Oggi la giornata conclusiva del Safer Internet Month (11 febbraio-11marzo) un percorso della durata di un mese sull’uso consapevole della rete e dei social aperto alle scuole medie e superiori del Trentino. "Social verso real nella relazione fra giovani" è lo slogan dell'evento di quest’anno per attirare l'attenzione dei giovani e della popolazione su temi sempre di forte attualità: i rischi della rete, la cittadinanza digitale, le potenzialità del web e le prassi di navigazione efficace e sicura.
Ufficio Stampa Provincia, 11 marzo 2016
Stamattina al Liceo Galilei la restituzione del lavoro laboratoriale compiuto in questo mese da 300 studenti e concluso con la consegna di un “Vademecum” di buone pratiche. Seguito via streaming con live tweet da centinaia di studenti trentini.
300 studenti riuniti nella sala dell'Auditorium del Liceo Galilei per la giornata conclusiva del Safer Internet Month, protagonisti di un percorso sull’uso consapevole della rete e dei social aperto a studenti e insegnanti delle scuole medie e superiori del Trentino. L'evento è stato coordinato dall'Agenzia per la famiglia con il Dipartimento della Conoscenza, in collaborazione con il Difensore civico e garante dei minori e la Questura di Trento ed oggi è stato seguito via streaming da centinaia di studenti trentini che hanno partecipato attivamente ai dibattiti tramite il lancio di tweet: i loro input sono stati raccolti e filtrati in diretta e rilanciati ai relatori.
Oggi sono stati presentati i lavori svolti nei 6 laboratori attivati nelle scuole aderenti nel mese di febbraio e si sono tirate le fila del lavoro svolto attraverso le testimonianze di diversi relatori. I dirigenti scolastici della Scuola grafica Artigianelli (Erik Gadotti), Ist.to Comprensivo Trento 5 (Michele Rosa), Ist.to Comprensivo Villalagarina (Manuela Broz) hanno spiegato quale impatto hanno avuto i laboratori nelle proprie scuole nel corso del Safer Internet Month. Nei laboratori è emerso che i singoli istituti scolastici sono lasciati soli nel fronteggiare questa emergenza che vede la sua maggiore criticità nell'uso da parte degli studenti dello smartphone anche in classe durante le lezioni. Le scuole hanno optato per varie soluzioni: il liceo Prati ha schermato la scuola, la Scuola Artigianelli requisisce i cellulari prima della lezione. In conclusione, si registra la mancanza di una posizione unitaria e condivisa tra istituzioni scolastiche, enti pubblici e famiglie sulla necessità di adottare dei provvedimenti in merito. L'evento si è arricchito di una performance teatrale sui temi del SIM, di due video realizzati interamente dagli studenti ed è stato consegnato ai presenti un “Vademecum” contenente le regole per le famiglie per “crescere i propri figli ai tempi di internet”.
L'assessora provinciale alle Pari opportunità Sara Ferrari è intervenuta oggi dicendo: “Ho ricevuto la delega dalla Giunta a occuparmi di questi temi e annuncio fin d'ora che è stata istituita una Commissione allargata per agire in sinergia al fine di avviare un'azione congiunta tra tutte le famiglie e le scuole trentine su questi temi. Non solo SID, per capirci, ma una pianificazione sistematica, a partire dal prossimo autunno, di iniziative di sensibilizzazione sul rapporto fra i giovani e il web e il gap generazionale tra genitori e figli”. L'assessora ha concluso soffermandosi anche sui temi del SID al femminile: “Informo che voi studentesse qui presenti, una volta introdotte nel mercato del lavoro, dovrete affrontare tre discriminazioni: di genere (e su questo fronte ci stiamo lavorando come Pari opportunità), di lavoro e di stipendio (percepirete in media il 20% di stipendio in meno dei vostri colleghi maschi). Le istituzioni pubbliche provinciali ne hanno preso atto e stanno lavorando coralmente per migliorare lo status quo.”
Luciano Malfer, dirigente dell'Agenzia per la famiglia: “L'Agenzia si occupa di politiche familiari e giovanili ed è in prima linea su questi temi. Abbiamo istituito un Comitato composto da tutti i soggetti coinvolti: Polizia postale, Garante dei Minori, Dipartimento Conoscenza, cooperative sociali, affinchè non ci si occupi di queste criticità soltanto una volta l'anno. Il mondo real e il mondo virtuale ormai sono uniti assieme e i giovani non hanno più la percezione della linea di demarcazione fra uno e l'altro. E' doveroso l'impegno di tutti per trovare presto eque e corrette soluzioni”.
Dalla performance teatrale sono emerse le consapevolezze degli studenti sui rischi del web: l'età anagrafica (è necessario avere 13 anni per whatsapp e 16 anni per facebook); non postare foto compromettenti (le foto rimangono in copia per sempre nell'archivio di facebook, anche se vengono cancellate); uso ridotto dei social in termini orari al giorno; non vedere film pornografici; non portare smartphone a scuola, migliorare le relazioni reali che quelle virtuali; non usare lo smartphone in presenza di amici.
Il medico, psicoterapeuta e scrittore Alberto Pellai ha parlato dei rischi di internet: "A volte con alcuni clic i giovani si sono trovati in difficoltà e problemi gravi, che hanno richiesto diversi mesi per essere risolti, anche grazie all'intervento della Polizia e di professionisti. Ad esempio, le riprese video e le pubblicazioni in internet hanno un peso enorme, rimangono per sempre nel web anche se eliminate e toccano in modo indelebile le sensibilità di chi ne è stato colpito: i giovani - ha proseguito Pellai - sono spesso ingenui e incoscienti e senza un aiuto possono trovarsi in pericoli più grandi di loro. Ad esempio, i problemi delle ragazze verso la loro fisicità: il corpo ideale che vedono nel web, spesso ritoccato, si scontra con quello reale. Se si ha la consapevolezza di ciò, ci si prende cura del proprio corpo e non ci si accanisce contro. Abbiamo fatto un'indagine tra le ragazze: tutte hanno detto che vogliono la taglia 40, la terza di seno, i capelli lunghi e biondi, gli occhi azzurri e poi abbiamo chiesto loro quante ne conoscono così e le hanno contate su una mano, visto che si trattava della descrizione di un corpo “non reale”. In un giorno vediamo la stesa quantità di corpi ideali e perfetti che le nostre nonne hanno visto in tutta la loro vita. I corpi che vediamo sui media al 99% sono ritoccati e costruiti artificialmente. Altro problema nei giovani il non rendersi conto che la realtà virtuale può avere delle ricadute gravissime nella vita reale: i giovani nel web si sentono protetti e invece non lo sono e non ne sono consapevoli. Il web, inoltre, registra tutte le nostre ricerche e stimola il nostro pensiero emotivo in modo da creare una sorta di dipendenza da esso.”
Presente anche la Garante dei minori e Difensore civico Daniela Longo e Mauro Cristoforetti della Cooperativa EDI per "Save the children", che è intervenuto dicendo che bisogna capire quando lo strumento è utile (a fini di ricerche, approfondimenti, ecc.) e quando no: la vita sociale non è sul web. “Ad esempio nei concerti i giovani registrano la performance con i loro smartphone e lo vedono tramite quello e non con i loro occhi: i giovani trascorrono sempre con maggior frequenza il loro tempo libero sui social e non all'aperto, a fare sport, con gli amici: siamo al cospetto di una trasformazione sociale drammatica.”