#TRENTO, intervista a ALESSANDRO ANDREATTA

Gli hanno imputato di non essere «rock», ma di procedere a passo troppo lento. Di non riuscire a tenere insieme una maggioranza che, a più riprese, in aula, lo ha «tradito» nel segreto dell'urna. Sono arrivati pure a chiedergli un «rimpasto» di giunta, nella riunione del 25 novembre, dopo l'incidente della mancata approvazione del regolamento sul personale. Ipotesi cui lui «aprì». Ma Alessandro Andreatta è lì, tenace e ottimista verso il futuro.
D. Sartori, "L'Adige", 11 maggio 2016

Ieri, sottotraccia e senza squilli, ha celebrato il suo nuovo primo anno da sindaco, riconfermato al primo turno il 10 maggio 2015 con 26.420 voti, il 53,7%. Con la coalizione gioie-e-dolori di centrosinistra autonomista (Pd 29,6%, Cantiere civico democratico 12,1%, Patt 9,8% ed Ecologisti civici 2,9%) lasciò il candidato rivale del centrodestra, Claudio Cia , al 31%.
Sindaco pacatamente resiliente, nonostante le ambasce nella maggioranza, gli irrisolti mal di pancia del «Cantiere», le fibrillazioni del Patt, il disagio di parte dei consiglieri del «suo» Pd. Ma non è resilienza il concetto con cui Andreatta traccia il bilancio di un anno a Palazzo Thun. Preferisce parlare di «ricomposizione».


Ricomposizione... A che proposito sindaco?
«Il sindaco ha più ruoli: è amministratore ma anche garante della coalizione. Oggi evitare le tendenze alla frammentazione politica è decisivo. Per questo parlo di ricomposizione. Quanto sta succedendo a Bolzano, al di là della legge elettorale, con due candidati sindaco che vanno al ballottaggio partendo dal 18 e dal 22%, è un campanello di allarme che dovrebbe far riflettere tutti».


Nessun ripensamento, un anno dopo, sulla giunta?
«Ho sempre detto che è giusto far crescere le persone. E così è stato. I nuovi assessori, Chiara Maule , Marika Ferrari e Roberto Stanchina sono cresciuti, hanno lavorato molto, con impegno».


Niente rimpasto, dunque?
«Rimpasto è un termine usato da altri. Io ci ho riflettuto a lungo. La mia disponibilità ad un incontro di riflessione l'ho data ancora in gennaio e la confermo. Aspettiamo termini la stagione dei congressi, a fine mese c'è quello del Pd».


Ha incontrato il nuovo segretario dell'Upt, Tiziano Mellarini, per affrontare la questione del Cantiere e degli assessori Panetta e Castelli?
«Ci siamo parlati più volte. Anche Mellarini condivide la necessità di attendere l'esito dei congressi, che possono dire qualcosa...».

Lei ci crede ancora?
«Dico che qualcosa dicono, altro non aggiungo».

E con Mellarini, allora, com'è andata?
«Mellarini è stato sindaco, è quindi molto rispettoso di questo ruolo».

È stato un anno vissuto pericolosamente?
«Un anno di grandi cambiamenti, direi. Nuova giunta, nuovo consiglio, rotazione dei dirigenti: ne ho cambiati 9 su 27! E 11 nuovi presidenti di circoscrizione su 12. Questi cambiamenti abbiamo affrontato, con un consiglio comunale vivace, effervescente, che vuole sottolineare il proprio ruolo rispetto alla giunta, che rivendica spazi di intervento e indirizzo. Un lavoro faticoso, non lo nego, ma quando si riesce a costruire sintesi più ampie è un bel risultato. La difficoltà è trovare un equilibrio tra le grandi prospettive, il futuro a medio-lungo termine, e le domande quotidiane, le piccole e buone cose di ogni giorno che chiedono risposte. Un tema ineludibile per la politica. E il tutto è complicato dal calo, a volte drammatico, delle risorse a disposizione».

Nella saccoccia delle cose realizzate cosa mette?
«Gli interventi di riqualificazione delle scuole, una priorità per noi. In pochi mesi ci sono stati quattro interventi sul bilancio prevedendo risorse ad hoc: in ottobre per la mensa delle medie Pedrolli a Gardolo, in novembre per la scuola elementare di Sardagna e le medie Bresadola, in dicembre, col bilancio 2016, per la scuola primaria Schmid di Cristo Re, ed entro maggio ci sarà la variazione per la scuola media di Mattarello. Inoltre, l'apertura del nido di Ravina e, in settembre, di quello di Martignano...».

