«Prima i contenuti, poi la leadership», G. Fin, "L'Adige", 31 gennaio 2016Responsabilità, capacità di tradurre le necessità dei cittadini in atti di governo, ma anche non delegare l'autonomia ad altre forze politiche. «Prima di parlare di leadership concentriamoci sui temi, sui contenuti e sui nostri valori». Le divergenze, almeno un po', sono state lasciate fuori dalla porta e il Partito Democratico del Trentino è sembrato trovare un visione comune sul proprio futuro e sulla strada da percorrere, da oggi fino a maggio, quando verrà celebrato il congresso provinciale.
Con questo intento ieri mattina i giovani hanno organizzato presso la sala di Impact Hub di via Sanserverino un incontro per raccogliere dei contributi per il rilancio del Pd. Un appuntamento a cui hanno aderito molti giovani amministratori, ma che allo stesso tempo ha fatto gola a tanti volti noti del partito, che uno dopo l'altro si sono seduti in cerchio assieme ai giovani per cercare di ragionare sul futuro. Erano presenti Roberto Pinter, l'onorevole Michele Nicoletti, l'ex assessora alla salute, Donata Borgonovo Re, l'attuale assessore Luca Zeni, ma anche l'assessore comunale Italo Gilmozzi, il consigliere Silvio Carlin, numerosi segretari di circolo come Roberto Pallanch di Rovereto, Filippo a Beccara del circolo San Giuseppe Santa Chiara assieme all'ex presidente Maria Rosa Maistri e tantissimi altri.Tra i tanti giovani non sono mancate la segretaria cittadina e consigliera comunale Elisabetta Bozzarelli assieme a Cristina Frassoni, promotrici assieme ad altri dell'incontro, oltre a Lorenzo Borga e Alessandro Giovannini.L'appuntamento è partito con Cristina Frassoni che, nel proprio intervento, ha posto la necessità di una «riflessione sul ruolo delle primarie aperte, che non possono diventare espediente per arrivare a una resa dei conti» e la necessità di avere un partito che «non si limiti solamente a costatare le opinioni delle persone, ma che queste possano essere elaborate e utilizzate nelle scelte amministrative».A chiarire il motivo dell'appuntamento è stata Elisabetta Bozzarelli. «Quello di oggi - ha affermato - è l'inizio di un percorso che si svilupperà in varie tappe. Il nostro collante è la voglia di esserci e di metterci in discussione, impegnandoci a delineare dei punti sui grandi temi».A parlare della necessità di «ritrovare una spinta propulsiva per aprire una nuova pagina del Partito Democratico Trentino» è stato invece Paolo Bisesti, mentre per il vicesindaco di Lavis, Luca Paolazzi «il Partito Democratico deve essere capace di stare sul territorio». «Il mio appello - ha affermato - è quello di pensarsi sempre partito di governo e in modo responsabile dobbiamo dare il nostro contributo».Il giovanissimo sindaco di Ivano Fracena, Giacomo Pasquazzo ha ribadito la necessità di «non perdere la storia di chi ha portato avanti il partito fino ad oggi». «Il congresso - ha affermato - deve essere un'occasione importante per guardare al territorio e intercettare i vari pensieri».Uno dopo l'altro sono intervenuti Francesco Iori, Andrea La Malfa, Patrizia Caproni e tanti altri. «Da alcuni anni - ha spiegato Vincenzo Calì - sembriamo incapaci di tirare in porta e di stare sulle grandi questioni. Serve essere uniti per affrontare grandi temi e non delegare la prerogativa di difesa dei valori autonomistici ad altri. Abbiamo bisogno di una leadership unitaria riconosciuta da tutto il partito e che abbia una visione futura del Trentino».A soffermarsi sull'importanza di assumersi responsabilità è stato Roberto Pinter. «Non possiamo far coincidere il Pd con la sorte dei destini personali. Dobbiamo dimostrare di essere un partito capace di fare le proprie scelte senza appaltarle ad altri. Serve maggiore protagonismo».Al termine della giornata sono stati intervenuti anche l'assessore Luca Zeni, che ha sottolineato le tante responsabilità che occorre assumersi in questa fase di incertezza nella società e la consigliere Donata Borgonovo Re, che ha ribadito la propria disponibilità «a fare un passo indietro per arrivare ad una leadership unitaria solo se questa viene proceduta da un percorso comune come quello che stiamo iniziando. È fondamentale il pensiero del Pd. Serve prima di tutto confrontarsi sul come e sul cosa e poi capiremo il chi».
