Il Presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, ha partecipato nella mattinata di oggi alle celebrazioni del 25 aprile. Nel suo intervento, come rappresentante del più alto livello democratico dell'autonomia trentina, si è soffermato sulle necessità di ritornare alla partecipazione, di superare il clima d'indifferenza e di rassegnazione che ha colpito la società italiana e trentina.
B. Zorzi, Ufficio Stampa Consiglio provinciale, 25 aprile 2016
"Davanti ai drammi del presente – ha detto Dorigatti chiudendo nella sala di rappresentanza del Comune di Trento a palazzo Geremia la cerimonia – sta facendosi strada la falsa cultura dell'adeguarsi: se il fiume della storia va in una direzione, sembra impossibile e superfluo opporvisi. Eppure la lezione della Resistenza è ben altra. E' una lezione che parla della volontà estrema del cambiamento; del bisogno di rettitudine morale; di senso di responsabilità; di recupero dei valori dell'umano, che sono il tratto distintivo di tutte le Resistenze d'Europa e delle Carte costituzionali che da esse discendono".
Il messaggio ancora attuale del 25 aprile, secondo Dorigatti, sta in questo appello a resistere giorno dopo giorno. Al rischio, ha continuato, "del lasciar correre, dell'abituarsi al peggio, del rifiuto di dissentire rispetto all'onda omologante del presente, che comporta un progressivo abbandonarsi alla facile esca dei populismi, al comodo richiamo di quanti credono che basti alzare un muro per interrompere la disperazione dei profughi". Uno degli argini a questa deriva, ha ricordato ancora, sta nella Costituzione, nella democrazia e, ha sottolineato, nel diritto – dovere del voto e quindi nella partecipazione. Uno dei prodotti del 25 aprile e, più in generale, della rinascita democratica del nostro continente è l'idea di unione europea. Un tema sul quale il Presidente del Consiglio si è soffermato. "Guardiamo a quest'Europa spaesata, incerta e paurosa – ha detto – quasi fosse un soggetto a noi estraneo: così, ci dimentichiamo che l'Europa siamo noi, e lo siamo negli atti del quotidiano, oltreché nelle culture dell'incontro e della solidarietà". Per questo la celebrazione del 25 aprile, ha detto Bruno Dorigatti, è importante perché ci riporta a riscoprire "quei valori, quelle aspettative, quel sogno di un'umanità diversa, che ci portano a confidare un un'alba di ritrovate speranze, senza le quali rischiamo di ricadere nell'oscurità degli odi, dei razzismi, delle xenofobie che tanto male hanno fatto durante il '900".Un 25 aprile, secondo il Presidente del Consiglio, che ci fa dire no al ritorno dei confini e che ci richiama alla forza della democrazia. La democrazia che, ha ricordato infine, ha permesso a questo Paese di superare gli "anni di piombo", il rigurgito autoritario degli anni '70 e il terrorismo stragista, e deve fare da argine al fanatismo di oggi. "Anche allora – ha concluso – resistemmo e non ci piegammo alla cultura della violenza e del terrore, vincendo il male con le armi della democrazia, del lavoro e dei diritti".