Altre scelte da mettere all'attivo?
«Quelle in materia di sicurezza: la squadra speciale di pronto intervento, formata anche da profughi, per i rifiuti abbandonati, che danno un'idea di degrado e abbandono; pronti interventi per eliminare la bruttezza degli imbrattamenti; il presidio in piazza Santa Maria, fatto con due vigili affiancati da altre due figure, poliziotti, carabinieri o finanzieri. La scelta che più mi rende contento è la decisione della Provincia di stanziare 900 mila euro per un progetto di tre anni, che prevede nuovi 10-12 vigili urbani. Ci sarà un bando ad hoc, e poi un percorso formativo per creare squadre che interverranno in zone e orari mirati, nel tardo pomeriggio, la sera e la notte. Per la sicurezza, ricordo anche gli interventi di riqualificazione di piazza S. Maria, con la videosorveglianza, e di piazza Dante, con l'apertura della biblioteca giovanile e quella prossima dell'Apt, che ospiterà anche un presidio con i vigili. Ci aggiungo la soddisfazione per il volto sempre più turistico della città».

Cosa intende dire?
«Che a fine 2015 abbiamo superato il milione di turisti presenti in città. Nel 2004 erano 600 mila; nel 2008, 800 mila. E la città cambia di conseguenza. Il rifacimento di via Madruzzo, per il collegamento dai tre portoni alle Albere e al Muse servirà sia ai cittadini che ai turisti. E così i lavori per il sottopasso di via Taramelli che partiranno entro l'anno. Altri interventi sono quelli relativi all'innovazione sociale, che risponde ai bisogni e alle fragilità sempre più in un'ottica di reciprocità, come le belle esperienze del co-housing insegnano, ai progetti europei, per i quali c'è stato un cambio di passo e partecipiamo a più bandi in collaborazione con altre città ed enti di ricerca come Fbk. Con Fbk, per altro, stiamo lavorando sulle smart cities . Si vedono già i risultati e nel convegno mondiale di settembre, che avrà due anime - una scientifico-accademica, l'altra divulgativa e popolare - ne daremo conto, mostrando come le tecnologie possano essere al servizio della qualità della vita, per tutti. In lista metto anche il lavoro sui beni comuni, in coerenza con il regolamento approvato nel marzo 2015. E pure l'avere chiuso, dopo mesi di confronto con la Provincia, la partita della collocazione del nuovo ospedale».


Il consiglio ha approvato in prima adozione la discussa variante urbanistica al piano commerciale. Il prossimo passaggio?
«Per la seconda adozione andremo in aula in luglio».

Confermando anche la scelta commerciale sull'area ex Sait di via Maccani? 
«La decisione è emersa in aula, ma non ci sarà alcuna inziativa autonoma e raffazzonata dei privati. È previsto un accordo pubblico-privato, con il passaggio in consiglio comunale».

E nella lista del non fatto, su cui fare autocritica?
«Dobbiamo accelerare sul tema delle politiche agricole, riprendendo il lavoro della passata consigliatura...».

Il biodistretto è fattibile?
«Ne parleremo con le realtà del settore. Trento, con 6-700 aziende, è il comune più agricolo della provincia. E i giovani, preparati, orientati al biologico e attenti al paesaggio, ci credono».

Il documento di indirizzo per il nuovo Prg era annunciato per fine aprile, ma non s'è visto.
«Avevamo detto fine maggio... Entro giugno sarà pronto. Un documento di natura politico-urbanistica per fissare i principi generali, i tempi, le modalità di partecipazione, l'équipe che se occuperà, coinvolgendo ordini e collegi professionali, ma anche l'università dove ci sono competenze da valorizzare (l'architetto Mosè Ricci , redattore del piano urbano di Lecce, potrebbe essere tra queste, ndr). Servono occhi che vedono la città da fuori».

Quali principi irrinunciabili?
«Riqualificazione. Riuso. Rigenerazione. E chiaro rapporto pubblico-privato, nella trasformazione della città...».

Una città piena di troppi «ex»?
«Contesto. Sull'ex Michelin ci sono oggi un quartiere e un parco. Sulle ex Lenzi le Corti Fiorite. Sull'ex Sordomuti si può costruire dal 2008, ma tocca al privato. Certo, ci sono l'ex Italcementi e le aree inquinate di Trento nord...».

Bloccate all'infinito?
«Nei prossimi giorni, su ex Sloi ed ex Carbochimica, ci sarà un incontro tecnico con la Provincia, che ne ha competenza».

La partita dell'acquedotto è ancora irrisolta. Quando ci sarà una decisione?
«Ho aggiornato di recente la commissione vigilanza. Aspettiamo l'esito di una consulenza fatta fare dal Comune di Rovereto. L'obiettivo è creare una società in-house, per acqua e rifiuti con Rovereto, i comuni della Vallagarine e dell'ambito di Trento, Aldeno, Cimone e Garniga. Una società per 210 mila potenziali abitanti».