«Vi ringrazio per le vostre belle parole e per questa medaglia d'oro, ma mi pare davvero tutto esagerato. Non ho fatto nulla di speciale, tranne che il mio dovere». Generoso dispensatore di saggezza anche in un momento pensato esclusivamente per lui, ideato e voluto dall'amministrazione comunale di Riva per ringraziarlo di quanto ha saputo fare e dare alla sua città e all'Italia.
"Trentino", 24 marzo 2016
Renato Ballardini ha trasformato la cerimonia di consegna della medaglia d'oro al merito, conferitagli dal sindaco Adalberto Mosaner a nome di tutto il consiglio comunale rivano, in una piccola ma pregnante lezione di vita, di politica e di civiltà. L'ottantanovenne avvocato e partigiano, che nella sua ricchissima esistenza è stato parlamentare, consigliere regionale e consigliere comunale, ha regalato agli amici e alle autorità presenti in sala, al terzo piano in Rocca, una porzione della sua immensa cultura ed esperienza, offrendo spunti di riflessione persino più e meglio dei ben allenati politici giunti appositamente per festeggiarlo.
Un patrimonio in carne ed ossa da offrire alle giovani generazioni per accompagnarli nel loro percorso di crescita. Ogni ragazzo rivano, e trentino in generale, dovrebbe prendersi il tempo di leggersi gli scritti di questo uomo che ha contribuito a scrivere la storia del nostro Paese. «In questa mia esistenza abbastanza lunga – ha raccontato – mi sono trovato in alcune situazioni complesse, anche drammatiche e persino sanguinarie, nelle quali mi è capitata l'opportunità di svolgere anche una funzione da protagonista. Noi ragazzini non eravamo abituati ad avere uno spirito critico perché il regime fascista non ci aveva permesso il lusso del dubbio ma solo delle certezze imposte nelle nostre deboli menti. Grazie anche al supporto di qualche professore, capimmo che era arrivato il momento di fare il nostro dovere. Trovarmi in quella situazione fu un caso tremendo perché pur dando a me la facoltà e l'occasione di battermi per delle idee giuste comportò la perdita di mio padre».
Ballardini, in pochi minuti, ha rievocato alcune delle sue battaglie più importanti, come quella che lo vide impegnato, da deputato, nei primi anni Sessanta, a risolvere il conflitto sociale in Alto Adige («Il terrorismo politico è stato inventato in Alto Adige: cadevano i tralicci, scoppiavano le bombe») oppure quando ha partecipato al varo della legge sul divorzio: «Un problema drammatico, che i grandi partiti cercavano di accantonare perché la Chiesa era contraria, ma io ero dell'idea che mantenere indissolubile un vincolo fra persone che dall'amore erano passati all'odio era semplicemente un inferno». Riva deve a lui se oggi esiste un lungolago fruibile da tutti e che è uno dei fiori all'occhiello dell'offerta turistica gardesana. «Qualche giorno fa, mentre passeggiavo sul lungolago, ho incontrato una signora che non conoscevo – ha concluso il premiato – la quale se ne è uscita dicendo che quello era un angolo di paradiso. Le ho risposto così: non so come sia il paradiso signora, ma se è uguale a questo sono disposto ad andarci».