Alessandro Olivi e Giorgio Tonini si sono visti a Roma martedì per cercare di dare corpo a una proposta forte per il congresso del Pd trentino. Il vicepresidente della Provincia e il senatore intendono collaborare, come spiega quest'ultimo, per costruire: «Una maggioranza compatta attorno a un segretario, su un patto che sia solido e chiaro nella linea politica».
L. Patruno, "L'Adige", 24 marzo 2016
Del confronto è parte attiva anche il deputato Michele Nicoletti, che vedrà Olivi probabilmente già entro Pasqua. Il termine per la presentazione della candidatura alla segreteria è il 4 aprile, ma in effetti quest'ampia area del partito, che sta lavorando a una candidatura, non ha ancora scelto su chi puntare (in ballo accanto al nome di Alessandro Olivi ci sono quelli di Italo Gilmozzi, preferito dai renziani, di Mattia Civico ed è emerso anche quello di Luigi Olivieri).
Il vicepresidente Olivi non sembra intenzionato a sciogliere presto la riserva sulla sua candidatura. Nel frattempo può continuare infatti a dare lui le carte. E annuncia l'intenzione di presentare nei prossimi giorni una mozione politica su cui raccogliere contributi e adesioni.
«Io sto andando avanti - dichiara Alessandro Olivi - con confronti a tutto campo, senza escludere nessuno. Lo faccio perché mi sento libero da appartenenze stratificate e forse questo è un dato un po' anomalo nel Pd. L'obiettivo è quello di promuovere la linea politica che vorrei che il Pd facesse propria in un congresso che ritengo di grande importanza per il futuro di tutto il centrosinistra. Sto raccogliendo molte adesioni soprattutto da chi accetta la sfida di lavorare per un riposizionamento culturale e politico del centrosinistra attraverso un Pd meno rinunciatario, che rompe con la cultura della testimonianza minoritaria e che prova ad entrare in connessione con un Trentino più vasto e profondo di quello che sino ad oggi ci siamo limitati a rappresentare». Olivi conferma che il tentativo è quello di creare «convergenze ampie e una squadra che si assuma la responsabilità di guidare una nuova fase».
Sulla sua candidatura, che presuppone le dimissioni dalla giunta a causa della norma sull'incandidabilità, dice «Per quanto mi riguarda continuerò questo percorso di confronto nei prossimi giorni, predisponendo anche una proposta di mozione aperta al contributo di chi vorrà, ma intransigente nel disegnare il tragitto futuro. Qualsiasi decisione finale, rispetto a un impegno diretto o meno, andrà presa alla fine di questo percorso e con le persone che più hanno dimostrato di essere in sintonia con questo progetto. Non si tratta - conclude - né di prendere tempo né di fare il prezioso, ma solo di creare le condizioni per un congresso in cui non sia eluso il tema di una leadership forte e non necessariamente di tipo "condominiale"».
Il nuovo segretario del Pd, infatti, secondo Olivi non può avere il ruolo di un amministratore di condominio, preoccupato solo che i condomini non litighino, ma deve guidare il rilancio del Partito democratico.
Il senatore Giorgio Tonini vuole evitare di parlare di nomi e dichiara: «La cosa fondamentale è ritrovare l'unità interna, almeno di una parte, ovvero una maggioranza compatta di tipo strategico nel gruppo dirigente. Olivi per il ruolo che ha è una persona che, qualsiasi scelta faccia, è importante per un accordo che abbia una chiarezza politica. Per prima cosa va capito qual è l'obiettivo politico e chi lo condivide, poi si deciderà chi deve portare la bandiera, ma è un aspetto che viene dopo, anche se è fondamentale».
«Tutti si rendono conto che siamo in una fase delicatissima - aggiunge Tonini - a livello nazionale a settembre abbiamo un referendum in cui ci giochiamo l'osso del collo. In Trentino abbiamo una coalizione che è un patrimonio che abbiamo costruito con grande pazienza negli anni. Dobbiamo avere grande senso di responsabilità e tenere unito il partito su una linea».
Riguardo alla rivendicazione della leadership della coalizione per le Provinciali 2018, il senatore dice: «Il Pd è pienamente titolato ad avanzare una candidatura. Io dico però: prima viene il Trentino, poi la coalizione poi i partiti. Ci vuole un giusto grado di competizione dentro un quadro di collaborazione, se no è finita. C'è sempre stato un accordo esplicito, e Rossi lo ha sempre riconosciuto, che a ridosso delle provinciali ci sarà una forma di competizione, vedremo se primarie o cosa, per decidere se sarà ancora lui o un altro».