#Congresso - Il nuovo segretario Pd sulla linea di Renzi

Chi scrive ritiene che il dibattito politico concernente il giudizio sui due anni del Governo Renzi nonché il voto relativo al referendum confermativo sulla riforma costituzionale debbano essere elementi dirimenti anche per i candidati alla segreteria del Partito democratico del Trentino. Prima di tutto una premessa sulle mozioni che saranno presentate.
Luigi Olivieri, "L'Adige", 9 marzo 2016

Voglio dire cioè che non potrà avvenire, come è successo finora, che le mozioni che si fronteggeranno non si esprimano chiaramente sulla qualità dei due anni di governo di Renzi dell'Italia nonché sul si o no al prossimo referendum confermativo sulla riforma della seconda parte della Costituzione. Ritengo che i trentini e in modo particolare gli elettori del Pd del Trentino debbano sapere da che parte stanno coloro che si candidano per il governo del Pd del Trentino.
Alcune premesse sembrano comunque necessarie per comprendere il «clima» nel quale sarà celebrato anche il congresso del Pd del Trentino. La Camera dei Deputati ha approvato, alcune settimana fa, la legge sul conflitto di interessi attesa dai tempi dei girotondi, cancellando la normativa precedente. Il Senato della Repubblica ha approvato, in prima lettura, con il voto di fiducia la normativa relativa alle Unioni civili. La minoranza del Pd invece di rallegrarsi per i risultati conseguiti ha platealmente contestato il voto di fiducia posto dal governo sul provvedimento relativo alle Unioni civili (lo scopo del voto di fiducia era quello di evitare il sabotaggio del provvedimento legislativo da parte del Movimento 5 Stelle). Motivo della contestazione? Non sono stati conseguiti tutti i diritti che le coppie omosessuali richiedevano! Incredibile ma vero. È facile constatare, invece, che sono stati introdotti nel nostro ordinamento diritti che prima non c'erano e tutto ciò non era assolutamente scontato!
Vi è di più. Chi si ricorda in che condizioni economico-finanziarie e sociali versava il Paese due anni fa? Facciamo un sommario ripasso: A) Il sistema istituzionale era paralizzato e quello politico in stato confusionale per la non vittoria del Pd alle elezioni politiche con l'irruzione sulla scena dell'antipolitica elettoralmente molto competitiva; B) La crisi economica sembrava senza sbocchi con le leggi finanziarie nel caos, i mercati in fibrillazione e gli investitori in fuga; C) La disoccupazione a livelli insostenibili con calo drastico degli investimenti .Tra l'ultimo trimestre del 2013 e i primi mesi del 2014 il numero degli occupati raggiungeva il livello più basso del quinquennio precedente (poco meno di 22 milioni e 200 mila persone) mentre il livello di investimenti scendeva dal 21% del 2011 al 17% del Pil; D) L'Italia, paese cofondatore dell'Europa nonché secondo contribuente con 18 miliardi l'anno con un ritorno di 11 (tra l'altro non completamente spesi per incapacità del sistema Italia), prendeva ordini dai rigoristi di Bruxelles senza che nessuno osasse dire alcunché.
Di fronte a questo baratro il Pd giocò la carta del governo Renzi, con l'intento di provare a rianimare l'Italia e le sue istituzioni sfiancate e sotto assedio dell'antipolitica dopo il fallimento del governo delle larghe intese con Berlusconi (governo Monti), poi ristrette con Alfano (governo Letta). Parole chiave del programma di governo Renzi erano: dinamismo, riformismo e innovazione.
Dopo due anni si può dire che l'Italia è fuori dalla crisi? Assolutamente no. Comunque molti provvedimenti sono stati approvati: 1) Le tasse si sono ridotte veramente, rompendo quel modo di pensare che ritiene la destra anti-gabelle e la sinistra a difesa dell'erario. Da quest'anno non paghiamo quelle più odiose sulla prima casa. Le tasse continuano a diminuire con gli 80 euro in più in busta paga che aiutano oltre 10 milioni di lavoratori. Misura quest'ultima che, in un paese normale, sarebbe stata celebrata come vero welfare di sinistra.
