#OMOFOBIA, gli alleati restano divisi Il Pd: sì al testo. Frenano Patt e Upt

I buoni propositi sul «metodo» e la «collegialità» potrebbero solo nascondere le vere insidie per il centrosinistra autonomista, che ora sembrano spostarsi dalla contesa per la leadership nel 2018 ai punti d’attrito sul programma: a partire dal disegno di legge sull’omofobia e da quello per la doppia preferenza di genere.
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 26 aprile 2016

 

«Il tema dei diritti di cittadinanza non può non essere trattato nell’incontro» dice Bruno Dorigatti (Pd) a proposito del vertice di maggioranza in programma oggi pomeriggio in presidenza.

«Vediamo se ne parleremo o meno, deciderà Rossi la scaletta della riunione» frena Lorenzo Ossanna, capogruppo delle Stelle alpine. L’Upt, piuttosto fredda sul tema omofobia, insiste «sulle modalità di lavoro opportune per il rilancio della coalizione», come precisa il capogruppo Gianpiero Passamani. Intanto, l’Arcigay avverte: «Se la maggioranza vuole qualificarsi, è fondamentale che la legge venga approvata. Altrimenti, sarebbe un fallimento del centrosinistra».

Il vertice

L’appuntamento è alle 17 all’interno del palazzo della Provincia in Piazza Dante: a quanto pare nella sala Fedrizzi, che dovrà contenere oltre a Rossi gli assessori e i consiglieri provinciali dell’alleanza, oltre ai coordinatori politici dei partiti. L’incontro nasce come ultima tappa del percorso volto a riportare serenità nella maggioranza, dopo le fibrillazioni delle settimane scorse. Lo stesso presidente, Ugo Rossi, era apparso in difficoltà per i contrasti con gli alleati — soprattutto il Pd e il vice Alessandro Olivi — e l’inchiesta su Telemedika, vincitrice di un appalto su cui indaga la procura, azienda partecipata da un parente del governatore. Su quest’ultimo punto, fra l’altro, Rossi non è intervenuto finora per un chiarimento definitivo.

Di metodo e maggiore collegialità si è parlato nel pre-vertice di venerdì scorso con segretari e capigruppo, che pare aver avuto esito positivo per la coalizione. Incassato il «sì» dei partiti al prossimo referendum sulla riforma costituzionale di Renzi, il presidente cercherà probabilmente di «chiudere» sul programma per i due anni e mezzo restante di consiliatura. È qui tuttavia che l’appello alla coesione potrebbe scontrarsi con i distinguo interni.

Il Pd

Le due grane sono principalmente i disegni di legge sulla doppia preferenza di genere alle elezioni provinciali e contro l’omofobia. I democratici insistono sui «diritti di cittadinanza». Dorigatti inserisce nel discorso anche il testo sulla democrazia popolare. «Vanno messi sul tavolo della discussione» dice il presidente dell’Aula, pronto a calendarizzare le proposte se ci sarà condivisione. Riguardo all’incontro, afferma: «Bene ha fatto Rossi a promuoverlo. Il metodo di lavoro è indispensabile. Quanto ai temi, i principali sono autonomia, crescita del Trentino e appunto i diritti di cittadinanza. Va poi considerata la questione dei profughi e del valico del Brennero».

Patt e Upt

Nella coalizione tutti sanno che qualora tornasse in Consiglio il ddl omofobia, le minoranze ricomincerebbero con l’ostruzionismo che finora, grazie allo scarso convincimento dentro il centrosinistra, ha fermato la proposta. I rumors di palazzo dicono addirittura che il primo testo, quello anti-omofobia, potrebbe essere sacrificato al secondo. Di certo gli alleati non annunciano battaglia. «Non so se discuteremo nel vertice delle due questioni» dice Ossanna. «In generale, l’incontro è utile per tornare a fare gruppo». Dello stesso avviso Simone Marchiori, vicesegretario del Patt. « L’idea è partire tutti assieme. Sui diritti civili, vediamo».

L’Arcigay

L’associazione, che assieme a Arcilesbica aveva presentato il ddl di iniziativa popolare rinviato dalla scorsa consiliatura a questa, osserva l’ennesimo balletto nel centrosinistra. Dopo l’ennesimo rinvio, l’ultimo impegno era di riportare il testo in Aula a maggio. «Finora non abbiamo ricevuto comunicazioni contrarie» dice il presidente Paolo Zanella. «Se la legge non venisse approvata in tempi umani sarebbe un fallimento per la maggioranza». Riguardo a un possibile sacrificio del testo, afferma: «Non vedo perché dovrebbero essere in contrapposizione. Vanno licenziati entrambi». A breve la richiesta di un incontro con Rossi, prima di quelli istituzionali per il 17 maggio, giornata contro l’omofobia.