«Un’occasione sprecata». Per Elisabetta Bozzarelli, candidata alla segreteria Dem, è quella che il Pd ha sprecato nella partita delle nomine A22, la principale società pubblica regionale. Venerdì la giunta provinciale ha nominato nel cda l’ex deputato Luigi Olivieri, che del Pd è un esponente di spicco, grande sponsor del vicepresidente Olivi alla segreteria prima che l’interessato decidesse di rinunciare.
"Trentino", 1 aprile 2016
Un nome, quello di Olivieri, con cui il Pd ha rivendicato di aver riaperto la partita della presidenza Autobrennero, per la quale la giunta regionale aveva indicato Andrea Girardi, uomo di Rossi vicino al Patt. Ma Bozzarelli non ci sta: «Peccato vedere il Pd, un partito che si è impegnato sulla trasparenza delle nomine pubbliche, cedere ancora alle logiche spartitorie invece di scegliere sulla base delle competenze. Dellai e Pacher avevano cominciato a farlo, mi pare si stia tornando indietro». «Olivieri - chiarisce - ha sicuramente delle competenze, ma quando leggo il rapporto Draghi sulla «generazione perduta» mi chiedo: era proprio necessario nominare un politico a fine carriera? Quanti professionisti potrebbero svolgere quel ruolo? Perché non ci pensiamo?».
Ma non basta. «Questa tornata di nomine - incalza - era un’opportunità per dare concretezza alle belle parole che sentiamo sulla parità di genere, in primis dalla nostra assessora Sara Ferrari. Invece anche in questo caso il compito di garantire la rappresentanza femminile nel cda di A22 viene demandato ad altri». Già si sa, per esempio, che anche il Comune di Trento nominerà un uomo, al momento l’unica donna è Maria Anna Gasser Fink, nominata dalla Regione. L’intervento di Bozzarelli è destinato a surriscaldare il clima nel Pd in vista del congresso del 29 maggio, dove la coordinatrice cittadina sfiderà Italo Gilmozzi, sostenuto da una corazzata che ha messo insieme tre quarti del partito, da Olivi a Zeni, dai renziani a Borgonovo Re. Un «patto» benedetto a Roma dai vertici nazionali.
«All’incontro da Guerini ero stata invitata anch’io - spiega Bozzarelli - ma ho scelto di non andarci, perché non si andava a parlare del Trentino ma di altro. Uno stile medioevale, farsi investire da altri e non dalla gente che abbiamo voluto coinvolgere con le primarie. Abbiamo avviato un percorso e la nostra base ci chiede di ripartire da valori forti, il contrario della spartizione a cui abbiamo assistito in questi giorni».