TRENTO Lunedì l’azienda sanitaria potrebbe avere un nuovo direttore generale. Il condizionale è d’obbligo ma quasi solamente una formalità, in quanto ieri l’assessore provinciale Luca Zeni ha spiegato di aver individuato la figura adatta a ricoprire l’incarico succedendo a Luciano Flor, anche se l’ultima parola spetta alla giunta.A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 15 aprile 2016
«Uno dei punti all’ordine del giorno della giunta di lunedì è la nomina del nuovo direttore generale — spiega l’assessore — Avanzerò al resto dell’esecutivo la mia proposta, ma poi sarà la giunta ad approvare».
L’annuncio di Zeni è arrivato nel corso del convegno organizzato dall’associazione italiana ospedalità privata (Aiop) in cui sono stati messi a confronto il sistema sanitario della Lombardia, caratterizzato da un regime di competizione e collaborazione fra pubblico e privato, e quello trentino, caratterizzato invece da una sanità pubblica dominante con un settore privato a rivestire un ruolo più propriamente integrativo. Sono intervenuti il presidente della sezione trentina dell’Aiop, Carlo Stefenelli, quello nazionale, Gabriele Pelissero, e il presidente del Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) dell’università Bocconi di Milano, Elio Borgonovi.
Il nome resta dunque ancora top secret, ma le indiscrezioni si moltiplicano. Secondo le voci più fondate, il nuovo direttore generale dell’Apss innanzitutto non sarebbe trentino, elemento che troverebbe conferma nella composizione della commissione chiamata a valutare i sei candidati finali e a selezionare fra essi il successore di Flor. La scelta di inserire nel comitato Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo ma soprattutto responsabile dell’anticorruzione all’agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) e figura stimata a livello nazionale, spingerebbe a pensare che la volontà sia quella di individuare il nuovo direttore al di fuori dei confini trentini. Inoltre, quando Donata Borgonovo Re ricopriva ancora l’incarico di assessora alla Sanità, avrebbe stilato un elenco di papabili, la maggior parte dei quali non sarebbe stata residente in Trentino. In particolare l’attenzione si concentrerebbe in Lombardia, anche se c’è chi non esclude che si possa trattare di un professionista di origine trentine, trasferitosi fuori provincia e ora pronta a rientrare.
Alla tavola rotonda organizzata dall’Aiop, però, Zeni ha annunciato anche «un rilancio dell’ospedale di Tione» valutando «anche l’eventuale chiusura del punto nascite». Secondo l’assessore, «all’interno della rete ospedaliera trentina, ogni presidio deve avere la propria vocazione ed essere un punto di riferimento per il territorio». Ecco perché per Tione «da alcune settimane è in atto un confronto con gli amministratori delle Giudicarie, con la direzione dell’ospedale e con l’azienda sanitaria al fine di garantire e rinforzare i servizi che la struttura può offrire ai cittadini, anche attraverso investimenti, soprattutto di personale, da parte della Provincia».
L’assessore ha comunque spiegato che da Roma non sono giunte risposte rispetto alla deroga chiesta sui punti nascita, tuttavia «sapendo che ben difficilmente potrà essere affermativa su tutti i quattro punti nascita» è forse più «responsabile e corretto nei confronti della comunità non subire, ma semmai anticipare decisioni esterne». «L’opportunità che si presenta oggi è un rilancio importante della struttura di Tione, in particolare in reparti come ortopedia, medicina, radiologia, particolarmente necessari ai cittadini delle Giudicarie — afferma Zeni — Nei prossimi giorni il confronto con gli amministratori e con la direzione dell’ospedale proseguirà al fine di arrivare a una scelta il più condivisa possibile».
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