#BRENNERO - Renzi insiste: «Confine speciale Vienna ci ripensi»

«L'ipotesi della chiusura del Brennero è assolutamente sbagliata». Lo ha detto il premier Matteo Renzi incontrando la stampa estera. «È storicamente (il Brennero, ndr) uno dei fronti delle guerre civili europee, un po’ come il confine franco-tedesco, molto significativo per tutti noi. Non a caso in quell'area in Italia abbiamo un'autonomia particolarissima». Alfano rassicura i tre presidenti dell'Euregio: profughi respinti distribuiti tra regioni.
"Trentino", 23 febbraio 2016

 

Nell’incontro di ieri a Roma con il ministro Alfano, il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha chiesto la messa a disposizione delle caserme dismesse proponendo al ministero di fare da tramite anche con il ministero della Difesa per sollecitarne i tempi. «Nell’ambito dei controlli al confine - ha aggiunto - abbiamo chiesto anche di istituzionalizzare gli incontri della nostra task force a livello Euregio, tra il rappresentante del ministero, cioè il questore di Bolzano, con l'omologo del Tirolo per intensificare lo scambio d’impressioni e la collaborazione nella gestione dell’emergenza». Kompatscher ha insistito sul tema della collaborazione internazionale: «Credo che gli stati europei dovrebbero usare ogni mezzo, anche economico per controllare i confini esterni a Schenghen. Secondo uno studio francese, i costi di una eventuale chiusura dei confini interni europei si aggirerebbero sui 110 miliardi di euro all'anno. Ci auguriamo che si intervenga al più presto nei territori di partenza: Turchia, nord della Siria e anche nord Africa».

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Lo Stato non lascerà Trentino e Alto Adige da soli nel gestire un eventuale “ristagno” di richiedenti asilo respinti alla frontiera del Brennero. Scongiurando - almeno a parole - il fantasma di due province trasformate in campi profughi. Il governatore Ugo Rossi torna da Roma con una promessa importante: i migranti giunti dai Balcani e costretti a restare in Italia dalle nuove barriere austriache saranno distribuiti tra le regioni, rientrando nei piani nazionali già attivati. Questa la principale rassicurazione fornita dal ministro Angelino Alfano al presidente della Provincia di Trento, che ieri ha partecipato all'atteso vertice sull'emergenza immigrazione assieme ai colleghi Arno Kompatscher (Alto Adige) e Günther Platter (Tirolo).

Il ministro non si è limitato ai proclami, ma è sceso nel dettaglio delle azioni di prevenzione, ha sottolineato Rossi, parlando di un summit ad altissimo livello, alla presenza del capo di Gabinetto Luciana Lamorgese, di quello del Dipartimento immigrazione, prefetto Mario Morcone, della Polizia Alessandro Pansa, del sottosegretario di Stato Domenico Manzione e del direttore della Centrale Immigrazione e Polizia delle frontiere Giovanni Pinto. Non è ancora noto quale sarà, nel dettaglio, il contributo in termini di accoglienza di ciascuna regione, né se saranno tutte coinvolte. «L'importante è che siano conteggiati gli eventuali arrivi», afferma Rossi. Che aggiunge: «A Roma sanno che abbiamo gestito il fenomeno con serietà, facendo anche risparmiare lo Stato. Noi abbiamo detto che bisogna prepararsi per tempo: la preoccupazione c’è, ma prevedere gli effetti è molto difficile. I flussi sui Balcani è probabile che si interrompano già in Grecia, ma nel caso in cui non accada dobbiamo essere pronti. Dall’altra parte se gli sbarchi riprendono, con delle misure al Brennero le ricadute bisogna immaginarle prima». I presidenti hanno chiesto un immediato ripristino dei principi di Schengen: confini aperti all'interno e ben sorvegliati all’esterno. E Rossi ha confermato la sua piena collaborazione nel fare la propria parte «in una logica di solidarietà».

In ambito operativo, «abbiamo detto che siamo pronti a gestire aspetti legati anche alle nostre infrastrutture, la ferrovia e l’autostrada, costituendo un comitato di coordinamento che abbiamo già composto, nel quale per la Provincia di Trento ci sarà la nostra struttura del Cinformi con il dottor La Spada, assieme all'A22, alle Ferrovie, alla Questura di Bolzano, la quale nominerà anche una persona che - con una presenza costante - rappresenti anche il livello nazionale. Il tutto per affrontare eventuali problemi».

Sul tema hotspot, «ci hanno confermato che stanno lavorando per ultimarli (entro marzo, ndr).Hanno anche detto che sono in via di miglioramento le procedure di identificazione, riconoscendo che il 2014 era stato invece un anno difficilissimo. Ho visto una certa chiarezza d’intenti: stanno presidiando l’evoluzione dei flussi in maniera seria». Il sistema di accoglienza - ha detto Alfano - sarà maggiormente strutturato con la rilevazione delle impronte digitali. Rossi, Kompatscher e Platter hanno anche consegnato allo staff del ministro un promemoria contenente le richieste puntuali dei tre territori di confine. «Alfano ha detto che è anche disponibile a venire, per testimoniare che la questione Brennero è una delle priorità».

Quanto ai rapporti con Vienna, «a Roma sanno benissimo che l’Austria ha accolto tanto e in un certo senso capiscono anche la sua posizione. Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro proprio a Vienna». Sul fronte della sicurezza, invece, la polizia italiana sta lavorando a un rafforzamento della sua presenza: «Nel caso in cui ci fosse un ripristino dei controlli in Austria - spiega Rossi - si prepara a gestirne di analoghi nella parte italiana». La posizione del Tirolo è stata illustrata da Platter, che «ha spiegato le motivazioni alla base della scelta presa da Vienna, con numeri evidenti, basti pensare che il Tirolo ha 6.500 profughi stanziali sul proprio territorio. Noi ne abbiamo mille - osserva Rossi - quindi dobbiamo stare attenti ad esprimere giudizi di ingenerosità e di egoismo. Anche se non condividiamo - sia chiaro - l’approccio sui confini».