Luigi Olivieri medita di lanciarsi nell’agone congressuale del Pd sostenuto da una parte dell’ala che due anni fa sostenne Giulia Robol: «Non ha senso un congresso unitario se il Pd unitario non è», spiega l’ex parlamentare, che non ravvisa dietro all’uscita di Italo Gilmozzi una sufficiente chiarezza politica. La soluzione ideale per Olivieri sarebbe la candidatura di Alessandro Olivi».
"Corriere del Trentino", 20 marzo 2016
In caso contrario, l’avvocato della Rendena punta a evidenziare «le differenze che nel Pd trentino esistono ma non si vogliono portare alla luce. A livello nazionale c’è un’area che si configura attorno a Roberto Speranza, che critica Renzi e la riforma costituzionale. Anche in Trentino ci sono posizioni come queste nel Pd, così come ci sono posizioni diverse sul rapporto tra valli e città, e gli equilibri con le altre forze di maggioranza. I giovani amministratori pongono il tema della territorialità: abbiano il coraggio di proporre un Pd trentino confederato». Su tutti questi temi, sottolinea Olivieri, «Gilmozzi non è stato chiaro. Se non darà risposte, non possiamo escludere una mia candidatura».
Gilmozzi piace invece a Sara Ferrari: «Sperabile una candidatura unitaria — twitta — È una persona affidabile. Olivi importante ruolo in giunta». Posizione analoga a quella di Elisa Filippi: «Se facessimo un congresso identitario, falliremmo la sintesi politica. Meglio una convergenza su Gilmozzi, sempre nella chiarezza, per un Pd unito e forte».
Nel Patt, intanto, dopo il terremoto delle foto con il saluto romano e le dimissioni, Carlo Pedergnana ha incontrato Mauro Ottobre, che dal palco del congresso lo aveva accusato di averlo pugnalato alle spalle: «Si è scusato con me», dice. «Siamo caduti insieme e ci rialzeremo assieme: prima nella vita vengono i valori, l’amicizia, la correttezza, e dopo questi si può fare politica. Con queste premesse si può incominciare a ragionare».
Il punto politico che pone Ottobre, però, è un altro: «Nelle prossime ore incontrerò il direttivo di Ledro, Dro, e Riva. Se faranno quadrato includendomi, se si ricucirà ciò che le ingerenze di Panizza hanno strappato sul territorio, ok. Altrimenti lascio il Patt». Nel totonomine per la nuova presidenza, intanto, prende quota il nome di Roberto Stanchina, assessore comunale a Trento molto vicino a Panizza.