In largo Foibe, all’ombra del gazebo del Pd, che ha organizzato anche una raccolta di firme prende forma la protesta contro il provvedimento della giunta Valduga di riaprire al traffico la parte di via Tartarotti prima interdetta alle auto: gli aggettivi che ricorrono con più frequenza sono anacronistico, contraddittorio, impopolare."Trentino", 7 febbraio 2016
Al netto di militanti e di simpatizzanti del partito, le persone che affollano la piazzetta sono parecchie, tra queste molti i residenti o quanti sono favorevoli a un centro libero dalla macchine. «La gente risponde perché il tema è molto sentito - spiega il consigliere comunale del Pd Mario Airoldi - aprire via Tartarotti è come andare contro la storia, ovunque le aree pedonali vengono estese e non ridotte».
«Credo che Rovereto sia l’unica città al mondo che faccia un passo indietro sulla zona a traffico limitato», gli fa eco Giulia Robol, ex assessore all’urbanistica, che insiste anche su un altro aspetto: l’assoluta incoerenza del provvedimento. «È evidente che le scelte dell’amministrazione Valduga sono del tutto contraddittorie: da una parte dice di voler ampliare la zona a traffico limitato addirittura a via Dante, decisione che ci trova del tutto concordi, dall’altra riapre alle automobili via Tartarotti. Perché di riapertura si tratta. La flessibilità e la chiusura nelle ore notturne è in realtà una finzione; quando la gente dorme che la strada sia aperta o chiusa non importa a nessuno». Ma sono anche i modi del provvedimento che non vanno giù a Robol: «La chiusura della strada da parte della giunta precedente era stata una scelta partecipata, avevamo cercato di coinvolgere la cittadinanza. Questa, invece, è un decisione calata dall’alto senza che sia collegata a nessun progetto più ampio, come lo era stato per noi.» Insomma, la scelta di allora era un tassello di un più articolato progetto della viabilità, che prevedeva chiusure di strade ma anche la creazione di nuovi parcheggi.
«Parcheggi che ora ci sono - commenta il consigliere Pd Luigino Pellegrini - il che rende l’apertura di via Tartarotti ancora più inspiegabile. Adesso, con il nuovo passaggio Follone-Santa Caterina la zona è raggiungibile in pochi minuti... Non vorrei che il sindaco Valduga, così facendo, stia pagando una promessa fatta in campagna elettorale». «Via Tartarotti è una strada pensata e progettata per essere pedonale - spiega ancora Giulia Robol - senza marciapiedi e senza barriere, a misura d’uomo. È evidente che adesso con il ritorno delle macchine non va più bene e deve essere messa in sicurezza». Mentre di scelta ideologica e forse addirittura di “dispetto” verso la giunta precedente parla il segretario del Pd Roberto Pallanch. Comunque, non solo volti dell’opposizione a protestare in largo Foibe, a sottolineare che si tratta di una scelta molto controversa, mal digerita da più di qualche membro della maggioranza. Come Francesco Romano, consigliere comunale per i Civici. «Sono qui - dice Romano - per una battaglia di civiltà e non per una scelta politica. Ho sostenuta la battaglia anche in consiglio e aderirei alla protesta per via Tartarotti da qualunque parte venisse l’iniziativa».
Mentre per Corrado Corradini, “storico ambientalista”, «la scelta di riaprire via Tartarotti è sbagliata anche sotto il profilo strettamente commerciale, dal momento che la gente si sofferma a guardare le vetrine e frequenta molto più volentieri posti tranquilli dove i bambini possono correre e giocare piuttosto che quelli trafficati».
In molti mettono la propria firma per protestare contro la riapertura, alla fine se ne conteranno circa 150 - «ma raccolte solo in mezz’ora», precisa la consigliera Pd Luisa Filippi. Tra i cittadini, Federica Gerosa, ad esempio, è perplessa per la formula flessibile, «o la strada è sempre aperta - commenta - o sempre chiusa, anche se sarebbe meglio sempre chiusa». Contrario all’apertura alle macchine anche Piero Oradini, maestro di tennis, «io sarei per una chiusura totale del centro, i roveretani sono un po’ troppo pigri e sarebbe meglio se usassero di più la bici». Come contrari si dichiarano Elena Crosina e Irwin Vanzetta, residenti in via Tartarotti: «le fasce orarie fanno solo confusione, ogni giorno prima di uscire con il bambino dobbiamo pensare se le macchine possano oppure no». Per una ztl che si estenda da via Fontana a via Dante è poi Stefano Caracristi, titolare di un negozio di frutta e verdura, «ma al Follone - precisa - ci vorrebbe un parcheggio su quattro piani». Patrizia Pizzini definisce la riapertura di via Tartarotti «una vergogna» e assicura che «non farà più la spesa da quei negozianti che hanno insistito per ottenerla». Infine, per Franco Cescatti «è necessario ampliare la ztl non restringerla, soprattutto in via Tartarotti, salotto di Rovereto».
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Palloncini, gazebo, truccabimbi e la raccolta di firme: l'«adunata anti traffico in via Tartarotti», ha attirato ieri mattina qualche centinaio di persone. Compatti gli esponenti del Pd, con Fabiano Lorandi che parla di «una scelta incomprensibile dai risvolti paradossali, sia perché aprire la zona pedonale dopo le 20 non ha senso, sia perché la crisi nel commercio è legata a minor capacità di spesa e non alla possibilità di usare l'auto» e con Luisa Filippi che sottolinea: «È una decisione che maschera il ritorno del traffico, ma il commercio fiorisce proprio quando una città è vivibile». E aggiunge: «La nostra scelta di pedonalizzare via Tartarotti nasceva da un ragionamento tecnico, per evitare che diventasse la scorciatoia di chi vuole dirigersi verso le valli del Leno. Ora sarà aperta al traffico nel tardo pomeriggio proprio quando è l'ora del passeggio e quando è ora di punta: un disastro». Giulia Robol è convinta: «Non ha senso la sperimentazione: dopo tanto discutere, o la apri, o la chiudi, basta con la politica del vorrei ma non posso. Quanto alla pedonalizzazione, è tutto scritto nel Pum (piano urbano di mobilità) che prevede anche la pedonalizzazione di via Dante».«Era stata pavimentata con cura, coi plateatici e le panchine, e anche parte dei commercianti aveva iniziato ad apprezzare la cosa. Ed ora si torna indietro», si rammarica Roberto Pallanch .
«È un provvedimento caotico e inutile - sostiene Paolo Vergnano dei 5 stelle - perché la gente che usa l'auto, poi va a comperare nei centri commerciali non in centro. Io spero che tra qualche mese i negozianti di via Tartarotti dicano che con l'apertura al traffico va tutto bene, ma non lo credo proprio. La nostra proposta è di attrezzare il centro con verde e panchine per renderlo più bello e vivibile, e puntare sui mezzi pubblici. È una vergogna che Rovereto non abbia neppure una stazione degli autobus».
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