Elisabetta Bozzarelli incassa i primi appoggi alla sua candidatura alla segreteria del Pd: tra questi, il capogruppo provinciale Alessio Manica, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti e l’ex segretario Maurizio Agostini. «Ora la sintesi non è più possibile» commenta Elisa Filippi, che non pone veti sulla sua candidatura.
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 30 marzo 2016
La candidatura di Elisabetta Bozzarelli alla segreteria del Pd trentino incassa i primi appoggi: il capogruppo in consiglio provinciale Alessio Manica, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, l’ex segretario Maurizio Agostini e un gruppo di giovani democratici roveretani. «Ora la sintesi unitaria non è più possibile, mi pare che sia stata avanzata una candidatura con un approccio divisivo, dicendo no a Gilmozzi e no a Olivi», afferma Elisa Filippi, che due anni fa vinse le primarie e poi si trovò in minoranza.
Chi si candiderà dopo Bozzarelli? Stasera l’assemblea del partito potrebbe aiutare a chiarire il quadro. L’ampio fronte alternativo, ammesso che riesca a saldarsi, è rimasto disorientato dalla mossa del gruppo generazionale, come si evince dalla girandola di nomi — anche molto lontani tra loro — che ieri si è nuovamente levata sul congresso. «Se Olivi non corre — dice Luigi Olivieri — io sono pronto. Ma il candidato può essere Elisa Filippi, o anche Italo Gilmozzi, su cui non ho pregiudiziale pur vedendolo meno adatto, ma anche Lucia Maestri o Mattia Civico vanno bene. Il punto è che occorre una leadership e occorre dire una parola chiara sulla riforma costituzionale e il sostegno al governo Renzi, cosa che il gruppo di Bozzarelli non fa. Non è sufficiente dire che Renzi è il segretario di tutti o che Bozzarelli è andata alla Leopolda. Per forza, c’era Civati! E Dorigatti ha dichiarato che non sa come voterà al referendum».
Dorigatti plaude alla candidatura di Bozzarelli: «Hanno giocato carte nuove, con un documento condivisibile e una scossa al rinnovamento, di cui c’è necessità. Sento dire addirittura che qualcuno chiederà le mie dimissioni in relazione alla posizione sul referendum costituzionale. Il Pd dovrebbe rispettare le sensibilità, non ammettere solo chi ha sangue blu e capelli biondi. Io non li ho. Prima di decidere cosa fare al referendum, credo sia utile ascoltare l’opinione di persone come Bruno Ballardini. Poi deciderò».
Oltre a Dorigatti e Manica (ne riferiamo in pagina) disco verde a Bozzarelli dall’ex segretario Maurizio Agostini («Nel tono e nelle parole di Elisabetta risento lo spirito fondatore del Pd del Trentino. In bocca al lupo!») e dei roveretani Egon Angeli, Antonella Bernardis, Lucio Dama, Giulia Fiorini, Rachele Lorandi, Lorenzo Manfredi, Nives Merighi, Arianna Miorandi, Erica Mondini, Lorenzo Passerini, Marco Piccolroaz, Giuseppina Sarni, Bruna Travaglia.
Ai piani alti del partito la mossa di Bozzarelli non viene valutata in modo uniforme. «I giovani hanno svolto un lavoro positivo, credo che molte delle istanze che hanno posto possano essere recepite», dice l’assessore Luca Zeni. Nulla fa pensare, però, che Bozzarelli possa fermarsi. Italo Gilmozzi, assessore a Trento, in pole position per una candidatura in caso di «no» di Olivi (ma bisogna vedere se il gruppo di Nicoletti e Civico lo sosterrebbero), le invia già gli «in bocca al lupo». Ma aggiunge: «Serve una candidatura che rappresenti la maggioranza del partito e non so se Bozzarelli possa rappresentarla. Io mi candiderò se ci sarà un’ampia convergenza. Altrimenti farò spazio a un altro». Olivi prende tempo. Elisa Filippi, invece, si dice sorpresa «da una conferenza stampa convocata quando c’era un invito a confrontarsi tre giorni dopo in assemblea». E aggiunge: «Sulla piattaforma politica non ho capito molto: sul Pd radicato sul territorio siamo tutti d’accordo. Le voci sulla mia candidatura? Io mi impegno per una sintesi nella chiarezza. E non avendo mai messo veti su nessuno, non ne metto neanche su di me». Donata Borgonovo Re si dichiara «contenta che anche i giovani abbiano espresso una candidatura. Ora vedremo di trovare la quadra, serve autorevolezza con gli alleati. Robol aveva più esperienza di Bozzarelli, ma poi le cose non sono andate bene comunque. A priori non escludo l’appoggio, ma non vogliamo replicare azioni che brucino le persone, comunque vedremo».
«Ci sono squadra e candidata Su di loro si può investire»
TRENTO Alessio Manica, come valuta la candidatura di Elisabetta Bozzarelli da parte del gruppo dei giovani amministratori?
«Non ho mai nascosto di aver apprezzato il lavoro del gruppo, fin dalle prime riunioni. Secondo me hanno fatto bene a porre una candidatura e non limitarsi a un documento».
Perché?
«Da tempo sento lamentele sul fatto che il Pd non ha una classe dirigente, che non ha una squadra, che è diviso e soggetto a personalismi, che pensa alle candidature e così via. La scelta di partire dai circoli, di raccogliere istanze dei territori, di costruire un gruppo e poi, alla fine, di scegliere una candidata adeguata, costituisce una risposta pubblica e trasparente a tutte le domande precedenti. Adesso la squadra c’è, e c’è anche la candidata. Su di loro si può investire. Chi si augurava un atto di coraggio, ha avuto una risposta».
Lei è il capogruppo del gruppo consiliare provinciale, dove le opinioni sul congresso non sono ancora definitive ma dove certamente l’opzione Bozzarelli non appare maggioritaria. Non teme un regolamento di conti dopo il congresso?
«No, considero più importante che questo gruppo di giovani stia fornendo una risposta di dimensione più vicina alla base. Per questo hanno il mio appoggio. Il resto non mi preoccupa».
«Nessun accordo elettorale Il punto è il voto referendario»
Michele Nicoletti, come valuta la candidatura di Elisabetta Bozzarelli?
«Sono sempre contento che qualcuno si candidi, è positivo soprattutto se viene da giovani. La mia preoccupazione, però, è che la candidature siano il frutto di piattaforme politiche e non di altro, come questioni personali».
Non le è chiara la linea politica di Bozzarelli e del suo gruppo?
«Per me la questione delle questioni è la riforma costituzionale. È il tema politico di quest’anno. Bisognerebbe chiarire la collocazione dei candidati rispetto a questo tema. Anche questo gruppo, con giovani e meno giovani, sostiene la riforma costituzionale?»
Il gruppo Bozzarelli ha detto di non gradire i teatrini romani, riferendosi agli incontri tra Olivi e i parlamentari trentini, Giorgio Tonini e lei.
«A nessuno piacciono i teatrini. Peraltro ci sono responsabilità istituzionali e ci mancherebbe altro che chi le ricopre non discuta di questioni politiche e del partito».
Il sospetto è che la discussione sia sulle candidature alle elezioni politiche del 2018.
«Su questo vorrei essere tranquillizzante: adesso sono temi fuori luogo e le persone meno avvertite sono proprio i parlamentari. Ci saranno i collegi, c’è tempo per occuparsene. Comunque a Roma non ho visto nessuno».