TRENTO Non chiude le porte al confronto. Ma di fronte alla richiesta avanzata dal deputato del Pd Michele Nicoletti di un chiarimento «fra le segreterie provinciali per verificare la lealtà di tutte le forze politiche» (Corriere del Trentino di ieri), il governatore Ugo Rossi fissa subito le condizioni.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 7 febbraio 2016
«Se la proposta di Nicoletti — precisa il presidente della Provincia — sta nei binari di un giusto aggiornamento del programma politico, di un confronto rispetto alle modalità con le quali si affrontano i temi di governo, sono ovviamente disponibile. Se invece si tratta di un ulteriore motivo per affermare dei distinguo, allora non ci sto».
Le motivazioni di questa puntualizzazione sono presto detti. «In questi due anni di legislatura provinciale e nei primi mesi di consiliatura comunale — osserva Rossi — ho visto una corsa di tutti i partiti che non esprimono il leader a continui distinguo, a una critica al leader come se a livello provinciale fossero ancora in corso le primarie e a livello comunale fossimo ancora in campagna elettorale». Una «tirata d’orecchi» che il governatore estende a tutte le forze politiche del centrosinistra autonomista. Compresa la sua, per quanto riguarda le fibrillazioni di Palazzo Thun. «Il mio — prosegue il presidente della Provincia — è un discorso da garante dell’intera coalizione. E in questo senso il mio appello è rivolto agli esponenti di tutti i partiti del centrosinistra autonomista. Patt incluso».
Rossi ci tiene a chiarire bene il senso del suo messaggio: «Esistono leadership ed esistono delle regole. Nel rispetto di queste regole, tutti i partiti e tutti gli esponenti delle forze politiche della coalizione concentrino la propria attenzione sulle questioni amministrative». E non, aggiunge subito il governatore, sulle elezioni del 2018, che sembrano già scuotere i partiti. «I cittadini — avverte il presidente — ci chiedono di essere pancia a terra 24 ore su 24 sui temi che riguardano il presente e il futuro del Trentino. Di sicuro non ci chiedono chi sarà il prossimo presidente della Provincia: a loro interessa altro. Invece, sento già troppa gente, all’interno della coalizione, che si sta occupando del 2018. A loro dico: che si tratti della Provincia o del Comune, in questo momento è necessario lavorare sui temi». Con uno scatto in più: «Si tratta di una questione di responsabilità. Chi appartiene alla coalizione di centrosinistra autonomista deve lavorare per confermarla come unica risposta possibile. Non ne va intaccato l’appeal».
Si concentra sulla situazione di Palazzo Thun Alessio Manica. «È evidente — avverte il capogruppo provinciale del Partito democratico — che è necessario che le fibrillazioni comunali finiscano al più presto. Non è possibile avere la città capoluogo in una situazione di incertezza continua». Una condizione che alla lunga potrebbe portare a conseguenze negative, continua Manica: «Questa incertezza si traduce in una difficoltà nel momento delle scelte». Ma i problemi di Palazzo Thun, secondo Manica, non intaccheranno i rapporti tra le forze della coalizione a livello provinciale. «Non vedo possibilità di ripercussioni, almeno per ora» dice. «Le difficoltà comunali — aggiunge — sono legate a una dimensione quasi personalistica. Le beghe attorno alla figura del sindaco Alessandro Andreatta riguardano singoli componenti della coalizione. Per questo non credo ci saranno conseguenze a livello provinciale. Auspico, in ogni caso, che queste fibrillazioni finiscano, anche attraverso dei passaggi che il sindaco dovrà necessariamente fare». Ma un messaggio ai «dissidenti» di tutti i partiti Manica lo lancia. «Conosco poco le dinamiche comunali — dice — ma chi oggi siede in aula come rappresentante del Pd, del Cantiere civico democratico o del Patt deve sapere che ogni discussione sulla composizione della giunta e sulle scelte politiche va fatta all’interno della coalizione, altrimenti si va tutti a casa, danneggiando la città. Non si scherza su questo: il rischio è di consegnare il capoluogo ad altri, facendo saltare tutti i progetti che avevamo tracciato per Trento».
Intanto, in casa Ccd-Upt le tensioni non calano. Andrea Merler (Ccd) critica le parole di Paolo Castelli per quanto riguarda la presenza dell’Upt in aula e nell’esecutivo: «Chiedere al sindaco di modificare la giunta per soddisfare le voglie di rivalsa dei singoli è quanto di più lontano dall’idea di buona politica».
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