FRANZOIA: «La società è sempre più frammentata, come confermano gli ultimi dati sull’aumento dei single e dei genitori che crescono i figli da soli, fenomeno per cui gli stranieri si stanno adeguando agli italiani. Le politiche devono insistere a favore dell’inclusione. Ma anche i cittadini devono fare la propria parte: un futuro di benessere passa per la costruzione di relazioni significative».
S. Voltolini, 6 maggio 2016
Mariachiara Franzoia, assessora alle politiche sociali del Comune di Trento, riflette sulla realtà che emerge dall’analisi «Tipologia di famiglie nel comune di Trento e nelle circoscrizioni» elaborata dagli uffici di Palazzo Thun.
Una città popolata da un numero crescente di single, coppie senza figli, in cui aumentano i genitori soli, soprattutto di origini straniere (+200,8% in dieci anni). È la fotografia del capoluogo scattata dall’indagine del servizio sviluppo economico, studi e statistica del Comune. I dati confermano alcune tendenze degli ultimi anni. Delle 52.996 famiglie presenti sul territorio cittadino nel 2015, infatti, 21.130 (ossia il 39,9%) è composto da un solo componente: 12.261 sono donne, i rimanenti 8.869 uomini. Salgono rispetto al 2006 le famiglie monogenitoriali (+14,2%), le coppie senza figli (+8%). Quelle con figli calano del 5,2%.
Elemento interessante, le famiglie straniere o miste registrano vanno nella stessa direzione, ma con percentuali maggiori. I single crescono nel decennio del 104,1%, quelli con almeno un figlio del 200,8%.
I numeri tuttavia non rappresentano una sorpresa per l’amministrazione. «L’analisi conferma il fenomeno in atto negli ultimi quindici anni — ragiona Franzoia —, ovvero la frammentazione delle famiglie, che sono più piccole e più fragili e hanno meno reti attorno». Almeno per la demografia, i dati dicono che «l’integrazione» funziona. «Anche le famiglie immigrate e in generale le persone di origine straniera e arrivate a Trento seguono le tendenze del resto della società. Si allineano in pratica alla società ospite», prosegue l’assessora.
Comune e Provincia, attraverso gli strumenti di welfare, cercano di attenuare il senso di precarietà sociale e lavorano sulle situazioni più esposte. In generale, lo sforzo è rinsaldare i legami sociali. «Il piano sociale approvato parla proprio di questo — precisa Franzoia —. Il senso è una Trento come città di comunità, di relazioni. Tutto concorre a questo obiettivo, le politiche integrate, gli operatori istituzionali, il privato sociale, il volontariato. Si prova a rimettere assieme ciò che è frammentato. Fare in modo che le famiglie aiutino le altre famiglie, che anche gli anziani soli abbiano attenzione, per un welfare di comunità».
Da sole però le istituzioni non possono centrare l’obiettivo. Occorre il contributo di ciascuno. «I cittadini — conclude l’esponente del Pd — devono essere aperti e essere coscienti che un futuro di benessere, non intendo solo materiale, passerà sempre più per la costruzione di relazioni significative. Non si può chiudersi fra le mura del proprio appartamento. Occorre condividere momenti e risorse, nel proprio condominio e nel proprio quartiere».