«Basta con le aziende decotte, ora Trentino Sviluppo ha come obiettivo lo sviluppo di valore economico e occupazionale per il territorio come dimostra l'operazione di sviluppo siglata con la Fly che segna una svolta per la nostra società di sistema». Alessandro Olivi spiega così il nuovo corso che la Provincia sta dando a Trentino Sviluppo e che diventerà la regola: gli investimenti pubblici devono essere solo una delle ragioni per sviluppare il sistema industriale trentino e vanno impiegati non per aziende in difficoltà ma per creare occupazione e valore economico stabile e reale.
A. Conte, "L'Adige", 10 aprile 2016
«Quello che è accaduto con l'accordo sulla Fly è il segno concreto di due questioni su cui è giusto tentare di riflettere: la prima è di natura strettamente economica e riguarda le ricadute che gli investimenti pubblici e privati hanno per il territorio. L'altra, di tipo politico, riguarda il ruolo e il compito di Trentino Sviluppo che si baserà sul modello Fly in cui decisiva per la scelta dell'industria di investire altri 27 milioni di euro in Valsugana non è stata la leva finanziaria pubblica, pari a circa 7 milioni di euro ma inferiore a quanto offrivano a Fly altre realtà nel sud Italia, ma l'efficienza e capacità di competere di tutto il sistema territoriale trentino».
Olivi spiega infatti che, conclusa la prima fase di Fly, «avviata con una sorta di incubazione industriale nel 2008 in un settore di nicchia come l'aerospaziale», ci si trovava «di fronte a un bivio, ovvero tra mantenere la Fly com'era finora, ma vedendo spegnere la forza propulsiva dell'operazione, o tentare di fare un salto di qualità. Perché l'azienda era di fronte a una richiesta di Rolls Royce di fare più prodotti di quelli immaginati e di crescere come polo diversificato produttivo sviluppandosi anche nel settore dei satelliti». E qui l'azienda doveva scegliere se continuare a investire in Trentino o farli altrove. «Lì - spiega Olivi - circa sei mesi fa è una nata una competizione tra il Trentino e le lusinghe che venivano direttamente da palazzo Chigi, perché Fly era stata indicata come una delle realtà per promuovere la reindustralizzazione del sud Italia, ad esempio entrando nella filiera di Finmeccanica in Puglia». Olivi spiega che, a differenza del passato, quando il Trentino poteva contare su contributi e incentivi pubblici molto più elevati di quelli del resto d'Italia «oggi le condizioni che i territori del Sud Italia offrivano alla Fly per far crescere la sua nuova fase industriale fuori dal Trentino erano più generosi di quelli che possiamo offrire noi».
«I sette milioni messi dalla Provincia, e che servono a comprare parte dell'immobile di Fly in cambio di un affitto oneroso - spiega Olivi - non sono stati quindi l'elemento decisivo. Bensì lo sono stati i tempi concordati per risposte dalla pubblica amministrazione, il fatto di seguire l'industria per risolvere problemi che sorgono, l'investimento sulla qualificazione del personale. Tutto ciò ha fatto sì che al tavolo abbiamo costruito un piano dove ha vinto sì il protagonismo dell'azienda, che in totale sta investendo 100 milioni a Grigno, ma anche la cooperazione col sindacato e l'avere un contesto come territorio positivo per l'industria».
Secondo Olivi «per la prima volta non è la leva finanziaria quella decisiva per convincere l'azienda a investire in Trentino». E questo modello, «per far recuperare una struttura produttiva di qualità al Trentino e vincere la competizione con gli altri sistemi territoriali, italiani e stranieri, con la qualità delle relazioni industriali e del rapporto con la pubblica amministrazione, è quello che Trentino Sviluppo sta seguendo e seguirà in futuro».
«L'operazione Fly è il segno di una netta inversione di tendenza nelle politiche della nostra società di sistema di Trentino Sviluppo. Prima di essa si diceva che salvava i cadaveri industriali e che agiva per conservare l'esistente o dava una sponda per chi doveva attraversare il fiume. Questi interventi ci sono stati dal 2009 a fine legislatura scorsa e sono stati giustificati dal fatto che si è scatenato uno tsunami economico che rischiava di distruggere posti di lavoro drammaticamente».
Ora, «le cose stanno cambiando, noi lavoriamo solo su progetti in cui l'effetto leva della finanza pubblica può diventare strumento di sviluppo effettivo - spiega Olivi - Basta con le aziende decotte, ora Trentino Sviluppo ha come obiettivo lo sviluppo di valore economico e occupazionale per il territorio».
Olivi cita alcune operazioni come Vetri Speciali al posto di Whirlpool, Mariani a Rovereto, Gruppo Adige, Fly, Menz & Gasser, operazioni che consentono di creare oltre 250 posti aggiuntivi in più. «Queste operazioni in cui la finanza pubblica interviene per un quinto dell'investimento privato - afferma Olivi - devono diventare la regola per Trentino Sviluppo cui ho chiesto di fare un bilancio sociale perché sia certificata la ricaduta economica e sociale di cosa producono le risorse che investiamo».
Anche Nadir Spezzapria , al vertice di Fly, spiega che «a convincere a investire in Trentino non sono stati i soldi pubblici, ma il fatto che con Olivi e la pubblica amministrazione trentina parliamo la stessa lingua. E la nostra presenza a Grigno può essere un'occasione, in cui saremo parte attiva, di sviluppare ulteriormente la zona perché sia ancora più attrattiva».