Decisa, combattiva, determinata. Chi pensava a una Elisabetta Bozzarelli spaventata e intimidita dalla (forse) discesa in campo di Italo Gilmozzi, sostenuto da tanti «mostri sacri» del Pd, si dovrà ricredere. "L'Adige", 31 marzo 2016
«Ritirarmi? E perché mai dovrei? Ho consegnato un programma, ho parlato con tante persone e ho percepito in loro una speranza: il mio primo obiettivo è non deludere loro. Io sono libera, pronta a dare battaglia e, con grande umiltà, vogliosa di dimostrare che un Pd più forte è possibile».
L'avversario da battere è Italo Gilmozzi? «Ad oggi no, perché non c'è ancora nulla di ufficiale. Martedì sera c'è stato un bel dibattito, interessante e partecipato, ma senza alcuna discesa in campo».
Ma nemmeno una frase, una battuta, un occhio strizzato a far capire che la sfida sarà Bozzarelli-Gilmozzi? «No, nulla. Il 4 è la scadenza, restiamo in attesa».
Perché Gilmozzi non ha ancora detto sì?«Presumo si stia cercando di far quadrare il cerchio, aspetta di avere un largo consenso, ma questo non è facile perché all'interno del partito ci sono tante aree diverse e mettersi d'accordo non è facile».
I rapporti tra voi due, baci e abbracci a favore di flash e videocamere a parte, come sono? «Ottimi: ci rispettiamo e collaboriamo. Se il confronto sarà tra noi sarà interessante e sarò felice».
Gilmozzi è già stato definito «candidato di maggioranza»: lei si sente una sparring partner? Si sente come la squadra Primavera nell'amichevole di metà settimana contro la formazione di serie A? «Credo la definizione derivi dal fatto che è spinto dalla maggioranza dei big del partito, non necessariamente dalla maggioranza del partito. Se tanti big convergeranno su di lui, o meglio sul suo programma e sulla sua visione, si sentirà più pesante: io sono ben felice di essere più leggera. Ribadisco, sono libera e pronta a dare battaglia per scardinare alcuni giochi. Voglio un Pd forte, motore di innovazione, convinta che il rinnovamento aiuti la politica. Sul territorio, nei circoli, c'è tanta voglia di cambiare».
Si rischia un congresso diciamo poco edificante come quelli dei vostri alleati Upt e Patt? «Sarà una bella e utile occasione di dialogo. Sarà un bel congresso e ne uscirà un Pd più forte».
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