E la riforma della cultura? Per il momento, nessuna notizia. «Era stata annunciata all’inzio della legislatura — incalza la consigliera del Pd Lucia Maestri — ma a distanza di due anni e mezzo sappiamo solo che, se tutto va bene, sarà calendarizzata a settembre. Spero di non dover conoscere l’articolato solo prima del voto».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 17 marzo 2016
«Il calendario del consiglio provinciale non è nelle mie disponibilità — replica l’assessore Tiziano Mellarini — La proposta arriverà in giunta a giugno, non prima del dovuto confronto anche in maggioranza».
Sono anni che il settore della cultura, in Trentino, attende la riforma della legge Cogo. Basta conoscere le realtà analoghe al di fuori dei confini dell’autonomia per capire che non si può parlare di un settore abbandonato a se stesso e, nonostante i tagli degli ultimi anni non lo abbiano risparmiato, non sono le risorse economiche a mancare. Eppure, nell’ambiente si registra una crescente inquietudine, spesso tacitata solo dalla paura di perdere contributi e attenzione da parte della politica. Si sussurra insistentemente, ma non si dice.
Al netto delle singole rivendicazioni, ciò che ci si aspetta dalla riforma è una strategia complessiva, che comprenda le esigenze della cultura in senso stretto con quelle della promozione territoriale, senza affogare le prime nelle seconde. Un progetto che permetta al Trentino di affermarsi non solo come la terra dello sci, ma che garantisca anche alle istituzioni culturali, museali in primis, di concorrere alla crescita culturale del territorio.
Per momento, l’unica decisione presa dalla giunta risale a meno di due settimane fa quando, su proposta di Mellarini, è stata approvata una delibera che riorganizza sì i musei, ma solo da un punto di vista amministrativo. Un documento molto articolato che, in sostanza, istituisce un centro servizi comune e la figura di un dirigente amministrativo unico che, salvo sorprese, sarà l’attuale direttore amministrativo del Mart, Diego Ferretti. L’accentramento di amministrazione, contabilità e gestione del personale ha sicuramente una valenza in termini di razionalizzazione, ma nulla modifica dell’attuale governance.
Del dibattito più generale che aveva interessato l’inizio della legislatura — e che a sua volta era stato ereditato dalla precedente — sembrano invece essersi perse le tracce. La proposta del consiglio di amministrazione unico per tutti i musei era stata subito sommersa di critiche e abbandonata. Poi più nulla. «Il settore — lamenta Maestri — attende da tempo delle scelte di carattere generale. Si sa che il governo provinciale sta elaborando una proposta, ma nulla dei suoi contenuti. Anche all’interno della maggioranza non si sono stati né incontri, né approfondimenti. Mi auguro che un confronto ci sia prima di conoscere l’articolato».
Mellarini si mostra sereno. «Da un punto di vista amministrativo, abbiamo proceduto all’accentramento dei servizi e al coordinamento dei direttori, scelte che non sempre entusiasmano, ma che andavano fatte. Quanto al riordino della legge, possono stare tutti tranquilli, nulla è stato ancora deciso. Ho già chiarito a suo tempo che non si farà un solo cda. Ci saranno quattro “contenitori”, per storia, arte, scienza e spettacoli. Il resto è da definire. Ovviamente, ci sarà il dovuto dibattito in maggioranza e in commissione consiliare. Non ho nessuna intenzione di sottrarmi al confronto». Su questo punto, anche nell’ambiente viene riconosciuto all’assessore di non aver cercato forzature. Il rischio contrario è come sempre di non arrivare a una decisione. La riforma dello sport, anch’essa attesa da anni, è stata appena «ri-congelata» per la contrarietà della Figc.
Le due riforme, a modo loro, sono collegate. «Abbiamo deciso di portare avanti prima la riforma dello sport — spiega l’assessore — I tempi del consiglio non li deciso io. Entro giugno, però, porterò l’articolato in giunta».
A margine, l’ormai antica questione dei molti precari che garantiscono il funzionamento dei due gioielli, Mart e Muse. Per loro si prospettano concorsi di stabilizzazione. «È un problema risolto — assicura Mellarini — Abbiamo già approvato un conchiuso di giunta che prevede di andare progressivamente a stabilizzare la posizione lavorativa di questi dipendenti».