Si svolge oggi in Slovenia la conferenza di lancio della strategia dell'Ue per la Macroregione alpina. Ovvero la strategia che dovrebbe spiegarci come i nostri territori potranno crescere in un'area unica di cooperazione e interscambio. Sull'Adige ho già scritto come questo potesse rappresentare un trampolino di lancio per il territorio.
Elisa Filippi, "L'Adige", 25 gennaio 2016
In un articolo pubblicato in agosto ho inoltre esortato la classe politica trentina a recuperare iniziativa politica e pragmatismo progettuale.
Tale appello vale ancora di più in questo momento, con un contesto politico internazionale incerto e mutato, non certo in bene.
In Slovenia, infatti, si incontreranno rappresentanti di regioni e di governi che per la prima volta dopo anni stanno ritornando ad essere divisi da «muri», materiali e immateriali, derogando a dei principi fondamentali come quello sulla libera circolazione delle persone, su cui abbiamo costruito l'Unione europea.
Su questo e per questo la classe politica europea, nazionale, ma anche locale è chiamata a fare la propria parte. Con la consapevolezza delle dimensioni del fenomeno e con il senso di realtà rispetto alle nostre possibilità, vorrei tuttavia lanciare un appello e una proposta alla realtà trentina.
La Strategia della macroregione sarà lanciata ufficialmente la settimana prossima, ma non si tratta del termine di un processo, bensì, in qualche modo, di un suo inizio. La cooperazione sarà avviata, l'agenda dovrà essere implementata e integrata. In questa nuova fase, centrale sarà rappresentare le istanze dei nostri territori.
Perché non organizzare nella nostra Regione, come iniziativa promossa dalle due Province autonome, una conferenza in cui siano coinvolti tutti i territori italiani della Macroregione alpina e che possa contribuire a definire la posizione e le strategie progettuali in particolare in quei settori che ci vedono più direttamente implicati? Dalle grandi infrastrutture di mobilità che corrono anche lungo l'asse del Brennero, alla gestione dei sistemi di organizzazione dell'accoglienza dei rifugiati, o ancora all'innovazione?
Come Trentino, come Regione Trentino Alto Adige, come «Euregio», interpretiamo geograficamente e anche storicamente il cuore della nuova Macroregione, e rappresentiamo un terreno sul quale mode sfide internazionali si stanno giocando e si giocheranno con sempre maggior intensità anche nei prossimi anni.
Nella storia, spesso è capitato che la concretezza dei progetti anticipasse la politica: ovvero che i territori avviassero autonomamente importanti progetti di cooperazione, anche transfrontaliera (dalle infrastrutture di mobilità, alla cooperazione economica) e che poi questo portasse all'esigenza della costruzione di un'infrastruttura istituzionale e di governance che regolamentasse tale cooperazione. Oggi ci troviamo, per alcuni i versi, nella situazione opposta: abbiamo una cornice istituzionale, abbiamo i primi cenni di una strategia, manca la leadership politica che la traini, che individui chiaramente la rotta e che fornisca concretezza e rapidità allo sviluppo dei progetti, rispondendo ad alcuni fondamentali quesiti: «Che Europa vogliamo? Che Macroregione alpina vogliamo costruire nei prossimi 10-15 anni?». Abbiamo tutte le risorse, le competenze, e le capacità dei nostri governi per poter rispondere consolidando la nostra leadership.