CON GILMOZZI - «Unità e rinnovamento»

Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia e assessore alle attività economiche, è il capolista, nel collegio di Trento, della lista collegata a Italo Gilmozzi. Per varie settimane il nome dello stesso Olivi era stato in lizza come possibile candidato; poi ha rinunciato, visto che in base alle regole del Pd avrebbe dovuto dimettersi dalla giunta.
L. Patruno, "L'Adige", 12 maggio 2016


Vicepresidente Olivi, perché ha deciso di candidarsi per entrare nell'assemblea nelle liste di Gilmozzi?
Non ho mai ritenuto la mia presenza in assemblea dirimente, ma ritengo essenziale ricostruire il tessuto connettivo del partito e serviva dare anche un segnale all'esterno. Tutti hanno riconosciuto che ho cercato di avviare un processo di ricomposizione e di ampie convergenze delle diverse sensibilità interne, che prima erano polarizzate su marcature identitarie. Questa mozione cerca di far fare al Pd un salto di qualità, mettendo a fattore comune le energie che ci sono sul territorio, nel partito e tra i nostri amministratori, unendo l'intransigenza sui valori con una cultura istituzionale e di governo.

Gilmozzi viene indicato come il candidato dei big del partito che cercando di garantirsi nelle rispettive posizioni, Bozzarelli si presenta con molti giovani.
Non è così. Innanzitutto, le posizioni le decidono gli elettori. Italo Gilmozzi è una persona che per sua natura è in grado di «ospitare» le diversità, cioè di fare stare insieme molte sensibilità diverse, per questo si è riusciti a trovare questa larga condivisione sul suo nome. Il fatto poi che nelle liste ci siano tante persone di primo piano è stata una scelta, perché vuol dire che tutti noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità. D'altra parte se guardiamo gli altri congressi, nel Patt c'è stato un confronto tra un senatore e un deputato e nell'Upt tra un deputato e un assessore provinciale. La mozione persegue dunque l'unità, ma anche il rinnovamento. Ci sono nelle liste giovani amministratori come il sindaco Giacomo Pasquazzo, capolista a Pergine, o il presidente dell'Arci, Andrea La Malfa. Dai congressi dei nostri alleati, Patt e Upt, non si sono viste cose nuove, ma solo litigi interni. Il Pd ha dunque con il suo congresso una grandi opportunità per proporsi come forza politica che può crescere conquistando quegli elettori che non si riconoscono in partiti solo territoriali. 

Ma che cosa si aspetta da questo congresso, se dovesse vincere Italo Gilmozzi?
Il mi auguro che dal congresso esca un Pd compatto e più forte, che non possa più avere alibi per accettare una funzione solo di partito di testimonianza, un partito dunque che non rinuncia alla sfida di governo. Sarà fondamentale costruire una squadra vincente nel partito, che riesca ad andare anche oltre alla singola mozione per valorizzare le forze migliori. Dobbiamo riuscire ad offrire al Trentino un Pd che si propone come partito maggioritario e baricentrico della coalizione. A questo serve la convergenza che siamo riusciti a trovare per la prima volta con questo congresso, un'occasione che non dobbiamo perdere.