«Non c'è una visione di sviluppo della città. Non c'è una prospettiva. Il Pd non poteva votare un testo del genere, che si limita alla narrazione dell'esistente, affidata per lo più ai dirigenti». Archiviata la discussione consiliare del bilancio di previsione 2016 (votato nella notte di sabato 23 gennaio) il gruppo consiliare del Pd, per bocca della sua capogruppo Luisa Filippi, spiega il perché del voto contrario e della «strategia» adottata in Consiglio, senza il ricorso all'ostruzionismo.
"L'Adige", 25 gennaio 2016
«Non fa parte della nostra sensibilità politica proporre centinaia di emendamenti solo per portare la discussione fino all'alba. Ma soprattutto, parlando del merito del testo presentato dall'ammininstrazione, fatta eccezione - spiega Filippi - per gli investimenti in strutture sportive, con l'ampliamento del numero dei campi da tennis in Lungo Leno e alla Baldresca e del nuovo campo da rugby a Noriglio, sulla cui opportunità e necessità ci sarebbe peraltro da discutere, e le cui ricadute finanziarie sulla spesa corrente dei prossimi anni devono inoltre ancora essere conteggiate, e per il progetto della quadreria, nel bilancio non c'è nulla. Voglio ricordare che ad agosto, quando ci furono presentate le linee programmatiche del sindaco, avevamo fatto presente all'amministrazione della vaghezza ed inconsistenza dell'indirizzo di governo. Allora ci fu detto che tutto si sarebbe chiarito con il bilancio 2016, che sarebbe stato un documento chiarificatore. Ma abbiamo dovuto prendere atto che non è così. Quasi tutti i capitoli sono la narrazione dell'esistente, di solito con una aggiunta nel finale di capitolo che rimanda a "studi", "tavoli" e "progetti" da attivare nel corso del 2016. Manca la visione di capitoli strategici per lo sviluppo della città come la scuola, l'università, meccatronica e manifattura».
«Ma anche capitoli più "terreni" - proegue Filippi - non sono stati trattati. Per esempio il Follone. O il destino dell'area dell'ex Alpe. O l'abbattimento dell'ex Anmil, annunciato ma mai più ripreso in discussione».
E ancora sull'accusa di non aver votato l'emendamento del M5s sul «reddito di cittadinanza». «Non è chie siamo contrari a strumenti di gestione del disagio sociale, ci mancherebbe. Ma l'emendamento, così come è stato proposto, non potevamo proprio votarlo. Intanto è stato di fatto "svuotato", lasciando solo l'impegno a portare la proposta di strumenti di integrazione al reddito al tavolo della commissione Politiche sociali. E poi perché, come ha ben spiegato in aula Fabrizio Gerola (consigliere Pd, ex assessore alle Politiche sociali, ndr ) strumenti del genere già esistono, e sono in campo alla Provincia, e creare sovrapposizioni in un tema così delicato è qualcosa certamente da evitare».