2) La legge di stabilità 2015 è la prima legge, di questi ultimi 10 anni, che sostiene realmente investimenti e crescita. Questa normativa prevede, nel 2017 e 2018, ulteriori riduzioni di carico fiscale per cittadini ed aziende per un totale di 45 miliardi. La legge di stabilità prevede inoltre: risorse strutturali per la lotta alla povertà, alla disabilità con particolare attenzione alle politiche nei confronti del Dopo di Noi; il taglio del patto di stabilità ai Comuni; il superamento del fiscal compact; 3) Sono stati anche approvati provvedimenti legislativi richiesti da decenni come quello relativo al contrasto agli ecoreati, alla corruzione, l'introduzione del divorzio breve, modifiche sostanziale nel campo della giustizia civile, quelli concernenti l'industria culturale, nonché l'approvazione della nuova programmazione per la realizzazione e/o completamento di infrastrutture attese da decenni. 
Altra riforma, quella della Pubblica amministrazione. Lo Stato avrà, finalmente, gli strumenti per essere più moderno, semplice e trasparente per recuperare la fiducia dei cittadini. Il Pin unico per accedere a tutti i servizi sarà una vera rivoluzione, così come la digitalizzazione e l'infrastruttura della banda larga. Certo, alcune riforme strategiche, come quella della scuola, potevano essere meglio gestite e concertate, altre avrebbero bisogno di una accelerata come la riorganizzazione dei servizi pubblici locali.
4) L'Inps e l'Istat confermano che sono 764 mila i contratti a tempo indeterminato in un anno a seguito del Jobs Act. Non è una politica di sinistra se tanti precari finalmente possono decidere cosa fare della loro vita?
La ripresa del sistema Italia è lenta ma dai segni tutti negativi e dalla recessione siamo ai segni più. Eravamo a meno 2,3 di Pil nel 2012, a meno 1,9 di Pil nel 2013 e siamo a più 0,8 di Pil nel 2015. È sicuramente necessario fare di più però nel contempo, va sottolineato, che gli investimenti diretti stranieri sono passati dai 12 miliardi del 2013 ai 74 del 2015. La battaglia all'evasione fiscale si è chiusa col migliore risultato degli ultimi decenni con 14.2 miliardi di recupero. È inoltre merito di questo governo l'accordo di leale collaborazione nel campo fiscale con la Svizzera e il Vaticano per il rientro dei capitali.
Ancora. Chi si ricorda della battaglia parlamentare per la nuova legge elettorale per il superamento del Porcellum (il centrosinistra ha buttato all'aria due governi ulivisti per l'ingovernabilità). Nonostante ciò c'è già chi propone di cambiarla (come la minoranza del Pd). Sicuramente in Italia non si verificherà quello che sta succedendo in Spagna ancora senza governo dopo molti mesi dalle elezioni politiche. Il capolavoro di Renzi ritengo sia la riforma della seconda parte della Costituzione. In autunno gli italiani, col referendum confermativo, potranno scegliere se superare il bicameralismo perfetto eleggendo un terzo in meno di parlamentari (per non parlare dell'abolizioni della Provincie e del Cnel!) oppure tornare nella palude. Rilevo tra l'altro che le prerogative del nostro sistema autonomistico sono conservate e ulteriormente potenziate col sistema dell'intesa per le future modifiche.
Renzi ha ereditato un Paese al collasso e un' Europa da rifondare. Ha trasformato una legislatura nata morta in una legislatura costituente che cambierà profondamente l'Italia e quindi anche il Trentino. Tralascio di scrivere del Renzi politico che ha vinto le elezioni europee con il 40 per cento dei voti portando il Pd ad essere il partito più votato in Europa ed autorevole componente del Pse.
Per questi motivi ritengo che un chiaro giudizio e presa di posizione su Renzi, quale segretario del Partito democratico e presidente del Consiglio dei ministri, debba sostanziare anche il dibattito congressuale del Pd del Trentino. Chi non condivide il percorso fatto e/o si esprimerà contro la riforma costituzionale nell'imminente referendum confermativo dovrà avere il coraggio di delineare anche in Trentino una proposta politica e di partito alternativa affinché vi sia chiarezza e trasparenza.