Non ci sarà un’autostrada Valdastico Nord per collegare Piovene Rocchette al Trentino. Ci sarà - forse - una soluzione viaria diversa da quella fin qui ipotizzata e che da decenni oppone Veneto e Trentino: un progetto di «collegamento tra viabilità ordinarie», ovvero di strade extraurbane, tra la statale della Valsugana e la statale del Brennero.
C. Bert, "Trentino", 10 febbraio 2016
Uno scenario che viene definito «di comune interesse» e che la Provincia di Trento si è detta disponibile a valutare. Si sono chiusi così, a tre mesi dall’avvio, i lavori del Comitato paritetico tra lo Stato, la Regione Veneto e la Provincia di Trento, verificando che «sussistono le condizioni per proseguire l’iter di perfezionamento dell’Intesa» tra i soggetti coinvolti. Il nuovo scenario parte in sostanza da tre previsioni: un corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, Valsugana e Valle dell’Adige; un’ottimizzazione dei collegamenti tra la ss47 della Valsugana e la ss12 del Brennero in prossimità di Mattarello; un efficientamento dei collegamenti che percorrono la Valsugana in territorio veneto, per risolvere le congestioni di traffico nell’area pedemontana veneta e al tempo stesso alleggerire il traffico nella zona dei laghi di Caldonazzo e Levico, dell’Alta Valsugana e di Trento.
Lo scenario sarà sottoposto al Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) dopo che avrà ottenuto il via libera del consiglio provinciale di Trento e dopo una fase di partecipazione sul territorio con i Comuni coinvolti. Il comitato ha dato mandato al ministero delle infrastrutture e dei trasporti di elaborare il progetto viabilistico che tornerà al Cipe entro due anni. Soddisfatti i veneti, per il governatore Luca Zaia «si apre finalmente uno spiraglio per dare uno sbocco verso nord alla nostra regione».
Da parte trentina (ne riferiamo nella pagina a fianco), l’assessore Mauro Gilmozzi sottolinea come il risultato del lavoro di questi mesi è che «si è cassata l’autostrada» e «abbandonato il campo della Valdastico». Le letture, come spesso accade in questi casi, possono divergere e si tratterà di capire quale sarà - da qui in poi - l’atteggiamento del governo rispetto ad un’opera che si lega a doppio filo al rinnovo della concessione all’Autostrada Serenissima. E solo un mese fa le parole del ministro Graziano Delrio durante la sua visita a Trento erano suonate quasi una pietra tombale sulle speranze dei trentini da sempre contrari alla Valdastico Nord: «Quello della Valdastico è tra i corridoi previsti - aveva ricordato il ministro - noi abbiamo preso l'impegno con la Commissione europea. Con il Trentino resta una diversità di vedute, ma adesso abbiamo rimesso la questione su un binario corretto». Un mese dopo, l’esito dei lavori del comitato delinea uno scenario diverso: uno stop al collegamento autostradale tra la A31 e l’Autostrada del Brennero, che sarebbe costato - secondo i dati dello studio ministeriale consegnato a novembre - 2 miliardi di euro per un traffico di attraversamento atteso di soli 17 mila veicoli al giorno. Numeri che hanno supportato la posizione trentina di netta contrarietà all’opera, giudicata insostenibile finanziariamente oltre che in contraddizione con il quadro nazionale e internazionale della mobilità che punta sulla ferrovia.
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TRENTO La cinquantennale telenovela della Valdastico si arricchisce, dopo quattro mesi di lavoro al ministero delle infrastrutture, di un documento bizantino che ieri sera faceva dire al governatore veneto Zaia «Si apre uno sbocco a Nord» e all’assessore provinciale trentino Mauro Gilmozzi «Abbiamo abbandonato il campo della Valdastico». Il testo è il frutto del «tavolo paritetico per i collegamenti tra Trentino e Veneto», che ha individuato non una soluzione — attesa dai tempi di Piccoli Rumor e Bisaglia — ma uno «scenario di comune interesse» per Trentino e Veneto.
L’area
Si tratta, testualmente, del «corridoio d’interconnessione infrastrutturale tra la valle dell’Astico, la Valsugana e la valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come un collegamento tra viabilità ordinarie e, segnatamente, tra la statale 47 della Valsugana e la statale 12 dell’Abetone e del Brennero, il quale presenta ricadute positive nel contesto dei territori interregionali». Gli elementi del «corridoio» indicati nel documento finale sono tre: «Primo: un corridoio di collegamento viario tra la valle dell’Astico, Valsugana e valle dell’Adige. Secondo: un’ottimizzazione dei collegamenti tra la statale 47 della Valsugana e la statale 12 del Brennero in provincia di Trento in prossimità di Mattarello. Terzo: un efficientamento dei collegamenti che percorrono la Valsugana in territorio veneto, che prevedano interventi sulla statale della Valsugana che risolvano le criticità presenti nel territorio veneto».
Cosa cambia
Ieri è stato ufficialmente sancito il no del Trentino all’autostrada Valdastico Nord. La posizione non è vincolante, può essere superata a maggioranza da governo e Veneto, che continua a considerare la Valdastico come prima opzione. Zaia, però, per ora concede al ministero due anni di tempo di progettare una soluzione viabilistica sulla base del documento. Nascerebbe una strada ordinaria, non a pedaggio (probabilmente una superstrada), per collegare la statale della Valsugana con la circonvallazione di Trento all’altezza di Mattarello, in modo da drenare diecimila veicoli dalla statale della Valsugana verso la statale dell’Adige, riducendo la pressione del traffico a nord di Trento. Contemporaneamente, sarebbe realizzata un’altra strada (ordinaria) che dalla valle dell’Astico, dove oggi termina la Pirubi) consentirebbe di raggiungere la valle dell’Adige confluendo nella bretella di collegamento Levico-Mattarello. Entro due anni, lo studio sarà presentato al Cipe.
Le garanzie
Il Trentino ha chiesto e ottenuto che la progettazione della soluzione alternativa all’autostrada Valdastico debba essere accompagnata «dalle autorizzazioni urbanistiche, da eventuali modifiche legislative e da una fase partecipativa a livello territoriale».
Con due anni in più di tempo, è possibile (ma tutt’altro che certo) che il governo riesca a strappare a Bruxelles una proroga tecnica della concessione di A4 (attualmente vincolata alla realizzazione della Valdastico Nord), in attesa di cambiare completamente le carte in tavola: creare una holding pubblica che rilevi la società autostradale A4 (con A22 in campo) e possa ottenere una concessione attraverso la soluzione «in house» come quella adottata per la concessione di Autostrada del Brennero.