Meli, ciliegi, pruni, lino, canapa, orzo, farro, mais, sovescio, trifoglio, erba medica, cappucci, zucchine, carote, rape... ma anche golden, stark, grammy, topaz, renette, gala... in una sola parola, biodiversità. È questa la grande fantasia della natura.
Donata Borgonovo Re, "L'Adige", 5 maggio 2016
Natura che, spesso con l'aiuto dell'uomo, esprime la varietà degli organismi viventi e disegna la ricchezza biologica del mondo nel quale ci troviamo a vivere. In particolare, la biodiversità vegetale, sia nelle piante coltivate sia in quelle selvatiche, per gli esperti costituisce la base dell'agricoltura: rotazioni di colture, stagionalità, recupero di sementi autoctone... È dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all'insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, diminuisce il livello di salute delle popolazioni, ne impoverisce le tradizioni culturali e riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche. Per questo, l'Europa ha definito la biodiversità «la nostra assicurazione sulla vita» ed ha elaborato una precisa strategia politica per il decennio 2010-2020 che mira, da un lato, alla conservazione e al ripristino degli ambienti naturali e degli ecosistemi degradati e, dall'altro, al potenziamento del ruolo positivo che agricoltura, silvicoltura e pesca esercitano sul mantenimento e sul rafforzamento della biodiversità.
Nell'esperienza quotidiana, produttori e cittadini sono tutti coinvolti, ciascuno con una propria specifica responsabilità: se i primi si impegnano a curare la qualità dei loro prodotti, rispettando i ritmi e i tempi della natura e recuperando l'armonia tra rendita economica e sostenibilità ambientale, i secondi sono chiamati ad una maggior consapevolezza del valore di questo lavoro. Riconoscendo, ad esempio, che la qualità ha un costo e che è un bene per tutti accettare di pagarlo: non risparmiamo sul cibo che ci nutre e che in tanta parte determina la nostra salute! Anche il nostro Piano per la salute 2015-2025 sottolinea l'importanza della qualità dell'alimentazione, a partire dalla produzione degli alimenti, dalla loro trasformazione, distribuzione e commercializzazione, per arrivare al consumo, alla gestione delle eccedenze e dei rifiuti. Filiera corta, mercati contadini, Gruppi di acquisto solidale: in Trentino ci sono già molti strumenti interessanti che possiamo fin da subito utilizzare. Basta volerlo.
Investire in biodiversità ha insomma molteplici significati e molteplici ricadute sulle nostre comunità: bene ha fatto il Dreier Landtag dell'Euregio ad adottare la deliberazione sulla tutela della biodiversità nei nostri territori di montagna - ne scriveva sull'Adige nei giorni scorsi il proponente, il consigliere Lozzer, che ringrazio per la sensibilità al tema -, scegliendo di affrontare in modo congiunto l'impegno alla tutela, alla promozione ed al sostegno della biodiversità alpina. Un impegno che avrà ricadute positive sulle politiche di sviluppo rurale e che darà forza a quelle realtà, spesso molto piccole, che in Trentino già da tempo stanno operando con tenacia e convinzione in questo settore. E che a Coredo, in una serata molto partecipata, vivace e propositiva, hanno potuto incantare il pubblico con la narrazione delle loro esperienze, donandoci la preziosa certezza che la biodiversità umana è la miglior garanzia per il futuro della biodiversità.