TRENTO È rimasto alla finestra per settimane. Ora Italo Gilmozzi ha deciso di farsi avanti. Si candiderà alla segretaria del Pd del Trentino, ma a una condizione: «Non voglio essere l’espressione di un gruppetto. Al partito serve una maggioranza. Se intorno al mio nome la si potrà costruire, io ci sono».T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 18 marzo 2016
Assessore, Olivi ha spronato il Pd a ritrovare protagonismo.
«In queste settimane, il dibattito sulla possibile candidatura di Olivi è ruotato principalmente intorno all’opportunità delle sue dimissioni dalla giunta. Meno attenzione, credo, è stata data alle questioni che poneva: il preoccupante scollamento tra la società trentina e il partito, l’esigenza di ritrovare protagonismo in termini di proposta politica, la necessità di superare le vecchie divisioni. Dopo l’incontro di lunedì, mi pare che in molti abbiano colto l’importanza di questi temi e gli abbiano riconosciuto un ruolo di leadership».
Olivi ha chiesto anche se c’è qualcuno disponibile a metterci la faccia. Lei?
«Sono pronto a mettercela».
Quindi si candida?
«Diciamo che mi sento di raccogliere la sfida che lui ha lanciato, ma non ne voglio fare una questione personale. Mi spiego. Credo che il Pd del Trentino abbia bisogno di una maggioranza larga e chiara. Non per forza dell’unanimismo, che può essere anche controproducente, ma nemmeno di dividersi in gruppi e gruppetti. In queste settimane mi sono confrontato con molti amici, l’auspicio e di poter rappresentare la maggioranza di cui parlavo. Se si dovesse individuare una figura più adatta di me al raggiungimento di questo obiettivo, saprò farmi da parte come ho già fatto in passato».
Qual è, in sintesi, il progetto intorno al quale vorrebbe costruire la sua candidatura?
«Come dicevo, credo che il Pd abbia bisogno di recuperare un certo scollamento con la comunità trentina. I passi indietro fatti in alcuni importanti comuni del Trentino parlano anche di questo. Da un lato occorre essere la forza guida sui grandi temi della politica provinciale, dall’altra avere anche l’umiltà di non dimenticare le piccole cose: la strada da rifare, o la scuola da allargare. Ascoltare la gente, stare tra la gente. Essere un po’ più popolari».
C’è chi, come Olivieri, ha posto il giudizio verso le riforme del governo come il crinale più importante.
«Anch’io ritengo sia importante sapere cosa pensa un candidato segretario delle riforme nazionali e il mio è un giudizio positivo. Credo che questo governo stia cercando di sbloccare un Paese fermo da troppo tempo. Non credo, però, che per un candidato alla segreteria provinciale questo sia sufficiente. All’interno della linea nazionale, dobbiamo dare risposte alla nostra comunità. Anche a chi, fino ad oggi, non ha guardato al Pd».
Ad esempio?
«Non credo che possiamo ignorare chi oggi, nell’Upt, si sente un po’ disorientato. Quanto alle civiche, non penso si debba trattare con le liste, ma dimostrarsi attenti alle esigenze dei loro elettori sì».
E le ipotesi di alleanze alternative di Patt e Upt?
«Non vedo perché e non vedo come i nostri alleati dovrebbero cercare schemi alternativi, finché il Pd rappresenterà una così ampia area di elettori. Il Patt legittimamente punta ad essere il primo partito nel 2018, ma oggi lo siamo noi e così dovrà essere nel 2018. Nessuno metterà mai in discussione la fedeltà alla presidenza Rossi. Il che non significa rinunciare a esprimere noi, nel 2018, il candidato presidente».
Ai giovani cosa si sente di dire?
«Dico che hanno fatto bene a porre con forza la necessità di parlare di contenuti. Sono degli interlocutori fondamentali. Mi sento tutt’altro che alternativo a loro anche perché, per il momento, non mi pare abbiano individuato una candidatura».
E all’area di Borgonovo Re, Civico e Nicoletti. In un passato recente c’è stato chi si è quasi augurato una separazione.
«Io credo che l’errore sia stato dividerci in governativi e non governativi. Tutti abbiamo cultura di governo e la loro è una componente di cui non fare assolutamente a meno».
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino