Il deputato Michele Nicoletti valuta positivamente la disponibilità di Alessandro Olivi a guidare il Pd trentino, anche a costo di doversi dimettere dalla giunta, ed invita a «valutare pragmaticamente» questa eventualità, partendo dalle tesi politiche. Nicoletti, così come l'area a lui più vicina, rappresentata dai consiglieri provinciali Mattia Civico e Donata Borgonovo Re, non esclude infatti di poter convergere su questa candidatura se ci saranno garanzie su alcune linee politiche e non solo perché con le dimissioni - come sostengono altri - si aprirebbe per Civico la possibilità di entrare in giunta.
L. Patruno, "L'Adige", 16 marzo 2016
Onorevole Nicoletti, cosa chiederebbe a chi si candida alla segreteria del Pd trentino?
Prima di tutto mi fa piacere che il dibattito congressuale si stia articolando su temi politici e che su questi si cerchi di costrure le posizioni, in particolare quella di chi ritiene importante il processo di riforma costituzionale avviato a Roma, ma che coinvolge anche la nostra Provincia. Pensare di non pronunciarci su quanto fatto dal Pd nazionale, che è stato protagonista, nel bene e nel male, di questo processo riformatore, mi sembrerebbe inconcepibile. Perché qui non si sta parlando di correnti, ma di visione politica. Dobbiamo dunque capire se ci può essere convergenza tra chi pensa che questo processo riformatore sia positivo e chi intende contrastarlo o restare indifferente.
Le altre questioni discriminanti?
L'altra questione è chiedersi se c'è qualcosa della politica riformatrice nazionale che possiamo applicare anche alle nostre istituzioni locali. C'è un assetto istituzionale autonomistico su cui il Pd deve esprimersi: Comuni, Provincia, Regione ed Euroregione. Ci deve essere una chiara idea su come vogliamo modificare lo Statuto. Ci sono scelte concrete come: viabilità sull'asse del Brennero, sistema economico, sistema delle banche di credito cooperativo. Stanno venendo a galla una serie di elementi su cui io comincio a essere un po' preoccupato. Già l'anno scorso erano emersi dati preoccupanti dal rapporto di Bankitalia sulla differenza di capacità di reagire alla crisi fra Bolzano e Trento. E dai dati parziali che io ho quest'anno la differenza aumenterà ancora. Vorrei lanciare un grido d'allarme sulla divaricazione fra Trento e Bolzano sia sul piano istituzionale che economico. Il Pd è l'unico partito regionale e deve dire con chiarezza qual è la sua strategia.
Rispetto alla disponibilità di Olivi cosa pensa?
Se Olivi ci fosse sulla linea politica che ho descritto, penso che sarebbe una disponibilità molto importante. Nella nostra cultura politica è considerato più importante un mandato istituzionale rispetto a un mandato politico, però se non ha effetti negativi su giunta e coalizione, penso che si possa fare. Non è un sindaco che manda a nuove elezioni la città. Rimane consigliere e onora il suo mandato. Svolge un altro servizio. Eviterei le drammatizzazioni.
Beh, potrebbe accadere che si dimette dalla giunta per candidarsi e poi non riesca ad essere eletto segretario del Pd, se succede?
Mah, la sua personalità è tale che non vedo particolari problemi. Poi naturalmente dipende dal discorso politico che ho fatto prima, quindi dall'area che riuscirà a rappresentare.
C'è anche il tema di cosa vuole fare il Pd nel 2018.
Come noi abbiamo voluto le primarie nel 2013 per la scelta del post-Dellai, io penso che il Pd debba avanzare una sua proposta anche nel 2018. Non gli mancano donne e uomini capaci di assumere questo incarico da proporre alle altre forze della coalizione. Si deve arrivare a quel momento con un suo protagonismo di persone e non solo di idee. E viste le difficoltà che abbiamo avuto ad arrivare a un quadro unitario nel 2013, io mi auguro che si cominci subito da questo congresso a concordare un metodo per una proposta pronta nel 2018.
Il segretario del Patt, Franco Panizza, dice che di solito dopo un solo mandato non si fanno le primarie per rimettere in discussione il presidente. Non è così?
Al segretario del Patt dico che di solito quando il partito di maggioranza relativa della coalizione chiede una verifica gli altri dicono di sì. E quando il segretario e senatore del collegio di Trento viene invitato a un tavolo dai suoi elettori, che sono anche quelli del Pd, per spiegare perché non era presente a un voto di fiducia, di solito si accetta. Noi siamo elettori di Rossi ed elettori di Panizza. Quindi il Patt deve dirci se intende rispondere solo ai suoi elettori o a tutta la coalizione, di cui gli elettori democratici sono una parte significativa.