Nuova ondata di fusioni per i Comuni trentini. Con gennaio si chiudono i termini per deliberare il grande passo. A rispondere all’ultima chiamata sono stati 36 municipi che si candidano a diventare 12. Se tutti i referendum confermativi daranno esito positivo, da giugno ci saranno 154 Comuni. Erano 210 nel 2015, 178 con l’inizio del nuovo anno.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 31 gennaio 2016
Soddisfatto il presidente del consiglio della Autonomie, Paride Gianmoena: «La sciando libertà ai Comuni di decidere, la macchina si è messa in moto».
A novembre Piazza Dante aveva definito i 39 ambiti all’interno dei quali i Comuni saranno obbligati a gestire in maniera associata praticamente tutti i servizi con l’eccezione della polizia locale. Ai sindaci era stata data una sola alternativa: fondersi realizzando nuove municipalità con almeno 2.000 abitanti, o composte da almeno tre Comuni. In questo caso, la gestione associata poteva essere evitata, rispettando però gli obiettivi di spesa da raggiungere entro il 2019. La risposta è stata immediata e diverse amministrazioni che da tempo meditavano sul da farsi si sono decise per la fusione. Le hanno seguite altre che magari un progetto ancora non lo avevano, ma preferivano unirsi ai propri vicini che rientrare in una più vasta gestione associata dei servizi.
La norma permetteva anche di limitarsi, entro il 10 novembre, a una promessa di matrimonio, una delibera di intenti insomma, da perfezionarsi con una vera e propria delibera di fusione entro il 31 gennaio 2016. Non solo, prevedeva anche la possibilità di ravvedimenti dell’ultima ora, ossia di accodarsi a progetti di fusione già avviati. Tra «nubendi» e ravveduti si è arrivati ai numeri di questi giorni: 36 municipi che contano di diventare 12. Si tratta di Croviana, Malè, Caldes, Terzolas, Cavizzana, che diventeranno Malè Val di Sole; Bresimo, Cis, Livo, Rumo, che si uniranno in Maddalene; Cagnò, Revò, Romallo, Cloz e Brez saranno Novella; Faedo sarà assorbito da San Michele all’Adige (aggregazione); Nave San Rocco e Zambana dovranno scegliere il nuovo nome; Ivano Fracena e Samone saranno incorporate da Castel Ivano; Dro e Drena daranno vita a Dro Drena; Carano, Daiano e Varena saranno Ville di Fiemme; Castello Molina di Fiemme e Cavalese diventeranno Cavalese Castello Molina di Fiemme; Panchià e Tesero diverranno Teserò Panchià; Sfruz sarà incorporata da Predaia; infine Castefondo, Fondo, Malo sco e Ruffrè Mendola diventeranno Alta Val di Non.
Gianmoena non sa se il processo sia destinato a continuare. È però convinto che dipenda da una serie di fattori. «Sicuramente la crisi della finanza pubblica e il blocco del turn over (su 100 pensionati nei Comuni nel 2015 ne saranno assunti 20, ndr), ma anche la modalità da noi contrattata con la Provincia. Nelle Comunità di valle le gestioni associate erano vissute come un’imposizione e la Provincia voleva indicare voce per voce quanto doveva essere risparmiato. Ora la Provincia ha indicato in 34 milioni il risparmio da ottenere entro il 2017 e ha lasciato ai Comuni decidere come. Questa libertà ha aiutato. Anche l’ottantina di incontri che abbiamo fatto sul territorio per informare hanno contribuito. Penso che i nuovi municipi saranno economicamente efficienti e rispettosi dell’identità storica di ognuno» .