TRENTO Quante firme serviranno per candidarsi alla segreteria del Pd? E le liste saranno bloccate o con le preferenze, unico caso in Italia? A rispondere, dopo mesi di discussioni, è chiamata domani sera l’assemblea dei democratici. Prima, nel pomeriggio, toccherà alla commissione statuto e al coordinamento, che dovrebbero perfezionare il testo base da sottoporre all’assemblea, anche alla luce degli emendamenti presentati in settimana.
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 28 febbraio 2016
Un punto fermo riguarda le due fasi del prossimo congresso: la prima si svolgerà a livello di circoli, dove voteranno solo gli iscritti. Secondo la bozza attuale, chi si vorrà candidare alla segreteria dovrà raccogliere tra gli iscritti non meno di 150 firme, di cui almeno 15 in ognuno dei sei collegi in cui è divisa la provincia. Per accedere alle primarie aperte agli elettori, i candidati dovranno ottenere almeno il 10% dei voti a livello provinciale e il 20% in almeno tre collegi. Misure scelte per rendere più selettivo possibile il percorso cercando di evitare (ma non è impossibile) che il partito si ritrovi con tre candidati senza nessuno che raggiunge la metà più uno dei voti, come avvenuto due anni fa. Un emendamento firmato da Alessio Manica invece prevede un’unica soglia del 10 per cento in ciascun collegio. «Ci sono collegi come le Giudicarie — spiega — dove ci sono pochissimi iscritti: mettere una soglia fissa come 15 voti comporterebbe un condizionamento pesante. La percentuale è un metodo più equo».
C’è un altro aspetto controverso: liste bloccate come a livello nazionale o liste con le preferenze? Un emendamento presentato da Vera Rossi propone il meccanismo nazionale. «Ci sono due ragioni — spiega Manica — Le liste bloccate permettono di far votare preventivamente la squadra del candidato. Inoltre metteremmo al riparo l’esito del congresso da eventuali ricorsi spediti da Trento a Roma». Il sistema delle preferenze, peraltro, è molto popolare all’interno del partito e ha rappresentato finora un tratto caratterizzante del Pd del Trentino. Sarà l’assemblea a dire l’ultima parola in un dibattito che non toccherà, invece, il tema delle incompatibilità con ruoli di governo: le regole, se cambieranno, saranno modificate a Roma.