Per la segreteria del Pd del Trentino due sono i nomi certi, quello di Elisabetta Bozzarelli e, da ieri sera, praticamente quello di Italo Gilmozzi. Alessandro Olivi ha ormai deciso di non entrare direttamente nella partita, ma determinante per l’esito del congresso dei democratici sarà chi deciderà di sostenere. «Nello stagno ho lanciato più di un sasso — premette — Spero che ora qualcuno raccolga con convinzione i tre-quattro temi che ho posto».
A. Rossi Tonon - T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 30 marzo 2016
Alla riunione di ieri sera Olivi ha preferito non andare. «Una scelta che ho fatto per rispetto dell’assemblea. Io non ne faccio parte e, per questo motivo, non ho mai partecipato. Non si può dire che, in queste ultime settimane, io me ne sia stato in disparte. È giusto che l’assemblea possa fare le sue considerazioni senza la mia presenza un po’ ingombrante». Insomma, Olivi rivendica di aver fatto decollare un dibattito congressuale che, fino a poche settimane fa, era ancora chiuso, con qualche variazione su tema, nel recinto degli schemi del 2009. Ha rinunciato, però, alla candidatura. «Tante persone mi hanno chiesto di rimanere dove sono. Penso di dovere fare di più e meglio quello che ho fatto fino ad ora. Augurandomi, però, che nelle prossime ore prenda forma una candidatura che superi le vecchie appartenenze e punti con decisione a un nuovo protagonismo politico del Pd in Trentino».
Quella su cui Olivi dovrebbe puntare porta il nome di Italo Gilmozzi, che ieri sera ha quasi ufficializzato la sua scelta («Se si troverà condivisione sulla mozione allora ci sarò. È importante che non si superino i due candidati perché si rischierebbe di non avere una maggioranza» ha detto nel suo intervento all’assemblea) . L’assessore di Trento può contare su una diffusa rete di sostegno personale, sull’appoggio dei «renziani» di Elisa Filippi, che fanno a loro volta capo a Giorgio Tonini, oltre che su una buona rete di amministratori. Questi, però, sono molto attenti a cosa farà Olivi. Al momento, si tratta poco più che di un’ipotesi di scuola, ma se Olivi intravedesse nella novità rappresentata da Bozzarelli un’opportunità politica la bilancia penderebbe di colpo da quella parte. Giovane, donna, di provenienza focolarina, in passato vicina a Civati, Bozzarelli ha un po’ rimescolato le carte in tavola. Difficile attribuirle l’etichetta di «veterocomunista» perché appoggiata anche dalla sinistra del partito. Luigi Olivieri e Michele Nicoletti sostengono che «la questione delle questioni» per il congresso provinciale del Pd sia la posizione sul referendum costituzionale. «Non ho mai capito perché dovrei essere contraria — replica lei —. Sono felice di poter dire al mondo che non solo sono a favore, ma che ci metterò la faccia facendo campagna per il referendum. Tuttavia, essendo il nostro un partito plurale, non credo si possa dire a persone come Renato Ballardini (contrario, ndr ), o con noi o contro di noi». E Renzi? «È il mio segretario, sta portando avanti riforme che l’Italia attende da decenni, come potrei essere contro di lui? Ciò detto, non credo che l’unico tema del congresso del Pd del Trentino possa essere una gara a chi si dichiara più renziano».
Luca Zeni deve prendere una decisione non facile. È tra i promotori della candidatura in chiave maggioritaria di Gilmozzi, ma Bozzarelli è sempre stata vicina a lui. Ora che è in giunta, il suo orientamento dipenderà molto da quale candidatura si mostrerà più solida.
Il gruppo dei «demo», si dice, non esiste più. Michele Nicoletti sarebbe più attivo a Roma che a Trento, Mattia Civico, tramontata l’ipotesi Olivi, dovrà decidere se sostenere Gilmozzi, o optare per una candidatura di corrente. Donata Borgonovo Re pare muoversi con una certa autonomia e continua a invocare «chiarezza». Ieri il suo intervento si è focalizzato sul ruolo e il rilievo dei circoli per il radicamento del partito.
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Non è ancora una candidatura ufficiale ma qualcosa che gli assomiglia molto. All’assemblea provinciale del Pd, ieri sera nella sala Rosa della Regione affollata da tanti big del partito, Italo Gilmozzi ha rotto gli indugi e, preso atto che Alessandro Olivi ha deciso di non candidarsi, ha deciso di fare un passo avanti verso la segreteria del partito: «Sono pronto a proseguire il percorso di confronto che abbiamo avviato per arrivare nelle prossime ore ad una condivisione ampia, anche con l’area del partito che è stata più critica nei confronti del governo provinciale», ha detto l’assessore comunale ai lavori pubblici di Trento. Le notizie della giornata di ieri sono due.
La prima, ampiamente annunciata, è che il vicepresidente Olivi (ieri assente all’assemblea) dopo tanti tentennamenti (e un forte pressing arrivato anche negli ultimi giorni dai circoli della Vallagarina, che avevano pronto un comunicato stoppato all’ultimo) resterà al suo posto in giunta provinciale.
La seconda è che i contatti febbrili delle ultime ore - protagonisti Olivi, l’ex assessora Donata Borgonovo Re, i parlamentari Giorgio Tonini e Michele Nicoletti - hanno registrato la volontà di arrivare ad una convergenza tra le diverse anime del partito, quella governativa che fa riferimento a Olivi, quella renziana di Tonini e Elisa Filippi, e quella di Nicoletti-Civico e Borgonovo, e la disponibilità a sostenere Gilmozzi come candidato segretario. Ieri era tornato a circolare anche il nome della consigliera Lucia Maestri, ma Gilmozzi pare il più adatto a tenere insieme aree che per anni si sono scontrate in una guerra di faide. L’intenzione dei protagonisti dell’accordo, Olivi in primis, è di giocare un ruolo in prima persona al congresso, candidando nelle liste (bloccate) a sostegno di Gilmozzi.
«Abbiamo bisogno di un segretario molto solido, agguerrito perché avremo a che fare con persone di grande competenza nella gestione del potere, in grado di tenere testa a colleghi molto esperti. Non possiamo sederci a quei tavoli con la Vispa Teresa. Io a quel tavolo non siederò». Donata Borgonovo Re tratteggia così l’identikit del futuro segretario. Sulla candidatura di Elisabetta Bozzarelli, proposta dai giovani amministratori, ha parole di apprezzamento: «Mi sembra una bella proposta che arriva da colleghi più giovani e freschi». Il dialogo con l’ala governativa di Olivi e Gilmozzi è aperto. «Certamente serve un ragionamento sull’organizzazione interna del partito - riflette riferendosi al focus della tesi di Bozzarelli, incentrata sul radicamento sul territorio - in questi anni abbiamo sofferto tantissimo, è mancata una connessione tra l’assemblea, i territori e la dirigenza provinciale. Abbiamo lavorato come monadi, ma il partito è un’altra cosa e noi abbiamo urgente bisogno di rifondare la nostra dimensione collettiva». Ma, aggiunge Borgonovo, «l’analisi interna non basta. Oggi ci serve anche una forte autorevolezza per metterci in relazione con l’esterno». E a chiarire che l’esterno sono anche gli alleati di coalizione, la consigliera precisa: «Non possiamo essere secondi o succubi, questo l’abbiamo già sperimentato».
Di congresso ha parlato anche il deputato ed ex segretario Michele Nicoletti, che su Facebook ha fissato alcuni paletti: «La mozione che io sosterrò - ha scritto - avrà al primo punto un forte impegno per il sì al referendum sulla riforma costituzionale e sosterrò una segreteria provinciale che lavori pancia a terra per questo obiettivo». «Basta questo a definire una mozione congressuale?», si è chiesto, «certamente no, ma questo chiarimento è essenziale. Serve poi un impegno a sostegno al processo di riforma dell’autonomia nel quadro regionale». Per Nicoletti, giunti alla metà della legislatura, «serve un momento di riflessione in cui il Pd come partito che si propone al governo del Paese dovrà riproporsi come punto di riferimento della coalizione provinciale e il Pd del Trentino dovrà esercitare la propria responsabilità di federatore e guida di questo processo a livello locale». Infine, avverte, «il Pd dovrà decidersi di aprirsi con coraggio, bonificando il proprio terreno dalle piccole guerre di posizione e costruendo quello che la società trentina si aspetta: uno spazio aperto alle migliori idee». Intanto Paolo Boninsegna (portavoce del circolo Pd di Dro) smentisce di essere schierato con Bozzarelli: «Per adesso no».
«La guida della Provincia è la mission», L. Patruno, "L'Adige", 30 marzo 2016
La candidatura di Italo Gilmozzi alla segreteria del Pd trentino in rappresentanza delle componenti che esprimono - se unite - la maggioranza del partito, si è concretizzata ieri pomeriggio in un lungo incontro nel quale il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, ha annunciato - come era atteso - che resterà in giunta e ha concordato con gli altri, che la figura più idonea a rappresentare la linea politica e le aspettative di questo pezzo importante di Pd sarebbe stato appunto l'assessore comunale ai lavori pubblici. Gilmozzi ha già guidato il partito per qualche mese, come «traghettatore», e ora si è messo a disposizione di un'area che aspira a costituire quella maggioranza forte nel partito, che è mancata negli ultimi anni. In serata, era prevista l'assemblea provinciale del partito, per discutere proprio dell'imminente congresso.
E, dopo l'annuncio ufficiale della candidatura di Elisabetta Bozzarelli, consigliera comunale e coordinatrice del Pd di Trento, sostenuta da un gruppo di giovani amministratori locali e dalla saldatura dell'area che due anni fa aveva sostenuto Vanni Scalfi, tra cui l'assessore Luca Zeni, con pezzi di «sinistra» - quella di Bruno Dorigatti e dei vallagarini Alessio Manica e Roberto Pinter delusi da Giulia Robol - ci si aspettava che il resto del partito battesse un colpo, per capire se l'operazione di convergenza delle tante anime intorno a Gilmozzi o su altri (si era fatto il nome di Elisa Filippi, Mattia Civico o Gigi Olivieri in alternativa) era riuscita oppure no. L'annuncio ufficiale non c'è stato, ma l'intervento di Italo Gilmozzi è stato esplicito nell'indicare il senso della sua candidatura ormai certa. L'assessore ha esordito: «È fondamentale che questa volta al congresso ci siano solo due candidati: uno che rappresenta la maggioranza e l'altro che sia di stimolo per chi governa il partito in un'ottica di reciproco rispetto». Sottinteso che il primo spera di essere lui e la seconda candidata sarebbe Elisabetta Bozzarelli, verso la quale Gilmozzi esprime sincera e ricambiata amicizia, che i due hanno manifestato anche ieri arrivando all'assemblea a braccetto e salutandosi con un bacio.
Nelle sue parole Gilmozzi ha insistito sulla necessità del Pd trentino di recuperare il rapporto e la stima dei cittadini delle città come delle valli e un maggior raccordo con gli amministratori locali e provinciali con il partito. Inoltre ha detto chiaramente che: «Puntare al governo del Trentino e quindi alla presidenza della Provincia nel 2018 deve essere la nostra mission». E sulla sua linea ha chiesto convergenza anche anche ai «più critici verso il governo provinciale», come l'ala Civico- Borgonovo Re, con quest'ultima che poi nel suo intervento ha insistito proprio sulla leadership del Pd. Il vicepresidente Alessandro Olivi, dopo l'incontro del pomeriggio non ha voluto partecipare all'assemblea con questa motivazione: «Non ci sarò per favorire un confronto libero e senza "ingombri". Spero che all'assemblea venga fuori la voglia di combattere per un Pd che la smetta di chiedere "un posto a tavola" apparecchiato da altri». E Gilmozzi ha detto quanto concordato. Prima di lui aveva parlato anche Elisabetta Bozzarelli, la quale ha rimarcato il suo sostegno al referendum costituzionale e alle riforme del governo Renzi in risposta a chi l'accusa di non essere stata chiara. Nel pomeriggio la coalizione pro Gilmozzi aveva concordato di non dare l'annuncio in assemblea temendo che Bozzarelli facesse marcia indietro. Ma la giovane consigliera è decisa ad andare avanti.