TRENTO C’è anche Violetta Plotegher, assessora regionale, tra i sostenitori di Elisabetta Bozzarelli al congresso del Pd trentino. La firma di Plotegher è tra le 250 presentate entro la scadenza di ieri, ultimo giorno utile per formalizzare e completare le candidature. Italo Gilmozzi e Bozzarelli hanno depositato, assieme alle 250 firme massime richieste, anche le rispettive mozioni congressuali. Si apre adesso la finestra dedicata alla costruzione delle liste nei sei collegi previsti per le primarie del 29 maggio.A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 12 aprile 2016
Gilmozzi è sostenuto da un accordo largo che va dall’area di Donata Borgonovo Re, Michele Nicoletti e Mattia Civico a quella dei «renziani» Giorgio Tonini e Elisa Filippi, fino a ciò che resta del gruppo che sostenne Giulia Robol (tra cui Luigi Olivieri); ancora, sono per Italo Gilmozzi anche il vicepresidente della giunta, Alesandro Olivi e gli assessori Sara Ferrari e Luca Zeni, l’ultimo a schierarsi chiaramente per l’assessore comunale di Trento pur auspicando «una convergenza».
Con Bozzarelli sono schierati il capogruppo provinciale Alessio Manica, l’assessore regionale Violetta Plotegher, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Ma anche l’ex presidente Lucia Fronza Crepaz (esponente del movimento dei Focolari), l’ex sindaco di Rovereto Andrea Miorandi e altre figure come Aldo Marzari, Vincenzo Calì e Renato Ballardini.
La mozione di Gilmozzi si intitola «Insieme. Per un Pd che costruisce il futuro» e propone quattro impegni. Il primo riguarda le riforme costituzionali, con il Pd che «non dovrà limitarsi a un’indicazione per il sì al referendum, ma mettere in moto tutte le sue energie e risorse per dare voce e forza alle ragioni del riformismo». Poi la mozione Gilmozzi si impegna a «garantire la stabilità delle giunte». Gilmozzi lancia un’agenda Trentino 2020, che coinvolga i circoli e, come ultimo impegno, si propone di «rafforzare ancora di più la dimensione politica della coalizione».
Nella mozione Bozzarelli l’accento è posto sul nodo dell’autonomia politica di un partito che sia «realmente democratico e convintamente regionalista». La mozione parla di sostegno al governo Renzi e alla riforma costituzionale, ma sottolinea anche la necessità di autonomia organizzativa da Roma.
L’obiettivo è «costruire e guidare una coalizione che permetta di unire tutte le forze popolari e riformatrici in Trentino». Con l’obiettivo — tra gli altri — di rappresentare «i settori economici e sociali» che il Pd ha «spesso rinunciato a considerare nella loro rilevanza politica», dal lavoro autonomo all’industria.
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