«Se qualcuno si sente leso nella maestà dalla dialettica di coalizione non va bene, perché senza un Pd forte il centrosinistra non regge all'irrompere di altre forze». Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia, replica così al governatore Ugo Rossi che, ieri, aveva rimproverato ai partner di governo di fare «troppi distinguo» e aveva chiesto di portare a termine il programma di coalizione e di spostare al 2018 la discussione sul candidato presidente del centrosinistra autonomista.
"L'Adige", 20 aprile 2016
«Su questo sono d'accordo con Rossi - afferma Olivi - noi abbiamo la responsabilità di non pensare alle elezioni, ma di governare. Siamo a metà legislatura ed è evidente che la responsabilità e la maturità e il rispetto del nostro ruolo prevede di governare, amministrare e sapere che il Trentino ha bisogno di stabilità unita a un governo che abbia il coraggio di realizzare un programma innovativo». Un programma che «dal mio punto di vista - afferma ancora Olivi - non è solo quello scritto due anni e mezzo fa, ma riguarda la capacità di intercettare i cambiamenti in una società che si modifica con una velocità incredibile».
Detto questo, Olivi sottolinea di considerare le «diversità di pensiero e di idee» espresse però «nel limiti del rispetto per il lavoro fatto» e senza «delegittimare nessuno», una «ricchezza per il centrosinistra. Silenziare tale differenza non sarebbe positivo: io credo che questo dibattito ha consentito alla coalizione di fare argine a due mali. Il primo: quello del populismo come ha detto anche Rossi e di un'eccessiva semplificazione dei messaggi che vanno dati invece con verità e responsabilità. Il secondo: quello di scorciatoie individualiste». Per Olivi «se vogliamo che l'esperienza politica della coalizione sia ancora un punto di riferimento e favorisca la partecipazione consapevole alla politica, dico che a volte è meglio qualche distinguo in più che qualche scorciatoia decisionale».
Per Olivi, quindi, la dialettica del Pd verso la giunta non cesserà. «Se questo viene vissuto come un fastidio è un problema perché allora occorre fermarsi e riflettere e difficilmente si riuscirà a silenziare quella che è una ricchezza di coalizione. Tra noi e il Patt ci sono differenze significative ed è giusto che appaiano. Questa dialettica non mette in discussione la leadership o prefigura altre ipotesi di coalizione». Per Olivi «non siamo un cda di una società ma un organo politico e siamo eletti dai cittadini per portare le nostre idee».
Secondo il vicepresidente della giunta, la «leadership non va invocata, ma costruita» e per rilanciare «il centrosinistra serve sì il programma, ma soprattutto tenere desta una discussione che sono legati a una visione di innovazione politica cui i partiti devono tendere».
Rispetto al tema dell'unità della coalizione e della figura di Rossi, secondo alcuni indebolita dalle vicende giudiziarie («che - va detto - non lo toccano direttamente» spiega Olivi), l'esponente del Pd è chiaro: «Credo che l'autorevolezza di Rossi per quanto mi riguarda è quella che deve derivare dalla politica. Sono convinto che Rossi è una persona perbene e onesta e non ho mai pensato per un minuto in questi giorni e non mi sono mai augurato che le indagini possano indebolirne il ruolo e il profili». Rossi può «richiamare l'unità quando lui e in particolare la sua forza politica riconoscono che è qualcosa si costruisce tutti assieme a partire da chi ha più responsabilità».