Il congresso del Partito democratico del Trentino è un passaggio importante. È fondamentale che sia un processo partecipato, che sappia coinvolgere davvero iscritti ed elettori e costruire una squadra forte, credibile e unita per affrontare le sfide che attendono il Trentino e la coalizione di centrosinistra autonomista che lo governa.
Giacomo Pasquazzo, "L'Adige", 3 aprile 2016
Il rischio è evidente: una bassa partecipazione risulterebbe contraddittoria rispetto ai valori fondanti del Pd e nello stesso tempo contribuirebbe a fomentare le fibrillazioni spesso sterili alle quali abbiamo assistito in questi mesi nel contesto della politica trentina. Dobbiamo uscire dai recinti stretti di un dibattito solipsistico giocato sul «chi sta con chi».
Gli elettori e gli iscritti guardano ancora con speranza al Pd ma sono disorientati: chiedono la fine dei litigi certo, la fine dei distinguo personalistici, la fine delle tifoserie radunate attorno ai supposti top player. Chiedono che il Pd sappia essere squadra, convinta e determinata nella proposta politica. È sui temi che dovrebbe concentrarsi il dibattito congressuale. Sulla scuola, decisiva per il futuro dei ragazzi, del nostro sistema Trentino e della futura classe dirigente. Sul sistema economico in generale e le sue relazioni con il benessere sociale, il territorio e il paesaggio. Sull'agricoltura, per esempio, e la sua necessità di reinventarsi per superare le crisi di un mondo sempre più piccolo, le possibili connessioni con il mondo del sociale, la necessità di maggiori sviluppi di ricerca. O la cura del territorio. Sui servizi per la salute dei cittadini, dove serve coraggio e responsabilità da parte di tutti (atteggiamenti a volte messi in secondo piano anche da esponenti del partito). Sugli enti locali, coinvolti in un processo partecipato di dimensioni inedite per il Trentino che sta mutando, volenti o nolenti, il quadro di storica fragilità e frammentazione dei nostri comuni.
Vorrei un Pd coraggioso che discuta questi temi nel merito, come una squadra coesa. Il capitano ha la responsabilità di dirigere l'azione, ma la differenza per fare gol sta in ogni giocatore, nella squadra. Spero che il Pd sappia riconoscersi come una squadra e agisca come tale; una squadra che abbia talento, estro, esperienza e la freschezza per essere coraggiosa e vincente: un po' più Leicester e un po' meno Chelsea insomma. È ancora possibile costruire un percorso partecipato in cui ciascuno sappia riconoscersi valorizzando ciò che ci unisce. Non è più il tempo per dibattere su quanti angeli possano stare su una capocchia di spillo. Se lo spirito è questo io per la squadra ci sono.