Una cosa è certa: la possibile candidatura di Alessandro Olivi alla guida del Pd trentino ha svelato la fatica che fa il primo partito della provincia a elaborare proposte politiche e candidature che le facciano poi camminare. L’intero partito ha gli occhi puntati all’appuntamento di domani al Marinaio (alle 18). Parlando con i suoi, il vicepresidente fa capire di non avere ancora preso una decisione. T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 13 marzo 2016
Olivi è consapevole dei problemi che porrebbe una scelta di questo tipo che, a causa dell’ineleggibilità degli assessori, gli imporrebbe di abbandonare la giunta. Ugo Rossi gli ha già chiesto di restare, ma non sarà la richiesta del governatore ad essere determinante. A chi gli chiede perché sia disposto a innescare un non semplice rimpasto di giunta (Rossi sarebbe quasi obbligato a scegliere Mattia Civico, con il quale non ha un grande rapporto) pur di candidarsi, risponde che lo farebbe per dare una sveglia a un Pd che vede rassegnato a una posizione ancillare rispetto al Patt, incapace di imporre, oltre che un proprio presidente nel 2018, anche una linea politica originale rispetto a quella dettata dalla trazione autonomista. O meglio, un’alternativa originale la darebbe certamente una segreteria guidata da Donata Borgonovo Re — il cui passo indietro è tutt’altro che certo —, ma questa alternativa vedrebbe molto probabilmente il Pd all’opposizione. Il gruppo dei giovani che in queste settimane ha cercato di parlare di temi e rendere il Pd del Trentino un «prodotto» politicamente riconoscibile non sembra in grado di esprimere una candidatura vincente. Il nome che torna è quello di Luca Paolazzi, che però non avrebbe nessuna intenzione di porsi in rotta con Olivi. Quindi? Molto dipenderà dalle riflessioni delle ultime ore e, soprattutto, da cosa diranno gli amministratori riuniti domani da Olivi. Tra loro i sindaci Alessandro Andreatta, Adalberto Mosaner e Alessandro Betta, che qualcuno immagina come possibile candidato alternativo. L’ala sinistra del partito di Bruno Dorigatti, Alessio Manica e Lucia Maestri ha già ribadito più volte di temere per la stabilità della maggioranza e del governo se Olivi lascerà la giunta, ma difficilmente potranno fare a meno di sostenerlo se deciderà di candidarsi. Gigi Olivieri sta cercando di schiacciare il dibattito congressuale sulla dialettica nazionale renziani e antirenziani, al momento senza troppo successo. Luca Zeni mostra di anteporre a tutto la stabilità della giunta ed è tra coloro che cerca di convincere Olivi a desistere. Italo Gilmozzi attende sulla riva del fiume. Se Olivi rinuncerà, la sua candidatura è forse quella con maggiori chance di successo. Il gruppo che fa capo a Elisa Filippi non sembra in grado di esprimere una candidatura calata su dinamiche locali. Intanto, Lorenzo Dellai, con un piede dentro la porta dell’Upt e uno fuori guarda con attenzione a cosa avviene in casa Pd. Al congresso, difficilmente i democratici potranno ignorare che esiste un’area dell’Upt pronta a fare il grande passo se solo intuirà di non andare a morire politicamente. Intanto, Tiziano Mellarini si prepara a incontrare domani i coordinatori e imbastire così la nuova squadra. In segreteria dovrebbero trovare posto tanto l’ex segretaria Donatella Conzatti, quanto un esponente dei dellaiani.
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«La continuità oggi non serve al Pd», "L'Adige", 13 marzo 2016
Il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, per ora lascia cadere l'appello a non dimettersi dalla giunta per candidarsi alla segreteria del Pd trentino, che gli ha rivolto ieri il governatore Ugo Rossi, con la sua intervista all' Adige.Rossi ha detto di ritenere preferibile la «continuità» e la «stabilità» aggiungendo: «C'è un assetto, c'è un equilibrio, ci sono dei programmi che dobbiamo garantire».L'assessore Olivi replica: «Il presidente fa bene a voler preservare la continuità del lavoro della giunta a cui credo di aver dato finora un contributo importante. Ma la continuità - sottolinea l'assessore alle politiche economiche - non è invece oggi un valore per il Partito democratico del Trentino, perché vorrebbe dire spegnersi pian piano. Al centrosinistra, come lo intendo io, non serve continuità ma cambiamento». Insomma, Olivi va avanti con l'obiettivo di dare una scossa al suo partito, che giudica troppo rassegnato nella sua posizione di gregario, soprattutto per quanto riguarda la linea politica e la fisionomia da dare in futuro alla coalizione di centrosinistra autonomista. Non scioglie ancora la riserva sulla sua candidatura. Domani alle 18 al bar «al Marinaio» Alessandro Olivi si ritroverà con un gruppo di esponenti e amministratori del Pd (tra gli altri i sindaci Alessandro Andreatta, Adalberto Mosaner e Alessandro Betta) ai quali presenterà le idee che spera possano essere condivise al congresso del Pd.
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