Credo sia opportuno un momento condiviso fra le segreterie provinciali per verificare la lealtà di tutte le forze politiche. Anche alla luce delle prossime scadenze, come il 2018. Visto il quadro, la collaborazione nell’alleanza rischia di diventare burocratica». Michele Nicoletti, deputato del partito democratico, suona la sveglia per la maggioranza che governa la Provincia e il Comune di Trento.S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 6 febbraio 2016
Al Pd non è piaciuto l’affondo del gruppo consiliare del Patt contro il sindaco dem Alessandro Andreatta. Il patto interno, la «doppia fiducia» che regge la città e il Trentino potrebbe saltare. Nicoletti avverte del pericolo e invita i colleghi al chiarimento. Lo tranquillizza Franco Panizza, senatore e coordinatore delle Stelle alpine, che però non torna indietro. «Non intendiamo in nessun modo mettere in difficoltà la coalizione. Il nostro gruppo ha soluzioni chiare su alcuni temi al sindaco. Inoltre, sul nuovo ospedale serve maggiore sintonia fra le istituzioni». La diserzione degli autonomisti dal vertice di maggioranza a Trento è solo l’ultimo degli scossoni che da otto mesi stanno facendo ballare il sindaco Andreatta. La sua giunta conta in Aula su numeri minori rispetto alla prima consiliatura (per la riforma regionale) e naviga a vista, cercando di evitare insidie di varia natura. Ci sono le ambizioni disattese dei consiglieri del centrosinistra, le conflittualità nei partiti e nei gruppi, la litigiosità del consiglio, la scarsità di risorse. La situazione è complicata dalle dinamiche a livello provinciale. Il Pd manca di leadership e affronta senza slancio la fase precongressuale, l’Upt dopo il congresso si trova diviso fra i sostenitori di Mellarini e gli esponenti del Cantiere civico e democratico, unici rappresentati nell’esecutivo. Se a questo si aggiunge il travaglio per la collocazione del nuovo ospedale, il ritratto è confezionato. Per questo dopo il dietrofront del governatore autonomista Ugo Rossi sull’ipotesi del Not a Mattarello (motivato dai «tempi eccessivi» per cambiare il piano regolatore comunale che invece prevede l’opera in via Al Desert) è arrivata la bordata dei colleghi di Palazzo Thun. Il capogruppo del Patt Alberto Pattini ha annunciato la diserzione dal vertice di maggioranza in una lettera al sindaco (Corriere del Trentino di ieri). Ma al di là delle questioni «di forma» toccate nella missiva, gli autonomisti pongono due temi concreti al primo cittadino, ovvero delle risposte su due proposte, il piano della sicurezza e lo snellimento dei tempi per l’ufficio dell’edilizia abitativa. Terzo punto, non hanno gradito le «rivendicazioni» di Andreatta sul Not. Una voce a sostegno del primo cittadino arriva da Roma. «Noi come Pd abbiamo sempre detto di non voler entrare nel merito delle scelte delle amministrazioni locali — ragiona Nicoletti —. Tuttavia, mi pare che il livello di preoccupazione stia crescendo.Quando questo tocca una città come il capoluogo del Trentino, credo che il fatto vada portato in sede politica. Sono state fatte delle scelte, parlo del centrosinistra autonomista che regola l’assetto nazionale, provinciale e nei principali centri della provincia». Una chiamata all’ordine rivolta agli alleati. «Il Pd è sempre stato leale. Ritengo opportuno un tavolo con le segreterie per verificare le questioni politiche, oltre che amministrative, e la volontà di collaborare assieme. Patt e Upt in questa fase mi paiono più preoccupati per le loro questioni interne. Ricordo inoltre che il Pd a livello nazionale ha lavorato moltissimo per l’autonomia». Altro messaggio rivolto a Rossi: il Patt non metta a rischio il governo di Trento, perché il sistema delle alleanze è unico. «Può starci una vivacità nel dialogo con il sindaco — dice a sua volta Elisabetta Bozzarelli, coordinatrice dem a Trento —. Ma credo sia opportuno lavorare sui temi concreti, non perdersi su questioni come il rimpasto o le rivendicazioni. L’attenzione del Pd è sulla città. Siamo stanchi del gossip politico». Dal fronte opposto, il segretario Panizza puntualizza la posizione dei consiglieri autonomisti, che Andreatta ha cercato per un incontro chiarificatore (invito per Pattini, il quale però fino a ieri si è detto non disponibile). «Noi abbiamo posto alcune condizioni chiare, cioè la necessità di avere risposte su sicurezza e edilizia abitativa. Ciò che rimproveriamo a Andreatta è di non aver portato avanti le proposte con convinzione. Non vogliamo mettere in difficoltà la coalizione, ma dare un contributo concreto su temi impellenti». Il legame fra la retromarcia sul Not e la diserzione del Patt trova conferma nelle parole del senatore. «Sul nuovo ospedale — conclude — servirebbe più sintonia fra Comune e Provincia. La collaborazione deve essere massima».
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