorio mi è stato chiesto di esserci, perché serviva una figura che andasse oltre la città di Rovereto. Io sono in assemblea dal 2007, ovvero dalla fondazione del Pd, non ho cercato la candidatura, ma se mi dicono che posso essere utile ci sono.
Cosa pensa dei nomi che compaiono nelle liste?
Secondo me ci sono bei nomi, sia nelle liste di Bozzarelli che di Gilmozzi, e ci sarà uno scatto in avanti di spessore e rappresentatività nella prossima assemblea, non me ne vogliano gli attuali membri. È importante che ci siano gli amministratori e i consiglieri, sia provinciali che comunali. Prima non partecipavano alla vita del partito. Un'assemblea più qualificata è molto importante per il rilancio del Pd.
Sono iniziati i confronti tra i due candidati, come vede questa campagna elettorale per le primarie?
Vedo un clima positivo e questo è quello che ci serve, poi spero che dal dibattito possano emergere soprattutto i temi concreti.
Perché ha scelto di sostenere Elisabetta Bozzarelli?
Innanzitutto, perché io rifiuto la discriminante nazionale come precondizione della mozione. Noi siamo il Pd del Trentino. Secondo, perché penso che chi è al governo debba farsi carico di dare una spinta per fare crescere una nuova classe dirigente del partito. E il percorso avviato da Elisabetta è un bell'investimento per un Pd, sono risorse di cui abbiamo bisogno.
Ci sono altre differenze con Gilmozzi?
Bozzarelli sta facendo lo sforzo di ricollegare il partito ai territori e ai circoli, che nell'ultimo anno non hanno visto nessun esponente provinciale. Io poi non ho condiviso, fin dall'inizio, l'idea che si dovesse arrivare al congresso con un percorso pacificatore unitario. L'unità a priori, senza discutere dei temi e soprattutto calata dall'altro, la ritengo sbagliata.
Cosa si aspetta da queste primarie?
Mi auguro che dopo il 29 maggio riusciremo a valorizzarci reciprocamente, chiunque vinca. Ma prima ancora spero che queste primarie riescano a portare ancora molti trentini al voto. La candidatura di Elisabetta serve anche a questo, a creare nuovo entusiasmo e voglia di partecipare alle primarie nonostante gli scandali nazionali.