Per i quartieri a nord della città, è tempo di fatti. Dal Pd e dal Cantiere civico democratico di Gardolo parte un «pressing» sul sindaco Andreatta e la Giunta provinciale. Troppi progetti, negli anni, sono rimasti su carta. Troppi gli impegni pubblici disattesi. Ed è un tempo «opportuno», ora, per tentare di smuovere le acque, perché a breve ci sarà, in Comune, un assestamento di bilancio che dovrà definire come utilizzare gli 8 milioni di «tesoretto» rimasto, frutto dell'allentamento del patto di stabilità.
"L'Adige", 12 gennaio 2016
E perché, pure, all'orizzonte c'è la predisposizione del nuovo Piano regolatore.
Roncafort, con il recupero del vecchio progetto Itea di realizzazione del polo di via Caneppele; la nuova scuola di Canova, congelata; il sottopasso che dalla rotatoria alla Bermax garantirebbe il rapido collegamento con Spini; il declassamento di via Bolzano a strada comunale: sono le quattro priorità indicate da Pasquale Mormile, coordinatore del Pd a Gardolo, e Corrado Paolazzi, portavoce del «Cantiere» ed ex presidente della Circoscrizione.
La frattura mai ricomposta.
Quattro priorità e una premessa. «C'è un ragionamento di fondo, che non vale solo per Gardolo, ma per l'intera zona nord» spiegano Mormile e Paolazzi «storicamente l'asse di via Brennero-via Bolzano è stata concepita come un confine naturale, un "muro di Berlino": a est l'abitato, a ovest l'industria e, oggi, l'abbandono. Esemplificando, in zona Solteri: a est, i servizi e le abitazioni, a ovest il "casino" dell'ex Frizzera, dello scalo Filzi, delle aree inquinate». È la ragione per cui il concetto di periferia ha un senso diverso se lo si concepisce a Melta, dotata di strutture come il parco e la ciclabile, o a Canova che ne è priva. Quello di Mormile e Paolazzi diventa un vero e proprio j'accuse : «Tutti i progetti di intervento di riqualificazione prospettati o realizzati negli ultimi anni, dalla Trentofrutta al Not, dal Big Center-palazzina sanitaria allo spostamento della questura a San Bartolomeo, sono tendenzialmente concentrati nella zona centro-sud della città. Nessun intervento, invece, per portare la zona nord-ovest sugli standard medi di altre zone».
Riqualificazione di Roncafort
Ecco, allora, la prima priorità: mettere mano, subito, all'area Itea di via Caneppele a Roncafort (vedi l'Adige del 3 gennaio, ndr). «È scandaloso» dice Paolazzi «che Itea, pronta a comprare alloggi sul "libero" mercato, come in via Talvera e a Melta, lasci aperta una ferita come quella di Roncafort, dove c'è un progetto esecutivo (edificio polifunzionale e sala civica) che ha vent'anni. L'assessore Daldoss dice che le brutture delle aree in abbandono, come quelle inquinate di Trento nord, possono intanto diventare aree verdi, a parco, frubili. Cominci dall'area Itea di Roncafort».
Scuola e servizi a Canova.
Quella della nuova scuola di Canova, sul comparto C3, pare una scommessa perduta. Voleva dire, per il quartiere, avere una palestra, un'area sportiva esterna, un'aula magna di 250 posti, spazi sociali e servizi a disposizione della comunità. Tutto bloccato, per problemi legati alla proprietà delle aree e alla mancanza di finanziamenti. «A Canova» rilevano Paolazzi e Mormile «se si esclude la "casetta" come luogo di aggregazione, manca una sala pubblica». I numeri, in aumento, dei bimbi alle materne e le proiezioni dicono che in futuro ci sarà un'emergenza spazi alle elementari. Con l'intervento della nuova mensa alle medie Pedrolli di Gardolo, che permetterà di ricavare tre nuove aule (intervento da 900 mila euro) una risposta, parziale, nel frattempo è stata data. Mormile osserva: «La nuova scuola, a Canova, è importante. Ma se il Comune decide di realizzarla altrove, ai Solteri o a Campotrentino, va bene, purché porti avanti un progetto di riqualificazione per Canova».
Ci vorrebbero, per la scuola e gli altri servizi, 8 milioni, garantiti dalla Provincia. Ma non ci sono. E qui Paolazzi attacca: «Se la Giunta Rossi trova un milione e cento mila euro per finanziare la sede di un'associazione religiosa come "Via Pacis", non venga però poi a dire che non ci sono soldi per fare una scuola. È una questione di priorità».
Spini e via Bolzano.
L'allargamento di via Palazzine e la realizzazione del sottopasso dalla nuova rotatoria della Bermax per collegarsi a Spini ed eliminare il problematico passaggio a livello è un'altra priorità: «È un'opera di valenza provinciale, per collegare la Trento nord-Rocchetta alla Sp 76 di Meano: un nuovo raccordo est-ovest che smista il traffico verso sud oggi scaricato su via Bolzano. Il Comune» chiedono Paolazzi e Mormile «faccia pressione sulla Provincia perché riprenda in mano il progetto accantonato nell'ipotesi, saltata, di interrare la Trento-Malé». E, assieme, il declassamento di via Bolzano a strada urbana: una correggiata singola per senso di marcia, ciclopedonale ai lati, corsia preferenziale per i bus, rotatorie di collegamento est-ovest. «Sono cose da fare, in fretta. Il Comune prema sulla Provincia e sia pronto, se serve, a compartecipare alla spesa. Noi ci muoveremo in tutte le sedi, pur di sbloccare questi interventi, attesi da anni».