Tutti - o quasi - contro Manuela Bottamedi. Il post della consigliera provinciale sui “soliti fancazzisti di colore” che popolano i giardini di piazza Dante - anche dopo l’inaugurazione del Liber Cafè - ha scatenato reazioni polemiche sia dentro che al di fuori del web. Quella del sindaco Alessandro Andreatta è tra le più dure: «Esprimo condanna per affermazioni così pesanti, irrispettose e anche violente di fatto nei confronti di persone che vivono nella nostra città», afferma.
L. Marognoli, "Trentino", 3 maggio 2016
Nel post “incriminato”, Bottamedi l’aveva tirato in ballo direttamente: “Non sarebbe ora, caro Sindaco e caro Commissario del Governo, di ridare dignità a quella piazza?”, aveva scritto. «Il sindaco non è stato per nulla disattento - risponde Andreatta - tanto che in 8 anni è intervenuto su ogni metro della piazza, collocando telecamere, potenziando l’illuminazione e sfoltendo la vegetazione. Poi c’è stato l’intervento sulle due aree verdi, verso nord e verso sud. Infine l’apertura della biblioteca e del Liber Cafè: non un semplice bar ma un piccolo centro culturale dove bambini e famiglie possono incontrarsi. Non solo: tra poche settimane sarà conclusa la ristrutturazione della palazzina Apt. Tutte queste cose le abbiamo fatte per le persone, senza alcuna distinzione di sesso, età, cultura e religone. Una piazza per tutti, come nel nostro stile. Chiaro che i comportamenti illeciti vengono sanzionati o dai vigili o dalla polizia di stato, dai carabinieri e dalla finanza come è già avvenuto e continuerà ad avvenire. Di piazza Dante parlo spesso al comitato per l’odine e la sicurezza: è migliorata sotto molti aspetti ma può migliorare ancora. Senza però alcun pregiudizio e forme di intolleranza».
Su Facebook l’assessore e candidato segretario Pd Italo Gilmozzi è altrettanto severo: «Stop al razzismo! L'unica risposta vera alle affermazioni di Manuela Bottamedi. Le esternazioni della consigliera ex autonomista, ex 5 Stelle sono un insulto alla politica dell'accoglienza, al rispetto dell'altro, pilastri necessari al vivere civile! Queste frasi sono un incitamento alla violenza, alla paura dell'altro, al disordine! Usiamo il buon senso!».
Sulla stessa linea Lucia Coppola, presidente del consiglio comunale: «Le ho risposto - dice - trattenendo i giudizi a fatica, nel merito del suo post inqualificabile nei contenuti, nel linguaggio e nei toni. Brutto spettacolo per una persona delle istituzioni! Che è stata anche in maggioranza al governo col Patt...». Il consigliere 5 stelle Andrea Maschio prende le distanze: «Davvero mi vergogno che una persona come lei abbia fatto parte di noi. Nei modi e nei toni». Poi aggiunge: «I politici hanno la responsabilità di trovare soluzioni a monte e non lanciare anatemi solo atti a raccogliere consenso e aumentare l'acredine, la sensazione di insicurezza e la paura. Si facciano proposte serie non urla di convenienza... ma da alcuni in effetti non è mai arrivato altro!».
Tra chi si schiera con la consigliera c’è invece Giacomo Bezzi, di Forza Italia. Che, testualmente, scrive: «Tranquilla Manu se non si appoggia il csx automaticamente si è razzista! Noi moderati, autonomisti liberali diciamo NO allo schifo di piazza dante e di migranti economici che non scappano dalle guerre!! NO non possiamo ospitare tutta l'africa in Trentino ed Austria a diritto a difendere i propri confini visto che l'Italia lo fa male e non registra chi entra!!». L’autodifesa di Manuela Bottamedi è vigorosa: «Me lo ricorderò questo primo maggio 2016: apro i giornali locali e scopro di essere razzista. Dire la verità, per certa sinistra radical chic e politically correct, equivale ad essere razzisti. Dire che piazza Dante è piena di "fancazzisti di colore" equivale ad essere razzisti. Scusate... forse avrei dovuto dire "immigrati che bighellonano tutto il giorno". Io sono abituata a non nascondermi, a dire le cose come stanno, a non essere ipocrita e ad affrontare i problema senza farci il giro. Se questo dà fastidio a qualcuno, vada a farsi un giro in certe metropoli americane o del nord Europa, dove i parchi sono proprietà dei cittadini e la sera chiudono i cancelli, dove le donne e le ragazze possono girare serenamente ovunque, dove le mamme con i loro bambini hanno pieno possesso dei parchi gioco, puliti e in ordine. Ma scusate... dimenticavo che qua siamo in Italia». Anche i cittadini, forse, si ricorderanno le sue parole, magari al momento di esprimere il loro voto. E se questo era l’obiettivo della consigliera, lo ha centrato in pieno.
Il caso delle esternazioni “incriminate” di Manuela Bottamedi ha avuto conseguenze politiche immediate. È accaduto nella Quarta commissione del consiglio provinciale, dove ieri è approdato il ddl della stessa Bottamedi e di Violetta Plotegher sul contrasto all’abuso di alcol tra i giovani. La consigliera del Pd, dopo un confronto con Bottamedi, ha riferito alla Commissione che elemento centrale della sua proposta è quello educativo e, per sentirsi più libera, ha ritirato la firma al suo ddl. Anche perché, ha specificato, le posizioni tra le due firmatarie, da un anno a questa parte, si sono allontanate. Bottamedi ha detto di essere sconcertata di fronte a questa scelta, perché il ddl è stato condiviso e comune è l’obiettivo: lottare contro una piaga sociale alla quale sono esposti i minori. L’ultimo rapporto del dottor Pancheri di alcologia, ha ricordato, ha messo in evidenza che in Trentino il 18,3% dei minori adotta comportamenti rischiosi, una percentuale sopra la media nazionale; e anche per il binge drinking siamo sopra la media nazionale. I più a rischio, ha ricordato inoltre, sono i ragazzini tra i 16 e 17 anni. “Ora – ha detto Manuela Bottamedi - per motivi che esulano da questo ddl, cioè la questione di piazza Dante, Plotegher ha annunciato il ritiro della sua firma. In tanti anni d’insegnamento – ha detto ancora la consigliera del gruppo misto - ho avuto decine di ragazzi extracomunitari senza mai discriminare nessuno. Li ho tutti trattati nello stesso modo e quindi che adesso una collega, con la quale ho condiviso una proposta di legge, solo perché un giornale locale ha parlato di un mio supposto razzismo, ritiri la sua firma da un ddl condiviso, mi ferisce ancora di più. Detto ciò porterò avanti questo ddl che ha al centro dell’attenzione proprio l’educazione. La consigliera Plotegher non mi ha concesso nemmeno il tempo di parlarne assieme: questo sì che è razzismo”. L’assessore Olivi ha detto che il ddl affronta un problema rilevantissimo, anche se, rispetto al quadro nazionale, la legge 19, ha affrontato, per la prima volta in Italia, questo tema del consumo e dell’abuso di alcol tra i minori.