Intervento in Aula dell'On. Laura Froner sul Decreto Legge 135/2009

Roma, 18 novembre 2009
"Signor Presidente, cercherò di essere estremamente sintetica anche perché molti colleghi si sono già espressi sulla stessa materia, ma è opportuno non perdere alcuna occasione per esprimere la nostra contrarietà verso questo provvedimento, innanzitutto per la scelta di metodo operata in questi giorni di blindare il lavoro della Camera e di ricorrere per la ventiseiesima volta al voto di fiducia".


Le motivazioni di necessità e di urgenza a cui il Governo ha fatto ricorso si rivelano molto labili e tendono a nascondere i veri motivi riconducibili allo stato di incertezza in cui versa la maggioranza al proprio interno. Lo stravolgimento delle procedure legislative, soprattutto nel caso di alcune misure contenute all'interno di questo provvedimento che cercherò di illustrare brevemente, non sono assolutamente giustificabili. Il Parlamento viene privato non solo della propria funzione legislativa, ma anche della possibilità di discutere e di perfezionare materie che sono di comune interesse e sulle quali i cittadini si aspettano da noi misure migliorative che garantiscano i loro diritti fondamentali. Anche alcuni deputati della maggioranza nei giorni scorsi avevano auspicato la possibilità di intervenire nel merito di alcune decisioni prese forse con superficialità e frettolosamente.
Ma entriamo nel merito, vorrei parlare anch'io del contenuto degli articoli soprattutto 15 e 16 del provvedimento in esame. Con l'articolo 15, come è già stato detto, si è persa l'occasione di operare una riforma condivisa a proposito dalla gestione dei pubblici servizi locali. Da molti anni si discute di questo argomento e tante volte in passato si è cercato di intervenire senza esiti positivi. Il gruppo del Partito Democratico aveva proposto di stralciare questo articolo, anche in considerazione del fatto che non sussiste alcun motivo di intervenire con urgenza per adempiere ad obblighi comunitari in questo caso, a sentenze della Corte di giustizia o a procedure di infrazione. In particolare è stato osservato come la questione delle risorse idriche contenuta nell'articolo 15, proprio per la natura stessa di un bene indispensabile e vitale come l'acqua, il cui accesso va garantito a tutti i cittadini, andava disciplinata separatamente rispetto agli altri servizi pubblici locali. Invece, il contenuto che il Governo ci ha voluto imporre, ricorrendo all'ennesimo voto di fiducia, è inaccettabile: non affronta con cura e in modo approfondito una riforma organica e puntuale del sistema dei servizi, una riforma collegata al riordino delle funzioni degli enti locali, alla definizione della carta delle autonomie e alla riorganizzazione delle funzioni stesse, come bene ha ricordato ieri il collega Fontanelli. Invece ci troviamo di fronte ad un altro pasticcio, un testo che corregge un altro testo, la legge n. 133 del 2008, ispirato anch'esso da una fretta ingiustificata.
Questo modo di procedere per approssimazioni ci spinge ad approvare testi spesso confusi e contraddittori su cui inevitabilmente siamo costretti ad intervenire successivamente. Rinunciare al confronto parlamentare non significa solo muoversi in senso contrario rispetto ad una riforma organica, come dicevo, nel campo del sistema dei servizi pubblici locali a cui si poteva arrivare in modo condiviso, ma soprattutto agire a favore della privatizzazione di settori economicamente rilevanti, quale l'acqua ed i rifiuti, secondo una logica che porta ad anteporre l'esigenza del maggior guadagno a quella dell'efficienza nella gestione, senza preoccuparsi di garantirci da ciò che potrebbe derivare da una spinta eccessiva verso la privatizzazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LAURA FRONER. Mi avvio alla conclusione. Per tutelare i diritti dei cittadini e delle comunità locali, a nostro parere, sarebbe stata quanto meno necessaria l'istituzione di un'autorità di regolazione con poteri di vigilanza sulle tariffe e sulle attività dei gestori che, in quanto maggiormente privatistici, saranno prevedibilmente meno sensibili alle esigenze della collettività, ma anche in questo senso da parte del Governo è mancata qualsiasi disponibilità ad accogliere i nostri suggerimenti.
Vi è stato, dunque, un atteggiamento di palese disinteresse nei confronti delle difficoltà che potranno sorgere soprattutto per i soggetti e i territori più svantaggiati del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).