TRENTO Alessandro Olivi prova a muoversi in punta di piedi nella vicenda Caritro. Due «paletti» però il vicepresidente li mette: smettere di parlare solo di questioni interne e concentrarsi sullo scopo dell’ente, ossia finanziare «quello spazio vuoto che va dall’università all’impresa».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 27 febbraio 2016
«Non è possibile — premette Olivi — che della Fondazione, da qualche anno a questa parte, si parli sono per questioni interne e incompatibilità dei presidenti. Sembra quasi cattiva politica e non ne abbiamo bisogno». Nel J’accuse di Gianni Benedetti (Corriere del Trentino di giovedì) le due questioni principali sono la presunta incompatibilità del presidente Michele Iori per la quale si sarebbe stato usato un metro diverso rispetto a Paolo Battocchi (decaduto) e i finanziamenti assegnati in massima parte all’università, quasi a tradire una sudditanza della Fondazione rispetto all’ateneo.
Nel merito delle questioni statutarie, Olivi evita di entrare. «Sarebbe sbagliato se pretendessi di dare io giudizi su questioni statutarie. La Fondazione ha il suo statuto, i suoi rappresentanti e, soprattutto, un’autonomia che va rispettata e tutelata. Ciò detto, mi aspetterei che il dibattito vertesse su quali siano i migliori progetti da finanziare, come si possa essere d’aiuto al territorio e così via. Non si possono passare anni a discutere di regole interne delegittimando gli organi dell’ente».
Quanto ai finanziamenti, Olivi una sua idea ce l’ha. «Non conosco nel dettaglio i singoli stanziamenti. Tuttavia, mi permetto di notare che per quanto riguarda, ad esempio, il finanziamento del Cimec di Rovereto (Centro interdipartimentale mente-cervello dell’Università di Trento, ndr ), mi pare che si tratti di una scelta di alto profilo e di grande utilità per la ricerca e il territorio».
Il vicepresidente della Provincia non ne fa una questione di ricadute dirette e immediate sul territorio «ma — osserva — la Fondazione Caritro gestisce un patrimonio considerevole della comunità, è giusto che produca dei frutti». Quali? Su questo Olivi una sua idea pare averla. «In questo momento più che in passato, la categoria che va maggiormente aiutata sono i giovani. Ecco, a me piacerebbe che la Fondazione si desse questa come principale mission. A finanziare le imprese, anche quelle piccole e innovative, ci pensa la Provincia. Al percorso di studi, l’ateneo. A mio giudizio, il compito di Caritro è cercare di riempire lo spazio vuoto che resta tra la laurea e l’attività lavorativa. Abbiamo bisogno di trattenere in Trentino le menti migliori, i giovani più preparati e con qualcosa da dire. In Trentino abbiamo diversi canali di finanziamento della ricerca. Mi piacerebbe che la Fondazione si occupasse soprattutto della ricerca e delle borse di studio dei più giovani. In modo che da un’idea di oggi possa nascere un domani anche un’attività imprenditoriale».