«Sulle nomine in A22 quello che è mancato è una regia e un metodo collegiale nella prima fase: così la giunta regionale ha dovuto deliberare due volte, perché non era fatta carico della quota di genere, e si è arrivati alla staffetta per la presidenza, perché noi avevamo sollevato perplessità. Ora Rossi si è deciso a organizzare gli incontri di maggioranza che io sto chiedendo - inascoltato - da un anno. Speriamo che si faccia uno sforzo, d'ora in poi, per un governo più collegiale».L. Patruno, "L'Adige", 26 aprile 2016
Il deputato del Pd, Michele Nicoletti, stigmatizza il patto a due tra Ugo Rossi e Arno Kompatscher, il presidente altoatesino, che da soli pensavano di spartirsi le cariche di Autobrennero e difende la scelta della staffetta per la presidenza tra Andrea Girardi, voluto da Rossi, e Luigi Olivieri, proposto dal Pd. «Neppure i parlamentari della Svp - rivela Nicoletti - erano stati informati delle nomine decise da Rossi e Kompatscher».
Onorevole Nicoletti, perché il Pd ha insistito per avere Luigi Olivieri alla presidenza dell'A22?Il corridoio del Brennero è per noi fondamentale e strategico, sul tunnel sono investiti 10 miliardi di euro da Italia e Europa. Questo si è reso possibile anche dal tipo di politica fatta all'interno di A22 con l'accantonamento di risorse per la ferrovia. L'impegno di questi anni è stato quello di far sì che A22 potesse rimanere ancorata ai territori che l'hanno gestita bene e ci siamo adoperati per mantenere la concessione con la trasformazione in società interamente pubblica. I territori soci che si impegnano nel recupero delle quote dei privati hanno manifestato un desiderio di protagonismo nella governance. Infatti i soci del sud hanno nominato l'ex ministro Santagata (Modena e Reggio) e il sindaco di Mantova e personalità significative a Verona. In questo protagonismo dei territori in una società pubblica a noi è sembrato fosse essenziale una strategia comune a livello regionale, che è mancata in una prima fase, e poi quando abbiamo cercato di ricostruirla era essenziale che ci fosse una presenza rappresentativa di tutte le componenti del territorio. Noi abbiamo proposta una figura che avesse competenze professionali ma anche politiche, di rapporti con le istituzioni nazionali.
Vi aspettate che sia ancora aperta la discussione sulle deleghe da attribuire al presidente e da togliere all'ad?Questa è una competenza che spetta al consiglio di amministrazione eletto dai soci. Per noi era importante una condivisione sulle persone che andranno a sedersi nel Cda.
Pensa che ci si debba preoccupare per il risultato delle elezioni politiche in Austria, con il successo del partito di estrema destra che va al ballottaggio con i Verdi?È stato sicuramente una sorpresa spiacevole anche per loro. Ero qualche giorni fa a Strasburgo a pranzo con il presidente austriaco Fischer e nessuno prevedeva questo scenario. Mi auguro che le forze democratiche e moderate scelgano ora il candidato dei verdi.
Al Brennero cosa accadrà?Noi abbiamo espresso tutto il nostro dissenso alla chiusura sia dal punto di vista umanitario che economico, visto che investiamo 10 miliardi nel tunnel per fare andare le merci più veloci e sopra si chiude. È una contraddizione. Spero che la Guardia costiera europea e una gestione comune delle frontiere se a regime possano rassicurare i Paesi membri.
Il Trentino cosa può fare?Se non vogliamo che l'Euregio sia solo una formula retorica penso che i tre governatori dovrebbero farsi avanti proponendo agli Stati di gestire loro i controlli e i flussi di profughi creando strutture distribuite per evitare gli ammassi alla frontiera.
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