Questa settimana sono stato impegnato a Strasburgo in occasione della prima sessione plenaria annuale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Molte le questioni affrontate e spesso di drammatica attualità.
Michele Nicoletti, 29 gennaio 2016
Dalla lotta al terrorismo internazionale nel rispetto dei principi e dei valori del Consiglio d'Europa ai recenti attacchi contro le donne in molte città europee, dalle violenze in Nagorno-Karabakh e negli altri territori occupati dell'Azerbaijan alle condizioni nel Mar Mediterraneo quale porta principale di accesso per gli immigrati irregolari, dal crimine organizzato transnazionale al fenomeno dei foreign fighters in Syria e Iraq, dalla situazione politica, economica e sociale in Kosovo al rafforzamento del ruolo dei difensori dei diritti umani nei vari Paesi, dalle modalità attraverso cui prevenire inappropriate restrizioni alle attività delle ONG in Europa all'accesso a scuola e all'educazione per tutti i bambini, dai fenomeni corruttivi in molti Stati europei al ruolo della Russia in Europa e all'interno del Consiglio d'Europa.
La nomina a Presidente del Gruppo Socialista dell'Assemblea parlamentare
All'inizio della sessione sono stato nominato ufficialmente presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici europei (ero già stato votato lo scorso settembre). L'incarico durerà 2 anni.
Si tratta di un riconoscimento importante per l'Italia e per l'azione svolta dal PD a livello nazionale con le riforme. Ma anche per l'Europa in favore di una politica europea più forte sul fronte della crescita economica, per una maggiore attenzione ai diritti sociali e a politiche comuni nell'ambito delle migrazioni e dei rifugiati.
Credo inoltre sia anche un riconoscimento per la nostra posizione a favore di un rafforzamento della prospettiva paneuropea, cioè di una grande Europa che includa la comunità europea occidentale e orientale (fino alla Russia), la Turchia e l'area caucasica nel rispetto dei diritti umani e della democrazia.
Alcuni temi
Il Parlamento russo, dopo che lo scorso anno l'Assemblea parlamentare aveva prorogato la sospensione delle credenziali russe, ha deciso di non inviare una delegazione a partecipare ai lavori dell'Assemblea per il 2016.
Sono molto dispiaciuto perché non siamo riusciti sinora a trovare una composizione delle divergenze nonostante i molti sforzi fatti. Il nostro impegno deve però essere quello di mantenere la comunità paneuropea pienamente presente e rappresentata negli organismi internazionali, nel rispetto del diritto internazionale e della integrità territoriale di ciascun Paese membro.
Uno dei temi all'ordine del giorno di questa sessione era il dibattito d'urgenza sul funzionamento delle istituzioni democratiche in Polonia. L'assemblea parlamentare, all'apertura della sessione plenaria, in attesa che la Commissione di Venezia si esprima sulla conformità della legge sulla riforma della Corte Costituzionale polacca, ha però deciso di non affrontare tale discussione e quindi di non preparare e votare un rapporto sulla questione.
Nel mio intervento mi sono espresso a favore del dibattito affermando che l'Assemblea non vuole mettere in discussione la sovranità della Polonia, ma deve prendere atto delle preoccupazioni espresse da molti cittadini polacchi e dalle istituzioni europee per la libertà dei media e la riforma della Corte Costituzionale.
Sarebbe stato importante che la Polonia, che ha svolto un ruolo fondamentale nell'allargamento degli spazi di libertà e democrazia dell'Europa dell'Est, avesse avuto modo di chiarire in Assemblea quanto sta accadendo sul fronte dell'assetto costituzionale del Paese e della concreta possibilità di esercitare pienamente tutti i diritti civili e politici. Al tempo stesso il dibattito avrebbe permesso agli altri Paesi di esprimere le loro preoccupazioni. In ogni caso in Commissione Affari politici è stata accolta una mia proposta di organizzare nella prossima riunione un'audizione di ONG e rappresentanti politici polacchi per valutare la situazione.
L'altro tema importante è quello del terrorismo internazionale e delle modalità per sconfiggerlo senza derogare ai valori e ai principi del Consiglio d'Europa.
Nel mio intervento ho apprezzato la ferma e convinta condanna alla violenza terrorista che emerge molto chiaramente dai due rapporti che abbiamo discusso. Non si può mai giustificare la soppressione di vite inermi. La nostra strada deve rimanere quella del dialogo, del consenso, della democrazia, del rispetto, della tolleranza, ma mai della violenza terrorista. Non dobbiamo dare al terrorismo il riconoscimento che pretende, quello cioè di essere un soggetto politico o addirittura uno Stato, benché Daesh pretenda di essere uno Stato, controlli dei territori, raccolga dei fondi e si occupi di una popolazione. Inoltre dobbiamo ribadire con forza la forma di Stato basata sul primato del diritto e sul consenso delle persone, richiamando al rispetto delle convenzioni internazionali e della giurisprudenza europea. Infine il tema dell'educazione e della prevenzione. E' un tema cruciale per questa battaglia che è una battaglia sulle idee.
Qui trovate il mio intervento in Aula sulla necessità di un dibattito urgente sulla Polonia.
Qui trovate il mio intervento in Aula sulla lotta al terrorismo internazionale.
Qui trovate tutte le informazioni relative alla sessione plenaria.