TRENTO «Io lavoro per arrivare a un congresso che non sia una resa dei conti, ma che proponga una piattaforma ampia e una linea politica condivisa». Mattia Civico, esponente dell’area critica del Pd che fa riferimento a Nicoletti e Borgonovo Re, torna a rilanciare il congresso unitario, come aveva fatto a gennaio dichiarando di «apprezzare lo sforzo del vicepresidente Olivi».
C. Bert, "Trentino", 15 marzo 2016
Assente da qualche settimana dal dibattito interno, prima impegnato con il corridoio umanitario per i profughi siriani, poi alla scuola di Barbiana, Civico è rientrato domenica a Trento. E l’asse con il vicepresidente della Provincia sembra saldo, anche se i maligni continuano a far notare che il consigliere - preferenze alla mano - sarebbe in pole position per subentrare a Olivi in giunta, e che sui loro destini personali si fonderebbe l'inedita alleanza congressuale.
Consigliere Civico, mancano tre settimane al deposito delle candidature alla segreteria. Lei insiste su un candidato unitario. Può essere Olivi? Ho una serie di incontri in agenda, i congressi non si fanno sulle persone ma sulle linee politiche.
È stato invitato all’incontro di Olivi al Marinaio? Sì, ho sentito Olivi più volte. Non potrò esserci per un impedimento personale. Ma altri saranno presenti e ascolteranno anche per me.
Dorigatti ha ribadito un secco no alla candidatura Olivi e sostiene che non c'è unità sul suo nome. Nel dire no a Olivi, Dorigatti dice no a una linea politica condivisa. Io in questi anni e mesi ho sofferto l’assenza di un clima di condivisione nel partito e non sono animato da spirito di rivalsa. Credo che oggi dobbiamo guardare avanti e non indietro.
E l’inopportunità che Olivi lasci la giunta, evidenziata da gran parte del gruppo consiliare e dal governatore Rossi? Sta al partito e alle scelte collettive determinare i percorsi personali. Penso che in questo momento serva molta generosità, è il segnale che nel Pd tanti si attendono da noi. Se poi il contesto è sordo a questa esigenza, non staremo fermi. Ma mi dispiacerebbe molto.
Nel Pd si discute di quanto debbano pesare nel congresso le scelte nazionali, dal referendum costituzionale al giudizio sul governo Renzi. Lei cosa pensa? Siamo dentro un contesto più ampio del Trentino e certo la riforma costituzionale non è un tema secondario, così come non lo è il sostegno al governo. Moriremmo di asfissia se ci rintanassimo dentro la nostra provincia. Si può essere molto territoriali e avere un'anima che guarda oltre i piccoli confini. Pensiamo al tema dei profughi.
Sta venendo avanti anche la proposta di un gruppo di giovani amministratori del Pd. Qual è il suo giudizio? Io penso sempre bene dei giovani, mi dispiace quando dietro ai giovani ci sono spinte un po' retro come mi pare sia in questo caso. Aspettiamo le mozioni in campo e capiremo quanto genuine sono le posizioni.