PD, la base inquieta: i vertici ascoltino. Olivi, salgono i dubbi, C. Bert, "Trentino", 31 gennaio 2016
C’è chi li guarda con sufficienza: «L’ennesima seduta di autocoscienza, poi decidono i soliti quattro». Ma forse i soliti quattro farebbero bene ad ascoltarla di più, questa base pensante e inquieta, che si ritrova il sabato mattina per discutere di Pd e di politica, iscritti e simpatizzanti, giovani (l’incontro di ieri a Impact Hub l’hanno promosso loro, Vera Rossi, Elisabetta Bozzarelli, Luca Paolazzi, Paolo Bisesti, Tommaso Iori, Giacomo Pasquazzo, Cristina Frassoni) e meno giovani, qualche big (Donata Borgonovo Re, Luca Zeni, Michele Nicoletti), alcuni ex dirigenti come Roberto Pinter.
I giovani chiedono di uscire dalla logica delle beghe e delle correnti (qui puntualmente si torna, probabilmente inseguendo un miraggio), di ascoltare i territori e gli amministratori, di darsi un metodo per decidere: «Serve un confronto tra noi che non parta dai nomi dei candidati al congresso». Eppure è di nomi che si finisce per parlare. Elisabetta Bozzarelli, coordinatrice cittadina, dice: «Ci hanno chiesto chi c’è dietro questa iniziativa. Non abbiamo da rinsaldare appartenenze, non vogliamo fare i rottamatori, siamo la generazione Pd e vogliamo farci sentire». Parla di migranti, tema a lei caro da direttrice di Acav, ma non elude l’attualità del dibattito interno, l’ipotesi di una segreteria di Alessandro Olivi e di un congresso unitario: «Non nascondiamoci dietro percorsi unitari che servono solo a liberare caselle per qualcun altro, a noi non interessa, questo congresso deve servire a un chiarimento di fondo».
Giacomo Pasquazzo, sindaco di Ivano Fracena, spiega che «prima dell’incompatibilità da statuto» (che impedisce agli assessori di candidarsi alla segreteria) «c’è la responsabilità verso gli elettori che hanno dato fiducia».
Luca Paolazzi, vicesindaco di Lavis, invita il Pd a «pensarsi come partito di governo».
Roberto Pinter attacca Rossi e il Patt: «Stanno occupando il potere in modo spropositato, fermiamoli o nel 2018 non troveremo più niente». Applausi. Il vicepresidente della giunta ieri ha parlato attraverso una nota che non cita nessuno ma manda messaggi al partito: «Anche in Trentino si sta consolidando un blocco politico-culturale sempre più conservatore, in giro c’è una gran voglia di correre a corte. Anche nel Pd avverto il rischio di un certo conformismo se non anche di qualche opportunismo. Manca la voglia di osare per vincere». «Voglio contribuire - dice Olivi - a un progetto che tolga dal campo ogni ambiguità, in cui non prevalgano i tatticismi e le carriere individuali. Non ho alcuna intenzione di fare l’attaccapanni né di smistare il traffico. Sono il consigliere più votato e so cosa significhi in termini di responsabilità. Sia in giunta, sia - come oggi è improbabile - fuori, voglio dare il mio contributo al progetto del Pd che non ha bisogno di un pacificatore ma di una guida coraggiosa. Se qualcuno parte con l’idea di perdere, si faccia da parte».
Considerata l’apertura delle ultime ore arrivata da Civico e Borgonovo Re, esponenti della minoranza interna, il messaggio di Olivi appare diretto ad altri, probabilmente a chi siede in giunta con lui e potrebbe essere l’anti-Rossi nel 2018: Luca Zeni.
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