Le 218 domande arrivate alla Provincia nel giro di tre mesi - dal primo ottobre al 31 dicembre 2015 - pari a un totale di quasi 22,5 milioni di euro di investimenti complessivi, per accedere ai contributi destinati al sostegno della nuova imprenditorialità, hanno puntato per circa il 40% ad aiuti per coprire il costo degli affitto di locali, che ammontano da soli a quasi 9 milioni di euro, e che l'ente pubblico sovvenziona fino al 50%.
L. Patruno, "L'Adige", 4 febbraio 2016
Non era questo che l'assessorato alle politiche economiche si aspettava quando l'anno scorso è stata pensata questa misura. E ora, come annuncia il vicepresidente e assessore all'industria e lavoro Alessandro Olivi , si sta cercando di correggere il tiro modificando - per il 2016 - i criteri per accedere ai contributi visto che dal primo marzo saranno riaperti i termini per presentare nuove domande.
Affitti, rischio di drogare il mercato.
«La nostra misura - spiega l'assessore Olivi - prevedeva di ammettere spese per nuovi progetti imprenditoriali fino a 100 mila euro, sui quali assegnare un contributo pari massimo al 50% dell'importo. È stato certamente positivo il boom di risposte che abbiamo avuto e soprattutto il fatto che il 75,2% dei progetti riguardino donne e giovani imprenditori con meno di 35 anni. Ma il fatto che la fetta più grossa della spesa per la quale viene chiesto il contributo sia relativa all'affitto dei locali, che noi abbiamo inserito come voce perché sappiamo che spesso è uno degli ostacoli maggiori all'avvio di una nuova attività, ci ha posto il problema. Noi vogliamo incentivare le nuove imprese ma non drogare il mercato degli affitti. È un equilibrio delicato».
Cambiano requisiti e categorie.
Trentino Sviluppo, che raccoglie le domande, è stata incaricata dalla Provincia di fare un'analisi dei progetti arrivati nel 2015 - che saranno tutti finanziati in base ai vecchi requisiti - e si stanno defininendo i nuovi criteri. «Pensiamo di correggere lo strumento senza scoraggiare le iniziative - dice Olivi - per coniugare meglio selettività ed efficacia delle misure. Agiremo nella direzione di disincentivare ogni forma di abuso dell'aiuto pubblico (vedi affitti) premiando maggiormente le vere nuove imprese».
Per quanto riguarda gli affitti dei locali l'intenzione è quella di ridurre la percentuale del contributo, che oggi è pari al 50% della spesa. L'intervento, poi, che oggi è aperto a chiunque vuole aprire una nuova attività, sarà circoscritto ad alcune categorie di persone. Avranno diritto ai contributi solo: giovani, donne , disoccupati fuoriusciti dal mercato del lavoro e chi dimostra che veramente è alla prima esperienza come attività imprenditoriale. Tra le domande ricevute l'anno scorso infatti la Provincia si è accorta della presenza di imprenditori che presentavano una nuova attività per accedere ai contributi dopo averne magari chiusa una due anni prima.
Il settore più gettonato: il commercio.
Sulle 218 domande giunte nel 2015, ben 120 per un totale di 12.496.000 euro di investimenti, hanno riguardato il settore del commercio e da qui si capisce perché incide così tanto la spesa per gli affitti dei locali. Segue l'artigianato con 71 domande per oltre 6,7 milioni di euro, pari al 30%, poi a distanza il turismo, l'industria e la cooperazione per la parte restante. La Provincia ha calcolato che i contributi sono quantificabili in circa 10 milioni di euro, che saranno soggetti a una probabile contrazione a 6,5 milioni a seguito della verifica delle singole domande che è ancora in corso.