Alessandro Olivi o Italo Gilmozzi. Gilmozzi od Olivi. O altri nomi, riferibili al gruppo di giovani, da Elisabba Bozzarelli a Luca Paolazzi, a Giacomo Pasquazzo, che da mesi - con «Generazione Pd» - ha avviato un tentativo di «rianimazione» del partito. Logica vecchia, quella della caccia ai nomi. Prima, una strategia condivisa. Lo dice e lo ripete Lucia Maestri, consigliera provinciale."L'Adige", 20 marzo 2016
Però il nome di un candidato segretario va trovato, presto (le candidature vanno depositate entro il 4 aprile). E la disponibilità di Italo Gilmozzi è sul tavolo, anche se l'assessore comunale di Trento va ripetendo che se Olivi decidesse di candidarsi, sarebbe pronto a sostenerlo. Verso Gilmozzi, per altro, ha «aperto» anche l'assessore provinciale Luca Zeni.Maestri, come valuta le fibrillazioni all'interno del Pd in vista del congresso?«La prima considerazione è proprio sul congresso, dove peseranno due aspetti: la dimensione nazionale, con le riforme di capitale importanza avviate dal Governo Renzi, in testa la riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum; e la dimensione territoriale, con la partita che si gioca da qui al 2018...».
E quindi?«Olivi ha alzato molto l'asticella parlando di un Pd protagonista oggi e rispetto alla sua presenza nel 2018. Assolutamente condivisibile».
La conseguenza qual è?«Olivi dovrebbe rimanere in Giunta provinciale, da vicepresidente, perché è in quel contesto che si inverano i percorsi riformisti del partito. E molto è già stato fatto, grazie a lui: penso agli ammortizzatori sociale, al lavoro, allo sviluppo economico».
Dunque, meglio «giocare» la carta Gilmozzi?«Stimo moltissimo Italo, su di lui deve però dovrebbe esserci ampia convergenza. Ripeto: meglio se Olivi fa il vicepresidente della Giunta. Se poi, diversamente, Olivi e una buona fetta del partito decide che è meglio faccia il segretario del partito, non mi schiererò contro».
L'obiettivo è un «congresso unitario».«Ma cosa vuol dire? Me lo si spieghi. Anche rivendicare protagonismo nel 2018 è scontato. Quale partito si mette in lizza per arrivare secondo? Il problema è fare chiarezza sul nodo irrisolto: la candidatura Olivi alla segreteria è un valore aggiunto? Sarebbe gravissimo perdere il suo apporto in Giunta provinciale. Ma il nodo è quello del rapporto tra partito e assessori. Donata Borgonovo Re , nella riunione del coordinamento, ha fatto bene a porre il problema della necessità di una riflessione aperta su strategie e prospettive. Lo si dovrebbe fare nell'assemblea del 29 marzo. Inutile, se non si scioglie il nodo della strategia politica, ragionare per conventicole e toto nomi. Anche perché mi chiedo e chiedo: viene proposto un candidato per un congresso unitario da chi, fino a ieri, era antagonista al governo o "partecipativo". Ma cosa succede il giorno dopo il congresso?»
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Partito Democratico del Trentino